QUANDO NON C’È PIÙ NIENTE DA FARE ALLORA TANTO VALE GODERSI IN PACE LO SPETTACOLO DELLA FINE DEL MONDO: GOLF CLUB WASTELAND NON SMETTE DI STUPIRE NEMMENO PER UN SECONDO
PALLA, MAZZA E STORIA
Quel che resta di Alphaville, oggi, è lo scenario ideale per i giocatori di quella disciplina che i terrestri chiamavano golf, un tempo giocata su prati verdi, e che ora attraverso la contaminazione post-urbana assomiglia sempre più a un mega-mini-golf. Palazzoni grigi, pericolanti esponenti di ciò che resta del brutalismo, pozze d’acqua contaminata, ascensori per qualche inspiegabile ragione ancora funzionanti, condutture che emergono enigmatiche dal cemento, musei saccheggiati in cui troneggiano sparute imponenti statue, solitarie vittime del loro peso (nel senso che nessuno è riuscito a portarle via, probabilmente), scampoli di vegetazione che provano a mangiarsi le rovine o a rallentare il regolare incedere della pallina, sono tutti monumenti a un’umanità che fu, attraverso cui Charlie si trova a lievitare, nella sua indomita progressione laterale verso la buca.
GOLF CLUB WASTELAND PUO CONTARE SU UNO DEI MIGLIORI ACCOMPAGNAMENTI SONORI DEGLI ULTIMI ANNI
Quando non sono le citazioni, quando non è più la musica, arriva il gameplay a reclamare il suo primato, fatto di carambole, ascensori, balconi, scoiattoli e altre amenità assortite, tutte perfettamente integrate in un gioco di golf che si prende la libertà di immergere la disciplina in un territorio ostile, contaminarla col platform, persino di politicizzarla, senza però mai snaturarla e al contempo senza perdere di freschezza nemmeno all’ultima buca. In un livello c’è un canestro: provando a lanciarci la pallina dentro mi sono chiesto se mi avrebbe più stupito il fatto che si potesse fare o il fatto che non si potesse: un dubbio che dice molto su quanto stupefacente sia Golf Club Wasteland.
In Breve: Con Golf Club Wasteland, Demagog Studio fa una cosa pazzesca, a pensarci bene: racconta una storia attraverso un gioco di golf. Mentre l’impassibile ex-terrestre Charlie si muove col suo jet pack in cerca del par nelle diverse buche, ciò che rimane del mondo intorno a lui parla al giocatore attraverso rovine, luci al neon e ricordi sottolineati dal brillante accompagnamento di Radio Nostalgia. Un obiettivo raggiunto senza sacrificare il divertimento, anzi: la componente di golf arcade funziona proprio grazie alla peculiarità dei suoi scenari. Golf Club Wasteland è un gioiello, un piccolo, grande gioco.
Piattaforma di Prova: Xbox Series X
Com’è, Come Gira: Nel suo minimalismo, Golf Club Wasteland mette in scena uno stile grafico interessante, che valorizza la rappresentazione un po’ cartoonesca della realtà, ma consente una rapida lettura della situazione. Come prevedibile, nessun problema di sorta su Series X.
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