Horizon Call of the Mountain – Recensione

PS5 VR

È arrivato il momento di Horizon Call of the Mountain, primo titolo di punta di PS VR2, un mondo familiare e affascinante esplorato da un’altra prospettiva. E dall’alto, molto alto.

Sviluppatore / Publisher: Guerrilla Games, Firesprite / Sony Prezzo: 69,99€ Localizzazione: Completa Multiplayer: Assente PEGI: 12+ Disponibile Su: PS5, PlayStation VR 2

Una vetrina di lusso per la nuova tecnologia VR di Sony (qui la recensione in progress), concepita per comprendere in un sol colpo un’avventura affascinante, un’ambientazione sci-fi già amata e tutte le caratteristiche tecniche avanzate di PS VR2, alla ricerca della massima immersione. Il sipario si apre su Ryas, esperto scalatore Carja Ombra (nonché fratello di Urid, personaggio che potreste aver incontrato nei fumetti dedicati alla saga, appena menzionato in Horizon Forbidden West) catturato dai principali rivali nel contesto della feroce guerra tra tribù del mondo di Horizon, dove i dinosauri meccanici e i segreti di della postapocalisse non bastano, al solito l’uomo butta l’asso dell’autodistruzione violenta.Horizon Call of the Mountain recensioneLa storia di Horizon Call of the Mountain, e così di Ryas, si dirige verso un percorso di redenzione che pone sullo sfondo – e mette sempre più a fuoco – un nuovo terribile pericolo. Ecco, direi che può bastare per la trama messa in piedi da Guerrilla Games e Firesprite (lo studio di Persistence): il rischio spoiler è sempre alto ed è meglio concentrarsi sull’esperienza VR proposta ad appassionati e neofiti di questa tecnologia, di cui io stesso sono schiavo. E si, nel gioco appare anche Aloy, e no, non vi possiamo dire come e perché nemmeno sotto tortura.

RAFFINATEZZE VR

Per l’esperienza estetico-tecnica, non possiamo che ripetere quanto scritto nella recensione di PS VR2. In Horizon possiamo muoverci tra i menu col movimento delle pupille in modo sorprendentemente naturale, usare la stessa tecnologia di rilevamento oculare per un’impressione costantemente 4K, priva di qualsivoglia screen door effect anche per chi ha una vista da 11/10, e naturalmente utilizzare i due PS VR2 Sense nella forma più completa possibile.Horizon Call of the Mountain recensioneIl grilletto adattivo da l’impressione di presa sugli strumenti, dello scoccare frecce con l’arco sui dinosauri meccanici e via così, in un sistema che offre anche la vibrazione sul retro del visore e, a parte questo, in VR assume tutto un altro peso, nonostante si tratti di caratteristiche già viste – e soprattutto sentite – sui DualSense.

Una vetrina di lusso concepita per comprendere in un sol colpo un’avventura affascinante, un’ambientazione sci-fi già amata e le caratteristiche avanzate di PS VR2

Stesso livello qualitativo per l’audio 3D, assolutamente pazzesco, in un’esperienza che sceglie un ritmo relativamente calmo nel dipanare tecnologie e caratteristiche di gioco. Prima di tuffarsi, però, nelle vicende ad alta quota di Horizon Call of the Mountain, è possibile mettere mano a un impressionante numero di opzioni di personalizzazione, per definire fino all’estremo dettaglio la fruizione del gameplay e le impostazioni di comfort. Noi abbiamo scelto di stare in piedi con rotazione fluida e veloce, movimento diretto e nessuna vignettatura ai bordi, ma è davvero possibile impostare qualsiasi cosa, compresi comandi gestuali – e non via levette, insomma – per i movimenti di Ryas, particolare ancora più amichevole per chi soffre di motion sickness.

LA SCALA DI HORIZON CALL OF THE MOUNTAIN

L’esperienza si fonda su una sfida non elevata ma molto divertente da affrontare, oltre che concepita per risultare visivamente abbacinante.Horizon Call of the Mountain recensioneForse non siamo di fronte alla killer application che alcuni attendevano, questo ruolo che potrebbe toccare a Resident Evil Village con l’update gratuito in realtà virtuale, all’uscita di PS VR2, e proprio l’impegno richiesto e le sfaccettature del gameplay sono potenzialmente in grado di fare la differenza. Eppure, ogni elemento di Horizon Call of the Mountain è concepito con criterio, senza mai annoiare: l’avventura ci porta costantemente su vette montane e mette molta enfasi sulle scalate, intervallando le spettacolari sezioni esplorative con combattimenti – le star sono le Macchine, naturalmente – e fasi dove la gestualità VR è messa in bella mostra con moltitudini di strumenti e situazioni.

Nelle scalate siamo nei pressi di Climb, ma senza complicare la vita del giocatore con gesso sulle mani, resistenza fisica delle prese e altri particolari

L’azione è compatta e lineare, circa 8 ore di gameplay, e anche per questo la descrizione completa di meccaniche ed equipaggiamento può equivalere a spoiler. Un’attenzione che ho dedicato a tanti altri giochi VR dalla durata non stellare – specie quando, come in questo caso, alla longevità si preferisce la densità di elementi. Dalla parte delle scalate siamo nei pressi dei due Climb, ma senza complicare la vita del giocatore con gesso sulle mani, resistenza fisica delle prese e altri particolari del fitness game (o giù di lì) di Crytek: possiamo afferrare rocce e appigli con precisi movimenti gestuali, individuando il percorso intorno a noi verso vette e luoghi specifici, con l’aggiunta di acrobazie in salto e soprattutto di una serie di equipaggiamenti da scalata, tra picozze, rampini e via così, selezionabili in un inventario rapido una volta rinvenute.Horizon Call of the Mountain recensionePer costruirli, ogni tanto dovremo viaggiare nell’HUB montano che fa procedere alcuni tratti della trama, consente di selezionare le missioni, i tutorial/sfida e, appunto, craftare particolari strumenti nel classico tavolo da lavoro. Dentro casse, botti e scrigni troveremo anche pezzi per migliorare la nostra armatura e, così, la resistenza ai danni, accanto a tutta una serie di dispositivi o punte ‘elementali’ per migliorare le nostre frecce e affliggere danni di stato alle bestiacce robotiche.

Va da sé che la scala del mondo è centrale nel risultato estetico, peraltro sempre fluido e relativamente pulito in termini di collisioni poligonali, fisica e piccoli bug

Di nuovo la faccenda si fa bilanciata tra sensazione di presenza, e quindi di interattività di ciò che ci circonda, e gameplay mutuato dalla migliore VR: ruotando l’arco è possibile far apparire e selezionare il tipo di freccia che vogliamo usare, esattamente come in In Death ma con un minimo di crafting a corredo, comunque mai tendente verso un realistico survival. In questi frangenti il tempo rallenta e va spesso ad affiancare gli scontri, basati in gran parte sul tempismo degli strafe laterali – automaticamente più larghi e veloci durante i combattimenti – e sulla scelta tattica dei danni elementali da imprimere sulle frecce, a fronte di punti deboli evidenziati automaticamente alla pressione di un tasto.Horizon Call of the Mountain recensioneVa da sé che la scala del mondo è centrale nel risultato estetico, peraltro sempre fluido e relativamente pulito in termini di collisioni poligonali, fisica e piccoli bug. Enormi bestie meccaniche e vertiginose altezze vengono percepite come tali, facendoci sentire un piccolo uomo, benché tenace, al cospetto di un mondo più grande di lui. Horizon Call of the Mountain non detterà nuovi standard per la VR, pur facendo bella mostra di ottime caratteristiche tecniche, ma offre densità, divertimento e meraviglia nella giusta dose.

In Breve: Horizon: Call of the Mountain taglia il nastro di partenza di PS VR2 con un bel gioco, concepito come vetrina delle caratteristiche avanzate del nuovo sistema in realtà virtuale di Sony e, allo stesso tempo, per onorare in una nuova prospettiva un mondo postapocalittivo già celebre e amato. Forse non è la killer application che alcuni aspettavano, questo ruolo potrebbe toccare a Resident Evil Village VR, a fronte di una componente esplorativa e di puro spettacolo che prende spesso il sopravvento, ma il risultato è comunque imperdibile per chi ama il mondo di Horizon e si affaccia per la prima volta su PlayStation VR 2.

Piattaforma di Prova: PS5, PlayStation VR2
Com’è, Come Gira: le immagini di questa recensione non possono restituire lo spettacolo visivo di Horizon Call of the Mountain, lo scaling automatico del grado di dettaglio associato al tracciamento oculare è impossibile da catturare. Quindi credetemi sulla parola: esteticamente siamo davanti a un risultato di eccellente livello, capace di esaltare al meglio l’HDR, particolareggiato fino alla più piccola roccia e pauroso per senso di scala.

 

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Pro

  • Spettacolo magnifico, senso di scala pazzesco. / Meccaniche e personalizzazione in realtà virtuale ben implementate. / Bella vetrina delle caratteristiche avanzate di PS VR2.

Contro

  • Un po' sbilanciato verso lo 'spettacolo per lo spettacolo', avremmo preferito maggiore sfida. / Tante meccaniche sono mutuate da altri giochi VR, ma non è per forza un difetto.
8.6

Più che buono

Marietto è così dentro alla sci-fi che non riesce a trovare la strada per uscirne. Per lui i videogiochi sono proprio questo, una porta per accedere a un pezzo di fantascienza che si realizza qui e ora, senza aspettare la fine del mondo.

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