Un’antologia di storie horror già raccontate, messe però sotto una nuova luce e arricchite di inediti dettagli attraverso gli occhi di una scrittrice “intrappolata” in un inquietante faro apparentemente abbandonato. Bentornati a Layers of Fear.
Sviluppatore / Publisher: Bloober Team-Anshar Studios / Bloober Team SA Prezzo: € 29,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: +18 Disponibile su: PC (Steam, Epic Games Store), PS5, Xbox Series X|S
La domanda che sto per farvi è rivolta agli appassionati di horror: voi preferite essere spaventati da ciò che vedete o da ciò che non vedete? Mi spiego meglio: la maggior parte dei film horror degli anni 80/90 la buttava principalmente sullo splatter/gore, successivamente abbiamo avuto un’ondata di pellicole orientali che giocavano principalmente sul fattore “jump scare”, c’è stata anche la lunga parentesi del body-horror o del filone torture mentre più di recente invece sono andati di moda quei prodotti che preferivano lasciare in un costante stato di tensione lo spettatore, sorprendendolo poi con pochissime ma mirate scene forti. Nei videogiochi l’alternanza di stili è stata maggiore, anche all’interno di uno stesso franchise.
Prendiamo Resident Evil come saga più rappresentativa, nel corso degli anni siamo passati dal famoso dobermann alle incombenti e costanti presenze di Mr. X e Nemesis, per tornare poi ad un orrore più palpabile e sanguinolento. Serie quali Silent Hill e Project Zero hanno invece mantenuto fede al loro stile dall’inizio alla fine (almeno finora) mentre altre hanno provato strade già battute approfondendole con nuove idee, come nel caso di Outlast. Layers of Fear fa invece parte di quelle avventure horror concentrate sulla narrazione, che sprofondano il giocatore in situazioni scomode senza però promettere chissà quali fiumi di sangue. Esplorazione e risoluzione di enigmi sono i cardini su cui ha sempre poggiato il gameplay della creatura di Bloober Team che, lo ricordiamo, è stato autore anche del controverso The Medium ed è attualmente al lavoro sul remake di Silent Hill 2.
SEQUEL, REMAKE, REMASTERED O…
Il titolo Layers of Fear potrebbe creare un po’ di confusione in chi ha seguito sempre un po’ dalla distanza questa saga, che in realtà ha già avuto due capitoli principali. Perché dare a questo “nuovo” prodotto lo stesso titolo del primo gioco? Perché nella mente degli sviluppatori si tratta sostanzialmente di un omnibus che accorpa e reinterpreta tutte le parti precedentemente pubblicate, completandole con alcuni contenuti del tutto inediti.Chi ha giocato le avventure precedenti rimarrà un po’ spiazzato dall’inizio del gioco, che introduce un nuovo setting e una nuova protagonista: vi ritroverete all’interno di un lugubre e umidiccio faro, nei panni di una scrittrice della quale non conoscete praticamente nulla. Perché si trova lì?
Chi è la persona che lei chiama “figlio” con la quale continua ad avere conversazioni telefoniche? Cosa nasconde quel posto e da dove provengono quegli inquietanti rumori? Sono tutte domande che troveranno risposta con i giusti tempi. Inizialmente l’esplorazione di questa inedita location è decisamente limitata ma fin da subito si percepisce il marchio di fabbrica della serie.
Layers of Fear fa parte di quelle avventure horror concentrate sulla narrazione, che sprofondano il giocatore in situazioni scomode senza promettere fiumi di sangue
LE MUSE DEMONIACHE DI LAYERS OF FEAR
La prima, e a nostro parere la più riuscita, narra la vita di un pittore di immenso talento, un visionario capace di vedere cose invisibili per tutti e di tradurle in soggetti geniali ed inquietanti. Impossibile non vedere in lui un po’ di Dalì, Picasso, ma anche Goya e Munch. Al suo fianco una moglie bellissima e fedele la cui abilità nelle arti musicali diventa fonte d’ispirazione quotidiana. Arriva anche una figlia, amatissima ma alla quale non può dedicare il tempo che vorrebbe a causa della sua arte. Quest’ultima viene elogiata lungamente dai critici, che tuttavia iniziano ad abbandonarlo quando in lui si fa strada una vena inquietante.
Ognuna delle malate ambientazioni dei giochi brilla per modellazione poligonale, qualità delle texture, quantità di dettagli, illuminazione, riflessi ed effettacci vari
Una volta portata a termine la prima storia di Layers of Fear potrete approfondirne i dettagli e scoprire nuovi sviluppi attraverso i due DLC che diventeranno disponibili nella stanza della scrittrice. Il primo è già noto ai fan della serie e vede protagonista la figlia del pittore maledetto, che deve ripercorrere la vita del padre cercando di comprenderne la follia e di giustificarla almeno in parte. Il secondo è ancora una volta un inedito e introduce una terza chiave di lettura della storia, quella forse più importante visto che a raccontarla è la moglie. Raccontarvi qualsiasi cosa di questa espansione sarebbe difficile senza fare spoiler ma possiamo dirvi che tutti insieme questi tre contenuti riescono in maniera efficace a dipingere un quadro più completo della storia… e mai metafora fu più azzeccata. Per questo motivo vi consigliamo di consumare queste due piccole (ma neanche tanto) pietanze prima ai addentrarvi nella seconda portata che volendo è disponibile fin da subito sia attraverso lo sviluppo della storia che fa da raccordo che in un apposito menù dedicato al replay dei vari capitoli.
Non esiste pace in tutta questa follia
L’interazione minimalista questa volta non è compensata da una storia all’altezza e già dopo il primo atto ci si rende conto che Bloober Team per questo sequel non ha profuso lo stesso impegno del capostipite. Il risultato è un gioco che si poggia mollemente sulle meccaniche tipiche dei film horror, sui cliché a cui gli appassionati ormai sono abituati e che raramente provocano gli effetti sperati. Più jump scares che veri e propri brividi e ad annacquare un po’ troppo il tutto troviamo un backtracking più marcato che rispetto al primo LOF non è ben camuffato dagli effetti mentali del protagonista. Dopo circa cinque ore si arriva all’epilogo della storia ma a differenza del gioco precedente non si ha molta meno voglia di esplorarne i lati ancora oscuri o di scoprirne le differenti prospettive.
UNO SPETTACOLO TERRIFICANTE
Tutti i giochi inclusi in questa pseudo-compilation, e ovviamente anche le storie inedita che fungono da raccordo/epilogo, sono stati realizzati con l’ultima versione dell’Unreal Engine e i risultati sono più che soddisfacenti grazie all’implementazione delle due “flagship features”: Lumen e Nanite. La scelta di abbandonare la old-gen di console ha pagato e ha permesso al team di sviluppo di concentrarsi sulle caratteristiche peculiari di PC e console attuali. Ognuna delle contorte e malate ambientazioni dei giochi brilla per modellazione poligonale, qualità delle texture, quantità di dettagli, illuminazione dinamica, riflessi ed effettacci vari, incluso un suggestivo simil-morphing che fa bella mostra di sé soprattutto durante la marcissima storia del Pittore; il tutto senza particolari tentennamenti anche su console.
Altrettanto notevole il comparto audio di Layers of Fear, i cui “neural vibes” faranno scorrere copiose gocce di sudore sulla vostra schiena specialmente se disporrete di un headset di discreta qualità. Vi possiamo assicurare che dopo aver giocato Layers of Fear non ascolterete più la risata di un bambino, il pianto di una donna o lo sciabordio di una nave nello stesso modo. Il lavoro svolto ci fa davvero ben sperare anche per il futuro non solo della serie (che speriamo non si fermi qui) ma anche per l’attesissimo remake di Silent Hill 2 che sembra davvero essere in buone mani. In termini di longevità il pacchetto garantisce un bel po’ di puro terrore seppure con qualche sbalzo qualitativo. Le singole avventure hanno una durata media di 4/5 ore, ma la presenza di molteplici finali alternativi e di collezionabili da recuperare se si vuole scoprire ogni più piccolo dettaglio delle storie, aumentano non poco questa quota.
IL TERRORE DI LAYERS OF FEAR POTREBBE INGHIOTTIRVI E NON LASCIARVI ANDARE
IN BREVE: Una compilation molto particolare, che raccoglie i remake delle due storie principali di Layers of Fear, insieme ai due DLC del primo capitolo (di cui uno inedito) e un’avventura totalmente nuova che fa da collante al tutto. L’Unreal Engine 5 ci regala ambientazioni e atmosfere genuinamente terrificanti e il “pacchetto” garantisce molte ore di brividi ma riesce anche a suscitare emozioni diverse dalla semplice paura.
Piattaforma di Prova:PS5
COM’E, COME GIRA: Il passaggio su Unreal Engine 5 ha giovato al comparto grafico generale. 4K, HDR, Ray Tracing ed effetti blooming, morphing e via dicendo fanno bella mostra di sé in mezzo ad una modellazione poligonale di ottima fattura. Pochissime incertezze anche su console, grazie anche al ritmo non elevatissimo dell’azione, ma si poteva evitare qualche compenetrazione poligonale di troppo.