L’archeologo più celebre della storia del cinema è tornato, pronto a schioccare la frusta contro le nostre schede video! Ne vedremo delle belle in Indiana Jones e l’Antico Cerchio!
Sviluppatore / Publisher: MachineGames / Bethesda Softworks Prezzo: € 69,99 Localizzazione: Completa Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile Su: PC (Steam, Microsoft Store), Xbox Series X|S, PS5 Data di Lancio: 9 dicembre 2024 (PC, Xbox); da annunciare (PS5)
Dopo aver riposto il fedora e spolverata la giacca di pelle, il miglior complimento che posso fare a Indiana Jones e l’Antico Cerchio riguarda il senso di autenticità che si respira dall’inizio alla fine. L’ultima fatica di MachineGames è una bella avventura DI Indiana Jones, al contrario della più recente pellicola che si è rivelata – senza eccessive sorprese – un mediocre delirio su celluloide CON Indiana Jones. Poveretto, vista l’età non se lo meritava, ma a quanto pare il temerario alter ego di Harrison Ford ha ancora tante appassionanti vicende da raccontare, a patto di restare lontano dal grande schermo.
Indiana Jones e l’Antico Cerchio è un gioco molto interessante, per certi versi sperimentale considerato il curriculum “guerrafondaio” dello sviluppatore svedese: Indy è e resterà sempre l’erede di Errol Flynn, un eroe d’azione scavezzacollo e carismatico, tuttavia non a prova di proiettile come B. J. Blazkowicz, vero e proprio uomo arsenale capace di incutere da solo il terrore nelle truppe dell’Asse. Come lo innestiamo in un’avventura in prima persona?
IL CUORE DI INDIANA JONES E L’ANTICO CERCHIO
A scanso di equivoci Indy porta con sé sempre una rivoltella e, all’occorrenza, può raccogliere e usare le armi nemiche per cercare di uscire dalle situazioni più disperate. Questo approccio però è sconsigliabile e da considerare come ultima risorsa, perché proiettili ed esplosioni tendono ad attirare i nazisti come api al miele mandando all’aria i piani di infiltrazione. Costretta a mettere un po’ da parte il gunplay che da sempre fa parte del DNA della sua produzione, MachineGames ha creato un sistema di controllo molto ben congegnato per consentire al giocatore di cavarsela in ogni situazione sfruttando i punti di forza del celebre archeologo.
il DNA di MachineGames è parecchio lontano dai giochi d’avventura, ma con Indy se la sono cavata egregiamente
Complice un’interfaccia minimalista che permette di gestire oggetti e tenere sott’occhio vitalità e resistenza senza popolare lo schermo di indicatori è facile calarsi nei panni di Indiana Jones e, trascorsi i primi minuti, ci si trova subito intenti a sgattaiolare alle spalle dei fascisti che infestano Castel Sant’Angelo per spedirli tra le braccia di Morfeo usando armi improvvisate, nascondendo i corpi per evitare di allertare i commilitoni e scivolare come un’ombra nella notte. Il periodo di tempo che passa dall’avvistamento alla ricerca di potenziali trasgressori è sufficientemente generoso da non trasformare la furtività nel fattore chiave di un prodotto che trova la sua identità nell’unione sinergica di elementi assai diversi tra di loro.
C’è una seria alchimia tra il protagonista e la coraggiosa Ginetta Lombardi, mentre Voss Emmerich è un’ottima nemesi
ASSEMBLARE IL PUZZLE
Il gioco offre quattro livelli di difficoltà (l’ultimo è talmente spietato da mettere alla prova il leggendario senso d’orientamento di Marcus Brody!) e la scelta se godere di enigmi più o meno semplici, in modo da creare una sfida su misura per tutti. Non vi consiglio però di far riposare la materia grigia e, anzi, vi sprono ad abbracciare tutto quello che l’Antico Cerchio ha da offrire, giocando nella maniera meno guidata possibile. Macchine ancestrali, tranelli mortali, inespugnabili codici nazisti e tanto altro: le prove che vi troverete di fronte spezzano egregiamente la monotonia di salti e combattimento e, sopratutto, hanno un gusto squisitamente genuino, il genere di sfida che Indiana Jones affronterebbe in uno dei suoi film. Sono assai intriganti e risolverli dona soddisfazione e autostima in egual misura grazie a una formula ben riuscita che spesso esige colpo d’occhio, deduzione logica e ricerca; poi, nell’eventualità che la soluzione apparisse irraggiungibile, è sempre possibile accedere a una serie di indizi fotografando la diavoleria di turno, ottenendo progressivamente suggerimenti sempre più chiari a ogni foto.
La macchina fotografica è del resto una grande alleata, e ogni scatto andato a segno frutta dei punti avventura che possono essere investiti nella consultazione di appositi libri da recuperare sul campo per apprendere utili abilità secondarie. È un sistema che non funziona sempre perfettamente e che ha maggior senso ai livelli di difficoltà più tosti, considerando che, almeno giocando a quello intermedio, verso la fine mi sono trovato con tanti di quei punti da non sapere più cosa farne. Ben diverso il discorso per i tomi scientifici con cui potenziare valori fondamentali quali resistenza e punti ferita, acquistabili solo perseguendo una particolare missione secondaria che vi chiederà di passare al setaccio l’intero mondo di gioco. Un vero piacere, a dirla tutta.
ABSOLUTE CINEMA
I Predatori dell’Arca Perduta è stato il primo film che ho visto al cinema da piccolo, uno spettacolo a cui non ero pronto e che mi ha segnato profondamente. Si potrebbe affermare che, in un certo senso, con me Indiana Jones vince facilmente, tuttavia la mia ammirazione per il personaggio mi rende anche molto esigente quando si tratta di giudicare una sua nuova avventura. Secondo il mio parere l’Antico Cerchio vanta una cadenza veramente buona, esaltata da una cura per i dettagli tale da allestire un world building inappuntabile che non sfigurerebbe affatto nel migliore cinema della vostra città. MachineGames ha abbondantemente dimostrato di saperci fare con la programmazione, e questo è senza alcun dubbio il loro gioco più maturo.
la cura nei dettagli e nella messa in scena sono un grande valore aggiunto
spiace che non tutte le side quest sembrino all’altezza di un avventuriero come Indy
Una cadenza buona dicevamo, quasi perfetta, dettata dall’alternarsi di mappe aperte (bellissime, ma che rischiano di rendersi alla lunga dispersive e diluire l’interesse nella narrazione) ad altre decisamente più lineari, dove la libertà cede il passo ad atmosfera e adrenalina con sequenze al cardiopalma dalla bellezza abbacinante. Non voglio rovinarvi la sorpresa (anche perché, ahimé, le anteprime pubblicate negli scorsi mesi hanno svelato anche troppo) con scomode rivelazioni, ma riprodurre simili scene sul grande schermo causerebbe un mal di testa di quelli importanti e duraturi all’intera Industrial Light & Magic, facendo al contempo esplodere il cuore a chi è cresciuto con la certezza che la X non rappresenta mai il punto dove scavare.
In Breve: C’è voluto un po’, ma alla fine Fate of Atlantis può cedere il suo scettro: Indiana Jones e l’Antico Cerchio è il miglior videogioco dedicato all’archeologo con la frusta, un vero kolossal cinematografico tutto da giocare. Tecnicamente e artisticamente glorioso, mostra qualche incertezza sul fronte delle missioni secondarie non sempre interessanti e qualche meccanica che poteva essere sviluppata con maggior criterio. Tutto il resto è puro amore per il mondo di Indiana Jones.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 7 5800X, RTX 4070 12Gb, RAM 32Gb 3600Mhz, SSD
Com’è, Come Gira: Non ho capito bene quale stregoneria ci sia sotto, ma con la mia configurazione ho giocato al livello di dettaglio massimo (Supremo) con una media di 120fps senza neppure scomodare il DLSS Frame Generation. MachineGames è ufficialmente formata da mostri del codice, lo sospettavo ma adesso ne ho la conferma. Come ciliegina sulla torta è presente una soddisfacente gamma di opzioni per l’accessibilità.