Hearthstone: Heroes of Warcraft – I Bassifondi di Meccania – Recensione

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Ormai ho perso il conto di Espansioni e Avventure che hanno notevolmente ampliato il gioco di carte Blizzard dalla sua uscita, ma ciò che riesce tuttora a stupirmi è lo “scossone” che subisce Hearthstone dopo ogni novità: con l’aggiunta di qualche interessante meccanica, difatti, è finalmente giunto il momento di rivedere le proprie tattiche di gioco, e come sempre saranno necessari una buone dose di pazienza, determinazione e l’immancabile fattore “C”.

GUERRE TRA CLAN

La più grande novità portata sui nostri schermi da Blizzard riguarda l’inserimento delle carte tri-classe che, una volta messe in gioco, ci permettono di pescare carte della nostra fazione, composta dalla propria classe e da altre due. Così, i membri del Loto di Giada (Ladri, Druidi e Sciamani), gli studiosi della Kabala (Maghi, Sacerdoti e Stregoni) e i loschi Sgherri Torvi (Guerriero, Paladino e Cacciatore), picchiandosi di santa ragione, ci danno modo di personalizzare a dovere i nostri amati mazzi.

Hearthstone - I Bassifondi di Meccania immagine PC Mobile 10

Come sempre saranno necessari una buone dose di pazienza, determinazione e l’immancabile fattore “C”

Oltre a suddividere i giocatori in tre grandi famiglie, questa nuova meccanica aggiunge anche interessanti particolarità: il Loto di Giada, oltre a fornire alle proprie armate l’abilità “Furtività”, basa le proprie strategie sull’utilizzo dei Golem di Giada, che aggiungeranno alle statistiche dei suddetti un +1/+1 a ogni evocazione (rendendo così tali nemici particolarmente pericolosi nelle fasi più avanzate della partita); la Kabala si diverte invece a “giocare” con il mana e le pozioni, aggiungendo sì un pizzico di casualità di troppo ma permettendo di ribaltare le sorti di uno scontro; infine gli Sgherri hanno l’abitudine di potenziare le truppe che teniamo in mano, rendendo anche un semplice Murloc 1/1 un vero e proprio mostro da affrontare.

LA STRADA VECCHIA PER LA NUOVA

Perdonatemi se non mi addentro in complicate spiegazioni sul “meta” attuale, sulle carte e sulle strategie più forti con cui scalare le classifiche e non mi perdo a darvi qualche consiglio su “combo” particolarmente efficaci, ma come giocatore sono sempre stato particolarmente scarso.

Hearthstone - I Bassifondi di Meccania immagine PC Mobile 05In compenso, non posso che lodare la decisione della software house americana di ridurre al minimo la componente casuale delle partite, diventata fin troppo fondamentale con “Il Gran Torneo” e qualche altra espansione, dando così modo agli appassionati di raccogliere i frutti delle proprie idee o – nel caso – di pagare a caro prezzo l’aver costruito un mazzo poco funzionale.

la decisione della software house americana di ridurre al minimo la componente casuale dà modo agli appassionati di raccogliere i frutti delle proprie idee

Hearthstone, dopo essersi quasi paralizzato a causa di un metagame stagnante, ha finalmente trovato una ventata d’aria fresca. Ammetto di non essere un amante delle guide strategiche e dei tanti “mazzi pronti” da copiare per scalare la classifica, ma fortunatamente le possibilità offerte dai Bassifondi di Meccania sono tantissime, e serviranno un po’ di tempo e pazienza prima di trovare il proprio stile di gioco preferito. Blizzard, ancora una volta, offre un prodotto magnificamente rifinito, dalle splendide illustrazioni, e che ci terrà incollati davanti allo schermo fino alla prossima espansione.

I Bassifondi di Meccania dà un forte scossone a Hearthstone, offrendo qualche nuova meccanica – semplice, ma funzionale – in grado di cambiare radicalmente il metagame stagnante che affliggeva il gioco di carte. La componente casuale è calata drasticamente, e sono tantissime le possibilità di costruzione dei vari mazzi. Blizzard continua a darci la nostra droga digitale quotidiana, e noi non possiamo che gioire per questo!

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Pro

  • Nuove, interessanti meccaniche.
  • Ridotta la componente casuale.
  • 130 nuove carte.

Contro

  • Comincia a essere difficile rimanere aggiornati.
8

Più che buono

Si ostina pervicacemente a usare un portatile che non vorrebbero più nemmeno al Museo della Scienza e della Tecnica, oltre a vestirsi come Padre Maronno. Abita con un pappagallo che ha chiamato Chocobo, ma non crediamo abbia mai provato a cavalcarlo per davvero (o almeno c’è da sperarlo).

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