Quello tra Halo e il PC è un rapporto abbastanza complicato. Il primo capitolo della serie arrivò sui nostri computer a svariati mesi di distanza dalla pubblicazione su console, mentre per il suo seguito dovemmo attendere addirittura tre anni per poi ritrovarci con una versione non solo castrata sul fronte dei contenuti, ma addirittura legata esclusivamente a Windows Vista. Dopodiché il buio: Master Chief non ha più fatto capolino su computer, lasciando che i giocatori PC si consolassero soltanto con le briciole nella misura di un paio di spin-off arcade e del più recente strategico Halo Wars 2. Alla luce di questo, l’annuncio di portare nuovamente le peripezie di John-117 e compagni su Windows 10 e Steam da parte di Microsoft è stato accolto con particolare entusiasmo, soprattutto perché ciò avrebbe significato non solo giocare nuovamente alle prime due incarnazioni della saga, ma anche provare per la prima volta con mouse e tastiera tutti quei titoli rimasti fin’ora una prerogativa della sola utenza console. Adesso il viaggio dei giocatori PC può finalmente cominciare, sebbene non con Master Chief, bensì con i membri della squadra Noble in quello che rappresenta sia il prequel dell’intera saga che il regalo di addio al franchise da parte di Bungie, ossia Halo: Reach.
REMEMBER REACH
Trattandosi di una versione rimasterizzata, ovviamente nulla è stato cambiato sul versante contenutistico, dunque la trama, i livelli, le armi, e tutto ciò che concerne il lato prettamente ludico è rimasto invariato. Ciò significa che anche imbracciando mouse e tastiera ci troviamo ancora una volta di fronte a un FPS di altissimo livello con un’ottima campagna single player che poggia le fondamenta su un level design eccellente, una successione di sparatorie in cui il dinamismo la fa da padrona, e una trama per forza di cose scontata ma ben narrata che si collega direttamente a quel Combat Evolved che segna l’inizio del viaggio di Master Chief e dell’inseparabile Cortana. Nonostante sia passato quasi un decennio dalla pubblicazione originale su Xbox 360, è ancora un piacere giocare ad Halo: Reach, segno che il tempo è stato davvero benevolo e che già all’epoca Bungie fece un lavoro più che egregio. Ciò non significa che Reach sia esente da difetti, basti pensare al bilanciamento altalenante della potenza di alcune armi, per esempio l’iconico fucile d’assalto continua a sparare coriandoli al posto di proiettili ed è dunque del tutto inutile, laddove il DMR o la fida Magnum si rivelano di gran lunga più incisive. Rimane anche l’impossibilità di mirare con le armi di precisione senza che il protagonista perda l’iron sight ogni volta che viene colpito, una scelta discutibile già dieci anni fa, figurarsi alle soglie del 2020.
ci troviamo ancora una volta di fronte a un FPS di altissimo livello con un’ottima campagna single player
TELL ‘EM TO MAKE IT COUNT
Per quanto concerne la realizzazione tecnica della remaster, il lavoro svolto è soddisfacente nonostante qualche passo falso. In primo luogo non è possibile modificare singolarmente la stragrande maggioranza delle opzioni grafiche, piuttosto bisogna accontentarsi di tre impostazioni prestabilite: oltre a godersi la versione originale di Halo: Reach vi è la possibilità di ridurre la qualità visiva in favore delle performance, oppure di abilitare tutte le migliorie apportate dagli sviluppatori. Tra le pochissime opzioni modificabili troviamo il Field of View, la risoluzione (da notare che sono supportate anche i formati 16:10 e 21:9), la sincronizzazione verticale e il frame rate. In quest’ultimo caso, però, è consigliabile bloccare gli fps a quota 60 dal momento che le animazioni sono tarate su quel frame rate massimo, quindi andando oltre si verificano casi in cui le movenze dei personaggi non sono in sincronia con la frequenza di aggiornamento. L’altro aspetto di criticità riguarda il comparto audio, che risulta sempre smorzato: i suoni delle armi appaiono soffocati, i rumori ambientali quasi innaturali, mentre durante la campagna le voci dei compagni di viaggio si interrompono in maniera improvvisa nel bel mezzo di un dialogo.
L’altro aspetto di criticità riguarda il comparto audio, che risulta sempre smorzato
La versione rimasterizzata di Halo: Reach è un ottimo modo per affrontare per la prima volta (o rivivere) le vicende della squadra Noble. Nonostante qualche problema tecnico e alcune criticità presenti anche nell’originale, questa riedizione è un’opera che riesce a rendere giustizia a un titolo già di per sé di notevole caratura. Insomma, l’avventura di Halo su PC parte con il piede giusto: le fondamenta sono solide, anche se in futuro bisognerà aggiustare il tiro e limitare al minimo gli inciampi.