Che avventura narrativa straordinaria che si è rivelata Lake: una fotografia che ci porta a fermare il tempo e immergerci in una cittadina dell’Oregon a metà anni 80, così da recuperare il tempo perduto. Poesia in movimento su un furgoncino postale a consegnare pacchi e missive.
Sviluppatore / Publisher: Gamious / Whitethorn Games Prezzo: 16,99€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile Su: PC (Steam), Xbox One
Ma vi ricordate tutte le fantastiche battute riguardo Death Stranding, spesso e volentieri chiamato simulatore di Amazon, di Bartolini o di chi per loro? Ebbene, Lake è la reale concretizzazione di questa scanzonata presa in giro, ed è proprio questo a rendere incredibilmente affascinante questo titolo.
Per un periodo di due settimane, ci caleremo infatti nei panni di Meredith, tornata al suo paese natale per ricoprire il ruolo di postina. Scopo del gioco: consegnare lettere, corrispondenza e pacchi. Tutto qui. Sentite dall’anticamera del cervello le risate di Hideo Kojima? No? Neanche io, ma parliamo del gioco.
VIVERE IL MIO TEMPO
Mentre tutto il mondo crolla, colpito da conflitti mondiali, pandemie e crisi varie, la necessità di crearsi un piccolo luogo di rifugio spirituale per staccarsi del quotidiano è quasi una salvezza. Siamo a metà degli anni ‘80 e Meredith decide di staccare dal lavoro e dalla città per due settimane. Si recherà a Providence Oaks, cittadina dove è nata e cresciuta e classica piccola comunità dell’Oregon, che in questo caso specifico costeggia in modo circolare un grande lago.
UN LAVORO SEMPLICE, RILASSANTE, UN’OCCASIONE DI DISTACCO DAL TRAN TRAN QUOTIDIANO
Lake, è a tutti gli effetti, un’avventura narrativa, una simpatica via di mezzo tra Life is Strange – nel modo in cui gli eventi narrativi cambiano a seconda delle nostre scelte – e un’avventura grafica. L’aspetto narrativo muta con una sfera drammaturgica impressionante e quasi non ci si capacita della natura indie del gioco: di Meredith e dei suoi vecchi amici e/o conoscenze sappiamo pochissimo, ma bastano poche interazioni per tuffarci dentro il cuore e non riprenderlo più. Tutto evolve in una maniera naturale, e striscia sotto i tasti del computer per attaccarsi ai polpastrelli. Ogni scelta di dialogo che ci porterà ad essere cordiali, scortesi o poco interessati avrà la sua conseguenza che aprirà mutevoli strade. Certo, potremmo anche fare la scelta di non scegliere davvero, limitarci a fare il nostro lavoro, rifiutare ogni richiesta di aiuto dei personaggi a cui consegneremo la corrispondenza e alla fine di questo periodo tornare al nostro lavoro in città… ma ne vale davvero la pena?
Continua nella prossima pagina…
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