Gravity Rush 2 – Recensione

PS4

Ci sono giochi che rimangono impressi nella memoria per le più diverse ragioni: alcuni hanno un gameplay raffinato, altri una storia coinvolgente, qualcuno ci colpisce per la cura riposta nella caratterizzazione dei personaggi e di tutto ciò che gravita attorno al lore o, magari, perché quel motivetto della colonna sonora proprio non riusciamo a togliercelo dalla testa. Poi ci sono quei rarissimi casi in cui ogni elemento è al posto giusto, e allora quel videogioco riesce a rubare un pezzettino del nostro cuore: è ciò che è successo nel 2012, quando una ragazza di nome Kat ha lasciato il suo piccolo tubo nei sobborghi di Hekseville per stanziarsi in modo permanente nel mio ventricolo destro. Oggi, a distanza di cinque anni da quello che fu un vero e proprio colpo di fulmine, la Regina della Gravità è tornata a far battere il mio muscolo cardiaco, non senza aver lasciato alle spalle il suo passato sulla sfortunata portatile di casa Sony in favore della ben più confortevole PlayStation 4.

L’ORIZZONTE DEGLI EVENTI

Ne è passato di tempo da quando l’eroina di Hekseville salvò il mondo. Ora, per una serie di infauste circostanze, la bella Kat si ritrova a sbarcare il lunario assieme a un gruppo di minatori nomadi, naufragata in una terra lontana e priva dei suoi poteri. Gravity Rush 2 immagine PS4 12

È sconsigliato affrontare l’avventura senza una buona conoscenza della storia della Regina della Gravità

È bene sapere che Gravity Rush 2 riprende la narrazione proprio dove era stata interrotta nel capitolo precedente, dando quindi per scontato che si conoscano tutti gli eventi passati: i riferimenti al primo episodio della serie, infatti, sono tanti e frequenti, e di conseguenza affrontare l’avventura senza una buona conoscenza della storia della Regina della Gravità è fortemente sconsigliato; il rischio è quello di non apprezzare al meglio le sfumature di un trama che, pur nella sua semplicità, tocca tematiche anche molto importanti come il principio di autodeterminazione dei popoli e quello dell’uguaglianza sociale, riuscendo nel contempo a mantenere una narrazione leggera che non sfocia mai nella fiera delle banalità.

Lo stimolo per affrontare questi temi viene offerto dalla nuova ambientazione: così come la Hekseville che abbiamo avuto modo di scoprire nel primo Gravity Rush, anche la ridente Jirga Para Lhao è divisa in più isole fluttuanti che rappresentano i vari quartieri della città. Dietro la patina di una cittadina gioiosa, però, si nascondono tutti i problemi derivanti dalla divisione del popolo in caste e da un governo oligarchico che, spesso, supera i limiti della dittatura. Il risultato finale, come prevedibile, è una distinzione alquanto marcata tra un piccola minoranza che detiene ricchezza e potere e il resto della cittadinanza che si ritrova a vivere in condizioni di miseria.

Inutile dire che l’arrivo di Kat scombussola il già fragile equilibrio mantenuto dal consiglio cittadino con l’uso indiscriminato della forza e con l’emarginazione degli individui più problematici nei bassifondi di Jirga Para Lhao. Con la sua indole genuinamente naïf e la generosità che da sempre la contraddistinguono, la Regina della Gravità diventa subito il simbolo del riscatto del popolo scagliandosi senza alcuna esitazione contro i potenti. Japan Studio ne approfitta per dipingere un quadro sulle varie sfaccettature del processo di autodeterminazione e lo fa con intelligenza, mettendo in risalto anche i lati negativi di ciò che viene considerato giusto dal popolo, mostrando che in Gravity Rush 2 non esistono solo il bianco e il nero. Ciò detto, non siamo di certo di fronte a una dissertazione sulla storia del diritto, ma fa comunque piacere notare che certi temi non vengano trattati con superficialità.

LA MELA È CADUTA DAL CIELO

Il cambio di ambientazione offre l’opportunità di accantonare momentaneamente la lotta di Kat contro i Nevi, le creature informi nate dalle tempeste gravitazionali che sembrano aver concesso una fragile tregua agli abitanti dello strano mondo di Gravity Rush. Schieratasi a favore dei rivoltosi dopo aver recuperato i poteri, più qualche nuovo trucchetto, la Regina della Gravità mette a frutto le sue abilità per contrastare le armate schierate dai regnanti di Jirga Para Lhao.

Gravity Rush 2 immagine PS4 03

La curva di difficoltà cresce in maniera lenta ma costante durante tutto il corso dell’avventura

I combattimenti che ne derivano sono più dinamici che mai, questo perché i nemici da affrontare sono decisamente vari e costringono a modificare spesso l’approccio alle battaglie; inoltre, lo stesso ventaglio di mosse a disposizione della protagonista è stato ampliato per permetterle di avere una marcia in più contro i costrutti meccanici del consiglio. A dar manforte alla bella Kat troviamo poi una sua vecchia conoscenza, la misteriosa Raven: il supporto di un’altra esperta in alterazione gravitazionale è quanto mai prezioso e consente di superare anche le sfide più complesse, laddove una sola persona fallirebbe. Va detto che Raven non è mai controllabile direttamente dal giocatore ma, nelle missioni in cui l’abbiamo al nostro fianco, si limita ad attaccare indistintamente i nemici e a potenziare alcune mosse speciali della protagonista. Ciò non significa che gli scontri siano semplici, tutt’altro: la curva di difficoltà cresce in maniera lenta ma costante durante tutto il corso dell’avventura, con dei picchi qua e là che spesso coincidono con gli immancabili boss alla fine di ogni atto della storia.

Purtroppo, a metterci i bastoni tra le ruote non ci pensano solamente i nemici: anche i programmatori hanno fatto del loro “meglio”, soprattutto quelli deputati alla scrittura del codice relativo alla gestione della telecamera. In un’opera che fa della dinamicità degli scontri il suo punto di forza dovrebbe essere garantita ai giocatori la possibilità di seguire con comodità l’azione, soprattutto quando i repentini cambi di gravità costringono spesso a modificare la prospettiva. In Gravity Rush 2, invece, bisogna sempre perdere secondi preziosi per aggiustare il campo visivo, poiché la telecamera fatica ad accodarsi ai movimenti di Kat; come risultato, se non si presta attenzione si può morire inaspettatamente per via di attacchi che provengono dall’esterno della visuale. In alcuni casi, specie nelle battute finali, ciò potrebbe diventare particolarmente frustrante, tanto che in più di un’occasione – non lo nego – stavo per lanciare il pad dalla finestra.

A TESTA IN GIÙ

Se riuscite a superare i problemi di una telecamera ballerina (per usare un eufemismo), Gravity Rush 2 offre un mondo tutto da scoprire, pieno zeppo di linee narrative collaterali, sfide facoltative e missioni secondarie. Immancabile, poi, una componente social (sebbene completamente opzionale): grazie alla speciale macchina fotografica che viene data a Kat all’inizio del gioco possiamo immortalare le bellissime location e condividere gli scatti con il resto della community; se poi le foto vengono accolte con favore, si ottengono dei gettoni per sbloccare tutta una serie di oggetti estetici tra cui costumi alternativi e accessori per personalizzare la casa della giovane protagonista.

Gravity Rush 2 immagine PS4 05Di tanto in tanto, le fotografie vengono utilizzate anche per far partire delle cacce al tesoro: seguendo gli indizi contenuti nell’istantanea di un altro giocatore bisogna trovare il punto esatto in cui è stato effettuato lo scatto per vincere una ricompensa speciale. Di cose da fare, dunque, ce ne sono davvero tante, per la felicità di chi adora perdersi alla ricerca di ogni piccola sfumatura del racconto oppure, molto più semplicemente, ama completare i giochi al 100%.

Grazie alla speciale macchina fotografica possiamo immortalare le bellissime location e condividere gli scatti con il resto della community

L’avventura scorre sulle coinvolgenti note della colonna sonora composta da Kōhei Tanaka, che torna a creare dei pezzi magistrali capaci di accompagnare con veemenza ogni singolo attimo trascorso nel gioco. Le composizioni orchestrali abbracciano più generi musicali, spaziando dal jazz al rock, con melodie che toccano addirittura le sonorità tipiche del melodramma italiano di fine Ottocento. Da sola, la colonna sonora riesce a trasmettere l’autentica allegria che traspare in gran parte dell’opera, senza per questo trascurare qualche nota malinconica per guidarci nei passaggi più toccanti della narrazione e rendere così indimenticabile l’intera esperienza.

Gravity Rush 2 è straordinario e rappresenta la naturale evoluzione della serie: una formula di gioco accuratamente approfondita e una trama che risponde a gran parte delle domande lasciate in sospeso nel capitolo precedente accompagnano il giocatore alla scoperta di un mondo dalle tante sfaccettature. Kat è più agile che mai e la sua contagiosa allegria permette di godersi l’opera di Japan Studio con il sorriso sulla labbra, anche se la gestione schizofrenica della telecamera potrebbe far innervosire chiunque non sia dotato di una buona dose di pazienza. Guardando oltre i difetti della visuale, però, abbiamo un prodotto di indubbia qualità e confezionato con cura certosina: il nuovo anno, dunque, non poteva iniziare meglio per i possessori di PS4 amanti degli action open world. Aggiungo che, in linea con la principale caratteristica di Gravity Rush 2, il voto che trovate qui in basso va considerato capovolto.

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Pro

  • La trama è coinvolgente e tocca temi tutt’altro che banali.
  • Kat è più in forma che mai grazie alle sue nuove abilità.
  • La colonna sonora è magistrale e scandisce alla perfezione ogni momento del gioco.

Contro

  • La telecamera causa non pochi problemi nei momenti più concitati.
  • A volte le texture vengono caricate con qualche secondo di ritardo.
8.8

Più che buono

Le leggende narrano che a Potenza ci sia un antro dentro al quale vive una misteriosa creatura chiamata Alteridan. In realtà è solo il nostro Daniele, che alterna stati diurni di brillantezza ad altri notturni dove i suoi amici non hanno ancora capito che non conviene fargli assumere troppo alcol.

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