Il regno di Hel è, per la mitologia nordica, l’equivalente cristiano dell’inferno. Un luogo freddo e inospitale dove le anime dei dannati sono chiamate a espiare le proprie colpe, riservato normalmente ai traditori, agli assassini e a tutti coloro che si fossero macchiati di colpe imperdonabili. A comandare su questo regno infausto è la regina Hel, nota anche come Hela nei fumetti Marvel e come Hella in questo gioco, Helheim. O, per meglio dire, a comandare era Hella perché, tempo addietro, fu spodestata da un misterioso quanto terribile usurpatore, capace di privarla di tutti i suoi poteri, imprigionarla e fare sì che, a ogni lamentela sui social contro il tiranno in carica, qualcuno rispondesse prontamente “E allora Hella!?”.
LA FURIA SI SCATENA
Ma, come accadeva in una pubblicità della Renault di taaaanti anni fa, anche la nostra cadaverica regina riesce improvvisamente a liberarsi e, per niente felice della situazione, ha bisogno del nostro aiuto per correre al suo palazzo, liberare il trono dalle pesanti chiappe del nuovo reggente e, soprattutto, ristabilire il proprio ruolo nella scala sociale dei dannati. Una missione tutt’altro che semplice, dal momento che tutte le anime che popolano l’aldilà sono state trasformate in terribili soldati delle forze oscure. Ce ne sono di ogni genere, armate pesantemente: soldati semplici o corazzati, streghe, mostri, gente che sbaglia i congiuntivi e così via. Tutte queste presenze si materializzano al passaggio della regina e la attaccano senza pietà, costringendola a una continua lotta contro ogni cosa che si muove.
la cadaverica regina riesce improvvisamente a liberarsi e, per niente felice della situazione, ha bisogno del nostro aiuto
UN GAMEPLAY SEMPLICE MA AVVINCENTE
Helheim è il punto di incontro ideale tra un hack’n’slash alla Diablo (pesantemente semplificato) e uno shoot ‘em up a scorrimento vintage come 1942 o Truxton: Hella si troverà impegnata tutto il tempo a schivare i proiettili sparati dai suoi nemici oppure a restituirli al mittente, deviandoli con la sua spada. Fortunatamente, l’agile regina può anche sfuggire rapidamente al fuoco nemico con un’agile manovra diversiva, che le permette di spostarsi velocemente di alcuni metri. Questa manovra può (e deve) essere effettuata in qualsiasi momento e, se combinata con qualche fendente, sa essere letale per gli avversari. Alla fine, la logica non è molto diversa neanche dai picchiaduro a scorrimento come Double Dragon: lungo il percorso saremo continuamente oggetto di imboscate e posti di blocco, dove verremo aggrediti da decine di nemici e noi dovremo abbatterli tutti per proseguire. Tutto qua: non ci sono percorsi alternativi, non ci sono punti esperienza da spendere, o altri elementi derivati dai giochi di ruolo. Si corre, si schiva, si ammazza. E non sarà per niente facile, neanche ai livelli di difficoltà più clementi.
Helheim è un gioco semplice ma avvincente, con un livello di sfida non banale e un’attrattiva legata principalmente alla rissosità delle mischie in cui, volenti o nolenti, dovremo azzuffarci contro i cattivi. Che, proprio come negli arcade degli anni Novanta, arrivano a ondate sparandoci addosso migliaia di proiettili. Insomma, il videogioco nella sua accezione originale, con tutti i pro e i contro della questione. Un buon lavoro da parte del giovane team torinese Not A Number, che è stato un vero piacere giocare e rigiocare sia come oggetto da recensire, sia come valvola di sfogo per scaricare lo stress. Dieci euro spesi bene.