A meno di colpi di scena finali, il titolo di miglior horror di questa annata cinematografica va a It Follows, pellicola di rara raffinatezza di cui già vi abbiamo parlato qui, ma The Conjuring – Il caso Enfield, attualmente nelle sale, vince meritatamente la medaglia d’argento.
Il terrore è come una porta socchiusa
Sfortunatamente non è tutto oro quel che luccica. In questo secondo capitolo Wan allunga il film, lo rende verboso all’inverosimile, peculiarità che diluisce troppo la tensione in un horror di più di due ore, regalando situazioni per cui risulta inevitabile guardarsi attorno e chiedersi cosa stia succedendo. Una piccolezza che mina, solo appena, il lavoro altrimenti perfetto del regista che anche qui, gira continuamente la camera, sperimenta e danza come un pattinatore sul ghiaccio attorno ai propri attori regalando almeno due o tre sequenze veramente memorabili a livello tecnico.
È durante questi momenti che James Wan mette in atto, visivamente, la porta socchiusa citata all’inizio: con esperienza e inventiva crea l’atmosfera legata a ciò che non conosciamo, abbozza appena quella figura che si distingue con difficoltà nel buio. Wan ci porta sull’uscio della porta, sul confine dell’oscuro e dell’ignoto, e noi non possiamo che limitarci a dare uno sguardo, un’occhiata fugace per renderci conto che alcune porte è meglio tenerle chiuse.
VOTO 7
Genere: horror, thriller
Publisher: Warner Bros.
Regia: James Wan
Colonna Sonora: Joseph Bishara
Intepreti: Vera Farmiga, Patrick Wilson, FrancesO’Connor, Madison Wolfe, Simon McBurney
Durata: 133 minuti