Un tempo JDM: Japanese Drift Master sarebbe stato uno di quei titoli dominavano le sale giochi, con i loro imponenti cabinati corredati da veri sedili da corsa e schermi giganteschi che proiettavano immagini velocissime.
Sviluppatore / Publisher: 4Divinity / Gaming Factory Inc. Prezzo: € 34,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam, Epic Games Store, GoG)
Oggi invece i racing arcade sono relegati in una nicchia, la grandi saghe del passato hanno passato il tramonto e il genere delle corse ormai risulta spartito tra una manciata di grandi IP a cadenza periodica, come un po’ tutti gli sportivi. In soccorso di tutti gli orfani di un approccio alla guida un po’ più tamarro e spericolato arrivano Gaming Factory e 4Divinity con JDM: Japanese Drift Master, un gioco che realizza esattamente ciò che promette nel titolo.
JDM: Japanese Drift Master è ciò che sarebbe un sub-reddit se fosse un videogioco, un concentrato di cultura underground che celebra la propria estetica e il proprio linguaggio attraverso la riproduzione di un mix di forme prese da diversi media. Al centro senza dubbio c’è una sub-cultura urbana specifica del Giappone e di Tokyo in particolare, ma intorno c’è la sua declinazione e celebrazione attraverso fumetti, film e altri giochi in un groviglio di rimandi fitto ed estremamente spcifico. La trama, per iniziare, è racconatata attraverso un manga digitale che si sfoglia da destra verso sinistra, disegnato però nello stile dei manga prodotti in occidente. D’altra parte il protagonista è un giovane proveniente dalla Polonia che decide di trasferirsi in Giappone per sfuggire dai guai e dedicarsi alla sua passione principale, ovvero le auto.
A JDM: JAPANESE DRIFT MASTER PIACE ANDARE DI TRAVERSO
A differenza di altri titoli in cui rappresentava un elemento tra tanti, o persino un’aggiunta, in JDM: Japanese Drift Master la derapata (per dirlo all’italiana ed evitare una ripetizione) è il cuore pulsante del gioco, meccanica suprema che è necessario padroneggiare fin dai primissimi momenti per apprezzare davvero il gioco, ma anche solo – più banalmente – per procedere.
Al centro del gioco senza dubbio c’è una sub-cultura urbana specifica del Giappone

Il modello di guida è arcade, ma volendo si può utilizzare una versione più simulativa (sempre senza danni!) anche con volante e pedaliera.
Anche in questa occasione, gli sviluppatori provano a venire incontro ai giocatori con un indicatore di drifting ottimale: quando le gomme iniziano a produrre fumeo bianco, sulla parte bassa dello schermo appare una barra ad arco suddivisa in zone colorate che ci indicano l’inclinazione ottimale per proseguire in drifting: finchè siamo sul verde va tutto a gonfie vele, quando la lancetta sfocia nel rosso invece è normale iniziare a vedere il mondo girare. E poiché percorrere lunghe, lunghissime distanze di traverso è fondamentale in moltissime missioni e gare di JDM: Japanese Drift Master, padroneggiare il drifting fino alla sua essenza non è tanto una scelta, quanto una necessità impellente. Dal nostro punto di vista, è meglio lasciare perdere l’indicatore a video e affidarsi alle sensazioni (e alle vibrazioni!) trasmesse dal pad tenendo gli occhi ben fissi sul posteriore della vettura. La curva all’inizio può essere un po’ ripida, è indiscutibile, ma basta tenere duro nelle prime ore per trovarsi tra le mani un modello di guida appagante ed esagerato.
UNA PASSIONE SENZA FRENI
Mentre JDM: Japanese Drift Master colma un vuoto nel settore dei simulatori di corse arcade, strizza l’occhio a un immaginario che è difficile lasci indifferente, perchè tangenzialmente tocca così tante passioni e generazioni diverse da risuonare un po’ con chiunque.
padroneggiare il drifting fino alla sua essenza non è tanto una scelta, quanto una necessità
E poi c’è il Giappone moderno, coi suoi grattacieli e le superstrade il cui spirito JDM: Japanese Drift Master coglie alla perfezione, così come ogni altro aspetto dell’ambientazione che il gioco celebra in ogni singolo fotogramma. Sarà merito del fatto che è un piacere per gli occhi (e un pochino anche per il cuore) girare tra le strade del Giappone di JDM, ma le missioni e le gare proposte sono quasi tutte tra il divertente e lo spassoso, con improbabili consegne di sushi (attenzione a non far cadere i nighiri!) e corse clandestine a chi guida più da maranza.
Come spesso accade però quando c’è di mezzo così tanta passione, JDM: Japanese Drift Master vuole un po’ strafare e nel complesso appare un po’ grezzo, con qualche glitch grafico (nel complesso l’ottimizzazione è comunque ottima anche se macchine di fascia media), un filo di caricamenti di troppo, piccoli bug sparsi qua e là e una IA dei piloti rivedibile a tratti. Tutti limiti che si possono ampiamente perdonare tenuto conto della sua unicità e della passione che trasuda da ogni componente del gioco.
In Breve: JDM: Japanese Drift Master è frutto di una passione smisurata e come spesso accade ciò porta un po’ ad esagerare. Il modello di guida è molto buono e nel complesso l’esperienza è divertente ed evocativa. Il gioco però avrebbe avuto bisogno di una rifinitura un po’ più decisa: in alcune parti è ancora grezzo, come nell’economia del gioco o nella IA degli avversari. Nel complesso però JDM: Japanese Drift Master è un racing arcade spettacolare e decisamente consigliato.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel i7,16 GB di RAM, Geforce 4070, SSD
Com’è, Come Gira: Fluido e coloratissimo, la grafica di JDM: Japanese Drift Master è un realismo cartoonesco, come potrebbe apparire in un anime automobilistico contemporaneo. Qualche bug fa capolino, sia sotto forma di glitch sia rompendo un pochino qualche missione, ma nulla che complichi troppo la vita. L’ottimizzazione si è dimostrata buona anche su macchine non recentissime.