God Eater 2: Rage Burst - Recensione

PC PS Vita PS4

Seguendo un iter praticamente identico a quello di Sword Art Online Re: Hollow Fragment, anche God Eater 2: Rage Burst arriva finalmente in Europa ad anni di distanza dalla sua prima pubblicazione su Sony PSP. In un’unica confezione splendida splendente, i capoccia di Bandai Namco hanno ben deciso di infondere tutto lo scibile del brand God Eater includendo, oltre all’edizione definitiva del secondo episodio, anche un remake del primo capitolo comprendente tutti i contenuti addizionali assenti nella prima pubblicazione in Occidente col nome di Gods Eater. Ah, i tempi di PSP e dei pochi che la possedevano!

ORA SI MANGIA!

Ma cos’è, in sostanza, God Eater, che si configura come uno dei tanti J-RPG con personaggi colorati pronti ad essere interpretati da agguerriti cosplayer con il passo svelto verso quel di Lucca? Seppur con i suoi limiti, si potrebbe considerare il titolo in oggetto come il cugino fighetto di Monster Hunter, o meglio ancora una sua incarnazione “maggiormente arcade”.

God Eater 2 Rage Burst immagine PC PS Vita PS4 01

Tutti i contenuti DLC dell’edizione giapponese sono inclusi prêt-à-jouer

Non che il titolo Capcom possegga velleità simulative, beninteso, ma basta prendere il controllo dei personaggi nelle arene che si stagliano nel gioco per rendersi conto che le similitudini fra i due titoli sono solamente superficiali. Sì, esattamente come nel popolarissimo hunting game della casa di Street Fighter, anche in God Eater 2: Rage Burst (e God Eater Resurrection, praticamente assimilabile ad un’espansione) si menano colpi con armi diverse contro mostruosità di ogni genere, forma e dimensione, ma la differenza è che ci si muove molto più velocemente e si avanza senza incorrere in quelle “lungaggini” tipiche del crafting di MonHun, rendendo il titolo Bandai Namco, di fatto, molto più praticabile del diretto competitor, serie Toukiden di Koei Tecmo compresa.

Peraltro, a differenza del già citato titolo Capcom, God Eater calca la mano sul cast raccontando le disavventure e gli intrighi di protagonisti perlopiù adolescenti alle prese con un mondo difficile, caduto in rovina e dominato da creature mostruose chiamate Aragami, letteralmente “Dio violento”, un nome che deriva dal loro aspetto simile a quello di divinità asiatiche.

In questa recensione prenderò in esame solamente God Eater 2: Rage Burst, ma il risultato di questa analisi varrebbe anche per God Eater Resurrection, remake potenziato del capostipite con inclusi anche dei contenuti tratti dalla recente serie animata prodotta da Ufotable (giunta in Italia grazie a Dynit e a VVVVID.it, dove è visibile gratuitamente). A proposito, God Eater Resurrection va giocato DOPO il secondo episodio, poiché è stato pubblicato in Giappone successivamente e permette di importarne il protagonista. Sapevatelo!

CARNE DA MACELLO

Giunto alla sua terza incarnazione, God Eater 2: Rage Burst offre un’avventura piuttosto lunga, che potrebbe tenere occupati i giocatori completisti anche per più di cento ore. Tutti i contenuti DLC dell’edizione giapponese sono inclusi prêt-à-jouer ed entrambi i giochi funzionano alla stessa maniera, a parte qualche gradita aggiunta come nuove tipologie di armi, tecniche speciali legate al sangue dei protagonisti (d’altronde fanno parte di una squadra chiamata, con molta originalità, “blood”) e, soprattutto, un ritmo dell’azione velocizzato in modo significativo.God Eater 2 Rage Burst bandai namco rpg tour 01Se non altro l’aumento della velocità di esecuzione permette di concludere quelle missioni che nel predecessore potevano richiedere anche una ventina di minuti per essere completate. Il senso di speditezza migliora ulteriormente se si decide di avanzare accompagnati da amici online al posto dei colorati co-protagonisti. All’inizio di ogni missione è possibile personalizzare il proprio gruppo di guerrieri, definendone le abilità e i bonus, mentre nelle fasi avanzate gran parte del tempo passato al di fuori delle arene di combattimento viene impiegato nella creazione di armi più potenti, o magari dedicato al loro potenziamento mediante un semplice sistema di crafting, o “fusione”, delle abilità contenute in altri strumenti di guerra ritrovati durante le quest. In tal senso, è giusto segnalare la possibilità di personalizzare anche i proiettili sparati dalla God Arc, l’arma mutaforma usata dagli eroi, dalla quale prende il nome l’intera serie. Uno degli aspetti peculiari del titolo è, infatti, la possibilità di “mangiare” i nemici tramite l’arma in dotazione, assimilandone poteri e potenziamenti.

God Eater 2: Rage Burst dà il meglio di sé nelle fasi avanzate quando si apre in tutta la sua complessità, dopo aver affrontato la monotonia della caccia

Ovviamente, come tradizione, l’eroe mosso dal joypad è ancora una volta creato in un editor capace di dar vita ai più beceri feticci da anime giapponese, nekomimi (orecchie da gatto) comprese! C’è da perdersi nel profilo ludico e strategico che compone l’esperienza di gioco, anche se poi, guardando una battaglia, ci si potrebbe far ingannare dall’aspetto quasi fin troppo semplicistico con cui le schermaglie prendono vita. Due pulsanti sono deputati all’attacco e il numero di combo è limitato: come può un titolo simile soddisfare la voglia dei giocatori più esperti? La risposta è semplicissima: il titolo Bandai Namco dà il meglio di sé nelle fasi avanzate quando si apre in tutta la sua complessità, dopo aver affrontato la monotonia della caccia e il reiterarsi di situazioni, permettendo di sperimentare e ripetere fino allo sfinimento tutte quelle tecniche essenziali che, prima o poi, muteranno in qualcosa di più complesso. Un approccio che potrebbe in ogni caso far desistere i giocatori alla ricerca di un’esperienza più leggera e veloce, probabilmente attirati dall’estetica estremamente “gggiovane” e j-pop che pervade la sequenza d’apertura animata, ma non del tutto decisi a perdere ore su ore a far fuori i soliti nemici.

I CAN SEE YOU, I CAN FEEL YOU, ‘CAUSE I KNOW YOU FOR TOO LONG

In ogni caso, è scongiurato il pericolo dei tempi morti tipici del diretto competitor. In God Eater 2: Rage Burst, infatti, il focus è soprattutto sull’azione al cardiopalma e sui rapporti interpersonali che legano i protagonisti, quando il titolo indugia in brevi – e quasi mai realmente significative – scene cinematiche che, al termine di missione, ci raccontano la storia dell’organizzazione di cui facciamo parte e il background dei giovini paladini.God Eater 2 Rage Burst bandai namco rpg tour 01

è scongiurato il pericolo dei tempi morti

Pur riconoscendo i limiti di un impianto narrativo che è semplice contorno all’azione, si può rimanere sicuramente affascinati dalle atmosfere post-apocalittiche proposte dal mondo di God Eater, ma quasi certamente, per i giocatori più navigati, saranno pochi i momenti davvero memorabili una volta giunti ai titoli di coda, in special luogo se ci si impone di giocare sia il secondo capitolo che il remake tutti d’un fiato. Esperienza difficilmente raccomandabile, specie se destinata al solo single player.

Infine un commento veloce al profilo tecnico che, come amo ricordare, è basato su quello di un titolo portatile della scorsa generazione. Le origini Sony PSP del gioco sono evidenti soprattutto vista la scarsa dimensione degli ambienti esplorabili, mentre il potenziamento maggiore dell’aspetto grafico è ancora una volta dedicato ai modelli dei personaggi e alla loro espressività, in un’operazione che per tanti versi ricorda quel Final Fantasy Type-0 HD pubblicato lo scorso anno, pur senza condividerne l’ambizione tecnologica, decisamente maggiore nel caso della produzione Square Enix. Se i personaggi si salvano grazie ad una gradevole direzione artistica in stile manga, lo stesso non si può dire per gli ambienti: spogli e blandi, sono addirittura condivisi fra il primo e il secondo episodio senza alcuna miglioria grafica tangibile.

Un altro aspetto piuttosto controverso è rappresentato dalla scelta di permettere i 60fps solamente ai giocatori PC, limitando l’azione su PS4 ai canonici 30fps. Probabilmente si tratta di una decisione necessaria per consentire il gioco online fra PS4 e PS Vita, ma per la campagna single player si poteva pretendere perlomeno uno sforzo maggiore da parte di Bandai Namco. Ho avuto moto di testare la versione PC e devo ammettere che l’esperienza di gioco ne giova incredibilmente. A quando una patch correttiva, Bandai Namco?

Nota di demerito anche per il comparto musicale e sonoro: malgrado una soundtrack orchestrale ben realizzata e piuttosto variegata, il doppiaggio inglese e il mixing audio sono davvero intollerabili. La scelta di non includere le voci originali in lingua giapponese deve essere dipesa dalle scarse proiezioni di vendita previste per il mercato occidentale, ma questo non toglie che su PlayStation 4 capita spesso di non sentire minimamente ciò che i personaggi dicono, anche in situazioni in cui la musica tace sullo sfondo. Insomma, un mistero!

God Eater 2: RageBurst e God Eater Resurrection sono due risposte allo stradominio della serie Monster Hunter, vendute insieme al prezzo di un solo titolo e capaci di tenere compagnia per oltre 200 ore, specie se ci si mette in testa di completare ogni missione con la valutazione più alta o in compagnia di amici. Rimane il fatto che questa operazione di rilancio del franchise si può dire riuscita solamente a metà sul fronte tecnico e, come sempre accade quando si esamina un prodotto appartenente a questo genere, difficilmente si può consigliare questa compilation di ore e ore di mazzate “apparentemente tutte uguali” ad un pubblico che vada oltre a quello dei fanatici degli hunting game. Ma se non altro, come gioco ibrido fra azione ed RPG, vale i soldi che costa.

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Pro

  • Veloce e accessibilissimo.
  • Tanta roba da fare.
  • Divertente anche in single player.
  • Include il remake del primo capitolo…

Contro

  • … che però è quasi indistinguibile dal secondo.
  • Mixing audio e qualità del doppiaggio inglese piuttosto discutibili.
  • Le possibilità ludiche si rendono del tutto accessibili dopo un bel po’ di tempo.
  • Tecnicamente poco credibile, specie su PlayStation 4 (dove gira a 30fps!).
6.8

Sufficiente

C'è chi dice che nella sua stanzetta, dietro una mole spaventosa di fumetti d'epoca giapponesi, si celino misteri infiniti. Da sempre appassionato di videogame made in Japan e delle opere animate di Kunihiko Ikuhara, dategli un qualsiasi J-RPG e lo renderete un orsetto felice.

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