Pirati dei Caraibi – La Vendetta di Salazar – Recensione

Nell’estate del 2003 avevo 14 anni ed mi trovavo in una vacanza studio a Londra. In quegli stessi giorni uscì al cinema La Maledizione della Prima Luna, rinominato in Pirati dei Caraibi solo successivamente all’annuncio dei due diretti sequel. Lo vidi lì, in lingua originale: era un film bello, fresco, pop. Anzi, più che pop era una via di mezzo tra il rock e il punk, così anarchico e divertente da essere travolgente. I sequel non furono da meno e rivoluzionarono, senza ombra di dubbio, il genere dell’avventura. Personalmente, non vedevo un film così strutturalmente e narrativamente forte da Indiana Jones e L’ultima Crociata. Il quarto capitolo fu invece un orrendo incubo. Un dubbio s’insinuò nella mia come nella testa di tanti altri: il format proposto da Pirati dei Caraibi, funzionava ancora?

La risposta era da ricercare in questo quinto film, arrivato con ben sei anni di ritardo (in realtà era pronto dal 2015, ma questa è un’altra storia), laddove, purtroppo, i dubbi sono stati confermati: Pirati dei Caraibi – La Vendetta di Salazar è un film mediocre e privo di originalità, ma peggio ancora, sancisce definitivamente la morte di un format. Le azioni imprevedibili di Capitan Jack Sparrow sono diventate, nel giro di pochi anni, prevedibili e irritanti.

Ne La Vendetta di Salazar troviamo il figlio adolescente di William Turner reclutare Jack Sparrow alla ricerca del Tridente di Poseidone, una reliquia marina avvolta dalle classiche leggende maledette. In questo prodromo del plot emerge il primo problema da cui non si scappa: perché rievocare una storia che era stata già chiusa nel suo agrodolce lieto fine? Parlo chiaramente di William Turner ed Elizabeth Swan, di cui nessuno sentiva più il bisogno di veder narrate altre vicende, e ancor di più della loro progenie. Si tratta di una soluzione narrativa che – evidentemente – ha il solo scopo di soddisfare la vena sadica di alcuni sceneggiatori hollywoodiani che, negli ultimi anni, godono nell’inserire personaggi che scopriremo essere figli o parenti di altri protagonisti della saga.

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Pirati dei Caraibi è, a malincuore, un franchise che non ha più nulla da raccontare in termini di qualità e inventiva

In quest’ultimo capitolo di Pirati dei Caraibi, il nemico (il capitano spagnolo maledetto tra la vita e la morte, Salazar) appare con il contagocce e non rappresenta mai una vera e propria minaccia mortale. Ciò che comunque sancisce la totale débâcle del film è proprio ciò che, fino a ieri, rappresentava il suo pezzo forte: Johnny Depp. Potrebbe sembrare una critica sterile, ma dopo circa quindici anni il personaggio del pirata ubriacone, svampito e che sbanda a destra e manca non funziona più; e lo dico a malincuore, perché era proprio quel suo essere totalmente fuori dai canoni che ha regalato un certo fascino sia al personaggio, sia alla saga.

La Vendetta di Salazar segna la saturazione totale del genere. La prima parte del film è altamente prolissa e soporifera, con un intreccio narrativo tirato per le lunghe. Va un po’ meglio nella seconda, dove alcune soluzioni visive e l’entrata nel vivo dell’avventura riescono a risollevare attenzione e animi: troppo poco e troppo tardi. La sensazione che rimane è di una chiara operazione commerciale, atta a mungere più soldi possibili da un franchise di sicuro successo, ma che ha purtroppo smesso di inventare. Non si parla tanto di una realizzazione fallace o pigra (i due registi norvegesi Joachim Rønning e Espen Sandberg, che vengono dal clamoroso Kon-Tiki, girano con cura, alternando intelligentemente l’effetto visivo al trucco materiale, riportando un po’ di artigianato in un’arte nata con esso), ma è proprio l’idea dietro al film che non convince, e quindi tutta la sua realizzazione.

Pirati dei Caraibi è, a malincuore, un franchise che non ha più nulla da raccontare in termini di qualità e inventiva. Probabilmente è un format che, complici gli anni e l’evoluzione del cinema, oggi non funziona più. Peccato.

VOTO: 5.5

Pirati-dei-Caraibi-La-Vendetta-di-SalazarGenere: avventura, azione
Publisher: Disney
Regia: Joachim Rønning e Espen Sandberg
Colonna Sonora: Geoff Zanelli
Interpreti: Johnny Depp, Javier Bardem, Brenton Thwaites, Geoffrey Rush, Kaya Scodelario
Durata: 129 minuti

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