I Pilastri della Terra - Libro Uno - Recensione

iOS PC PS4 Xbox One

Durante lo scorso E3 di giugno, a Los Angeles, tra i millemila giochi provati in fiera c’era anche il primo episodio de I Pilastri della Terra, edizione videoludica del romanzo di Ken Follett sviluppata da Daedalic Entertainment, disponibile da ferragosto anche su Steam.

USA PENNA SU FOGLIO DI CARTA

Strutturato come avventura grafica molto elementare nelle sue dinamiche di gameplay, che si limitano a un po’ di esplorazione, qualche dialogo ed enigmi davvero elementari, il primo episodio de I Pilastri della Terra racconta la prima parte del libro, fino all’incendio che porta alla distruzione della cattedrale di Kingsbridge e l’inizio dei lavori per la costruzione della nuova chiesa. Pian piano (molto piano) vengono introdotti i diversi personaggi che danno vita all’opera corale di Follett, dal giovane Jack al priore Philip, passando per il barbuto Jack Builder, la principessa Aliena e tutti gli altri che chi ha letto il romanzo conosce senz’altro. L’avventura è strutturata in sette diversi capitoli, di lunghezza variabile, e che possono essere portati a termine senza grandi sforzi in una manciata di ore (poco meno di sei, nel mio caso).

pilastri della terra recensione

Per apprezzare il gioco occorre superare il primo capitolo, di una noia mortale

Il problema principale de I Pilastri della Terra, e lo dico subito così ci togliamo il pensiero, è proprio l’incipit. Il primo capitolo, quello che dovrebbe far venir voglia di giocare tutti gli altri, è di una noia mortale. O meglio, ha un ritmo da latte alle ginocchia. Certo, stiamo parlando di un’avventura grafica con una forte componente narrativa e non di uno shoot’em up sotto acidi, tuttavia… Il genere mi appassiona da che ne ho ricordo, e la prima ora e mezza del gioco è tra le più noiose che abbia mai passato della mia lunga vita da avventuriero. Dialoghi che durano interi minuti senza uno straccio di regia, con lo schermo perennemente fisso su una sola immagine, con solo qualche cenno di movimento facciale dei personaggi a spezzare la staticità di quella che potrebbe tranquillamente essere scambiata per una schermata fissa.

PARLA CON KEN FOLLETT

Superato l’impatto iniziale, il gioco comincia a prendere lentamente quota: gli sviluppatori devono essersi accorti che si tratta pur sempre di un videogame, e il ritmo si fa un po’ più sostenuto; gli eventi cominciano ad appassionare, i personaggi acquistano spessore e il resto del gioco scivola via senza quasi rendersene conto.

pilastri della terra recensione

I Pilastri della Terra punta più al pubblico di appassionati del libro che a quello degli avventurieri digitali

Come dicevo poco sopra, e come abbiamo scritto anche nella nostra anteprima, non aspettatevi un’avventura punta e clicca tradizionale: l’enfasi è tutta sulla narrazione, e il gameplay ridotto al minimo indispensabile, con un po’ di esplorazione delle piccole location, due o tre oggetti da raccogliere, e puzzle che si risolvono nel giro di un paio di schermate. Del resto, come ci raccontava anche il direttore creativo Matt Kempke a Los Angeles, I Pilastri della Terra punta più al pubblico di appassionati del libro che a quello degli avventurieri digitali, e questo ha portato a una serie di importanti semplificazioni a prova di idiota: oltre alla possibilità di evidenziare gli “hot spot” di ogni location, per dire, sullo schermo è sempre visibile un’indicazione di dove ci si trova e cosa bisogna fare. Nell’inventario, richiamabile con lo stick destro del pad, finiscono i pochi oggetti recuperabili in giro, ma anche idee o frammenti di dialoghi, da usare come “oggetti” nelle conversazioni con altri personaggi. Dal punto di vista tecnico la produzione di Daedalic è di quelle a basso budget: lo stile grafico minimalista regala un discreto colpo d’occhio nelle immagini statiche, ma le animazioni dei personaggi sono davvero risicate e non prive di inciampi. Molto più curato il sonoro, con una colonna sonora sempre coinvolgente, con alcuni passaggi di ottima fattura, e un doppiaggio – solo in inglese – più che accettabile, con voci convincenti e ben calate nei personaggi. Molto buona anche la localizzazione in italiano dei testi.

LA PROPORZIONE È IL CUORE DELLA BELLEZZA

La storia è la parte più interessante del gioco, ma fin qui non ci sarebbe di che meravigliarsi più di tanto. Bella forza, direte voi. In realtà, gli sviluppatori hanno svolto un interessante e accurato lavoro di decostruzione delle vicende narrate nel libro, trasformando alcune pagine in semplici elementi di contorno in alcune location, altre in passaggi cruciali nelle mani del giocatore, ed è qui che I Pilastri della Terra di Daedalic mostra il suo elemento di maggior interesse. La trama non è lineare, perché è piena di decisioni più o meno importanti che il giocatore è chiamato a prendere, spesso in una manciata di secondi (con il consueto timer a scandire i tempi), e che potenzialmente potrebbero decidere la sorte di qualche personaggio, o far prendere una piega diversa alla storia.

pilastri della terra recensione

Gli sviluppatori hanno svolto un accurato lavoro di decostruzione delle vicende narrate nel libro

Gli elementi chiave del libro rimangono quelli, intendiamoci: da questo punto di vista non c’è da aspettarsi chissà quali stravolgimenti, ma Daedalic è riuscita ad assicurarsi un sufficiente margine creativo di manovra per poter consegnare al giocatore penna e calamaio, e lasciare che sia lui a scrivere alcune delle pagine del romanzo, secondo le proprie scelte. Non ci sono, come nei giochi Telltale, scritte in sovrimpressione che ci avvisano del fatto che “Tizio si ricorderà di quel che gli hai fatto“, ma una schermata riepilogativa alla fine di ciascuno dei sette capitoli. Una scelta che va a tutto vantaggio del coinvolgimento e della sospensione dell’incredulità, ma che costringe, se vi rendete conto di non voler continuare l’avventura con una particolare scelta messa in campo, a rigiocare l’intero capitolo in cui si è svolta. Quello che è il principale merito de I Pilastri della Terra rimane comunque anche la sua più grande incognita, almeno in questa fase: solo nei capitoli successivi (e con ogni probabilità più l’ultimo che quello di mezzo) avremo modo di capire le reali ripercussioni delle decisioni prese in questa prima puntata, e quanto andranno a coinvolgere il proseguo del racconto.

Il primo capitolo de I Pilastri della Terra lascia un po’ di amaro in bocca per la realizzazione tecnica, onestamente piuttosto scadente, anche se parzialmente graziata da una discreta direzione artistica e un comparto sonoro di buon livello. In più, occorre superare lo scoglio di una noioissima prima parte perché la storia cominci a ingranare sul serio. A quel punto, ci si comincia ad appassionare alla saga di Ken Follett e ai numerosi personaggi che la popolano, con il non indifferente plus di una serie di scelte lasciate in mano al giocatore che potrebbero condizionare in maniera importante lo svolgimento degli eventi futuri, che è poi l’interrogativo principale del gioco. Rimane il grande interrogativo su quanto incideranno nei prossimi capitoli, a cui potremo rispondere solo più avanti.

Condividi con gli amici










Inviare

Pro

  • Storia affascinante e coinvolgente.
  • Numerose scelte lasciate al giocatore.
  • Direzione artistica piacevolmente riuscita.
  • Buon doppiaggio e localizzazione.

Contro

  • Incipit mortalmente noioso.
  • Gameplay ridotto all'osso.
  • Tecnicamente modesto.
7.5

Buono

Il giovin virgulto si diletta con i racing game da molto prima che inventassero la ruota. Pare che Crammond, nei ritagli di tempo di Claudio, abbia usato delle sessioni di guida del nostro eroe per programmare l’IA dei piloti in GP2. Oltre ai titoli corsaioli, Claudio ama le avventure, le serie TV, i platform e gli FPS vecchia scuola.

Password dimenticata