PROTEGGERE UN DUNGEON DALLE SCORRIBANDE DI AUTOPROCLAMATI “EROI” È UN MESTIERE ONESTO, DI QUELLI CHE DANNO SODDISFAZIONI
LACRIME E SANGUE
Possiamo far pentire amaramente gli indesiderati ospiti martoriando le loro carni con varie armi e incantesimi dal classico danno elementale, o fiaccandone lo spirito spaventandoli a morte. Esauriti i punti vita, i miserabili terminano la loro inutile esistenza, mentre al diminuire del loro morale iniziano a combattere sempre peggio, fino a darsi ad una fuga precipitosa. A seconda del modo in cui sbaragliamo il party avversario, veniamo premiati con punti sangue o punti lacrime. Queste sono vere e proprie valute, al pari delle monete d’oro sonante che riceviamo come compenso per aver difeso il tesoro, e possono essere spese per potenziare il nostro esercito tra un incarico e l’altro, o per comprare nuove trappole e marchingegni atti a nuocere ai prossimi farabutti.
Anche le creature alle nostre dipendenze ovviamente hanno il loro amor proprio, e qualora dovessero essere sconfitte in battaglia, si stresseranno. Sarà quindi nostro compito assegnare alle unità più tristi qualche settimana di relax, o coinvolgerle in attività ricreative che possano rigenerare lo spirito. Se vi è venuto in mente il grande Darkest Dungeon, sappiate che in Legend of Keepers la gestione dei disturbi mentali non è gestita con la stessa profondità.
HO IMPARATO SUBITO
Semplicità e immediatezza sono gli ingredienti chiave del gioco. Non ci sono tonnellate di statistiche da osservare, armi ed equipaggiamenti da studiare, punti abilità da assegnare meticolosamente a ciascun mostro, o complesse formazioni in cui schierare le nostre difese. Possiamo piazzare i difensori in prima linea, al centro o nelle retrovie, e gli attacchi a disposizione tra cui scegliere ad ogni turno non sono mai più di due o tre, a volte uno solo.
L’albero delle skill, prerogativa del personaggio principale, è anch’esso piuttosto lineare. Se questa facilità di entrare subito in partita rende il gioco più snello e a tratti quasi casual, la scarsa complessità non permette scelte tattiche particolarmente audaci, e alla fine la maggior parte delle volte vince la formazione più forte, senza grandi possibilità di ribaltare la situazione.
PIXEL DI SANGUE
Graficamente Legend of Keepers ci propone una pixel art al passo con i tempi, in cui ogni attacco, magia o buff ha la propria animazione, e i vari personaggi hanno il giusto livello di dettaglio e una caratterizzazione che li rende immediatamente riconoscibili. Discretamente violento e sanguinolento, con un sonoro che enfatizza il male che stiamo facendo ai malcapitati. La longevità è garantita dalle campagne con le tre diverse classi che offrono un gameplay abbastanza diversificato.
In Breve: Non capita spesso di trovare un roguelike in cui siamo chiamati a stare dall’altra parte della barricata, e Legend of Keepers: Career of a Dungeon Manager riesce a portare una leggera brezza di novità in un genere decisamente sovraffollato di questi tempi. Offre un approccio casual, grazie alle run particolarmente veloci, ma completarlo con le tre classi disponibili richiede un certo impegno, e la varietà di mostri e trappole non lo rende mai ripetitivo nonostante la sua semplicità. Se amate i roguelike, è il vostro periodo fortunato e non dovreste lasciarvelo scappare.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: I7, 8GB RAM, GeForce GTX 1050, SSD
Com’è, Come Gira: Fluido e dettagliato, parliamo di un gioco a turni quindi assolutamente digeribile anche per le macchine più antiquate.
- 1 2