È notte fonda. Una guardia armata sorveglia l’ingresso di un magazzino. D’improvviso un lampo, uno scintillio nell’oscurità. Un cadavere cade dal tetto di un edificio, seguito dal leggendario Dragone che, sfoderando con rapidità la fida katana, coglie di sorpresa lo sfortunato sgherro ghermendone la vita prima di svanire nuovamente nell’ombra e dirigersi verso il suo prossimo obiettivo. Interrotto da una chiamata sul cellulare, lo spietato killer interloquisce con il suo datore di lavoro, che gli spiega le regole di ingaggio, per la verità eccessivamente semplici: soccorrere un uomo tenuto prigioniero dalla malavita organizzata senza lasciare alcun testimone in vita.
È tempo di indossare le cuffie e di premere il pulsante play del walkman, con “You will never know” di Bill Kiley nelle orecchie arriva il momento di pianificare la strategia di attacco. Nessuna pietà. Nessun superstite. Questo è Katana ZERO.
IS LIFE ALWAYS THIS HARD?
In apparenza il gioco di Askiisoft prodotto da Devolver Digital pare presentarsi come un action platformer bidimensionale concettualmente simile a Hotline Miami. Dall’opera di Dennaton Games, Katana ZERO riprende la meccanica di estrema vulnerabilità non solo dei nemici, ma anche del protagonista: basta infatti subire appena un colpo per lasciarci le penne e ricominciare immediatamente dall’inizio del quadro. Ogni livello è dunque diviso in più sezioni indipendenti, e i checkpoint sono piazzati proprio all’inizio di ciascuna piccola parte, in questo modo il rischio frustrazione è ridotto davvero al minimo dal momento che ogni porzione si porta a termine in una manciata di secondi. Di conseguenza non è necessario ripetere l’intero livello in caso si muoia verso la fine dello stesso, ma soltanto la singola sezione. Il respawn è poi immediato, permettendoci di tornare rapidamente nel bel mezzo dell’azione.
La combinazione delle abilità del Dragone con l’ottimo level design favorisce l’improvvisazione, garantendo una libertà di esecuzione davvero non indifferente
NO WOMEN, NO KIDS
La peculiarità di Katana ZERO però risiede nel particolare stile narrativo impiegato dagli sviluppatori per raccontare la storia del Dragone, un assassino che di notte agisce su commissione, mentre di giorno confessa i suoi peccati e le sue insicurezze durante delle sessioni di psicanalisi. Lo psichiatra del protagonista riveste un ruolo di primo piano, questo perché gli scambi di battute tra il killer e il suo terapeuta rappresentano il mezzo principale con cui viene portata avanti la narrazione, essenziale per scoprire ciò che si annida nel subconscio del Dragone, nonché per influenzare l’evolversi della vicenda.
Gli scambi di battute tra il killer e il suo terapeuta rappresentano il mezzo principale con cui viene portata avanti la narrazione
DO YOU LIKE BEETHOVEN?
Se quindi sul fronte prettamente ludico Katana ZERO aderisce ai canoni più classici degli action platformer, sfoggiando comunque una personalità decisamente marcata, è proprio grazie al modo in cui le fasi di azione si interfacciano con l’ottimo comparto narrativo che il videogioco di Askiisoft riesce a spiccare il volo. Questo perché può contare su una trama mai scontata che gioca costantemente con la percezione dell’utente, sfruttando al meglio le capacità di manipolazione temporale del protagonista anche durante le sezioni interamente dedicate all’esposizione di una trama abbastanza complessa. Una storia in cui cospirazioni governative e malavita organizzata si intrecciano costantemente, avendo come punto fermo il nostro famigerato Dragone.
Una storia in cui cospirazioni governative e malavita organizzata si intrecciano costantemente
Katana ZERO può sembrare l’ennesimo action platformer che strizza l’occhio agli anni Ottanta, con la sua grafica in pixel-art e quella colonna sonora synthwave sempre azzeccata, eppure l’ultima fatica di Askiisoft ha carisma da vendere. Grazie a uno sviluppo della trama che si avvale di dialoghi a scelta multipla e al giusto mix di azione al cardiopalmo, Katana ZERO è uno di quei giochi che ti prende e non ti molla più finché non arrivano i titoli di coda.