Lies of P : Overture – Recensione

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Tornano le avventure di Pinocchio (anzi pardon, di P), che con Lies of P: Overture fa un tuffo nel recente passato di Krat. E fidatevi che anche qua di che combattere e soffrire non c’è certo carenza…

Sviluppatore / Publisher: Round 8 Studio / Neowiz Prezzo: 29,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile Su: PC (Steam), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S Data di lancio: Già disponibile

Uscito due anni fa, in mezzo ad altri due soulslike molto attesi (Remnant 2 e il reboot Lords of the Fallen), Lies of P fu certamente una bella sorpresa. Le premesse per un bel titolo c’erano tutte, ma sapete com’è, è facile farsi catturare da un bel trailer per poi scoprire che la prova in mano dà tutt’altra impressione.

Così non è stato però per il gioco di Round 8 Studio, che pur non nascondendo le sue fonti d’ispirazione – un paio di animazioni sono riprodotte in maniera troppo simile a quelle dei Souls per essere coincidenze – riusciva a convincere in pieno grazie a un’ottima ambientazione, un gameplay bello concreto, e qualche idea davvero niente male. Il DLC Lies of P: Overture, uscito a sorpresa un paio di settimane fa, ci riporta a Krat. Affilate le vostre spade, martelli e archi, perché ci sarà parecchio da combattere.

LIES OF P: OVERTURE, TUFFO NEL PASSATO

Uno dei discorsi che prende spesso vita intorno ai soulslike è quello legato ai livelli di difficoltà; ricordo, in particolare, discussioni abbastanza intense intorno alla release di Elden Ring, con gli oppositori di questa introduzione convintissimi che fosse una violazione gravissima della visione di Miyazaki. In realtà, altri soulslike – come il già citato Remnant – presentano già i livelli di difficoltà e non mi pare che sia mai stata questa gran tragedia; e con il lancio di Lies of P: Overture, anche quest’ultimo gioco si è aggiornato con un selettore diviso in tre livelli, con quello più alto che è la difficoltà standard, e altre due difficoltà più facili che riducono il danno inflitto dai nemici e le loro resistenze.

IL SELETTORE DI DIFFICOLTÀ È UNA NOVITÀ IMPORTANTE

Perché parto con la mia recensione da questo? Perché poter cambiare al volo la difficoltà è una cosa che mi è tornata molto utile. Anche se ultimamente, fra Nightreign e Stellar Blade, non posso proprio dire di essere rimasto a digiuno di giochi action, il mio ritorno sul New Game+ di Lies of P è stato abbastanza brutale, perché indovinate un po’ di fronte a quale boss mi ero fermato? (Se avete risposto “il mostro della palude”, datevi una pacca sulla spalla). La presenza del selettore di difficoltà mi ha dunque permesso primo, di raggiungere i requisiti per l’avvio del DLC in tempo utile per l’uscita del prossimo numero di TGM, e secondo, di riprendere la mano con le meccaniche del gioco e con i tempismi specifici del suo sistema di combattimento, alzando gradualmente la difficoltà appena sentivo di procedere con troppa facilità e ritornando a quella standard circa intorno alla metà del DLC.

Lies of P Overture Recensione

Nuove armi, nuovi nemici e… un nuovo status negativo. Molto fastidioso!

DLC che, appunto, ci porta nel passato di Krat. A differenza di quanto potrebbe sembrare da alcune descrizioni, non ci troveremo a fare direttamente con la caduta di Krat – causata dalla ribellione degli automi – ma con altri eventi ad esso collegati, e cioè le macchinazioni degli alchimisti, il destino di Romeo, e i pregressi di Arlecchino, il tutto incontrando alcuni personaggi di cui abbiamo già sentito parlare nel gioco base (come Lea, la famosa persecutrice leggendaria, e Alidoro) e altri completamente nuovi.

LE AGGIUNTE ALLA TRAMA SONO DECISAMENTE BEN RIUSCITE

Nel complesso, le aggiunte alla storia di Lies of P: Overture sono decisamente valide. Approfondiscono i temi e le relazioni introdotte già nel gioco base, approfondendo – per quanto resti non sia in prima fila sul palcoscenico – il rapporto di Geppetto con la sua famiglia, dandoci davvero modo di capire perché quell’Arlecchino che finora abbiamo visto solo privato di tutte le sue forze fosse così terrificante per gli abitanti di Krat, e tirando anche qualche discreto pugno nello stomaco. Pur se presenta qualche scintilla di luce e speranza, non aspettatevi una storia particolarmente allegra.

AND NOW I EXIT THE STAGE

Dal punto di vita del gameplay, Lies of P: Overture non aggiunge nuove meccaniche significative. Il che, per carità, non vuol dire che non aggiunga nulla: ovviamente troveremo nuovi talismani e nuovi armi, che includono anche opzioni piuttosto classiche (per esempio degli artigli o un arco, che ho particolarmente apprezzato) e altre un po’ più stravaganti (c’è un lanciafiamme e una specie di lancia a razzo). Sono presenti anche nuovi modi di utilizzare il quarzo, che potremo impiegare per potenziare gli specifici attributi che normalmente associamo agli slot dell’Organo-P; quelle cose tipo “riduce il consumo di durevolezza dell’arma” o “carica Legione quando si sconfiggono i nemici”, per intenderci, così da dare un ulteriore livello di progressione indirizzato principalmente alle giocate successive.

Lies of P Overture Recensione

Markiona è un boss bello infame. Sì, dovrete combattere entrambe…

Al di là di questo, comunque, il gameplay resta essenzialmente inalterato rispetto al gioco base. La bravura nel parare è sempre uno dei punti cardine di quello che a conti fatti è un soulslike dai ritmi piuttosto lenti – in linea di massima è importante prendersi il tempo di capire cosa fanno i nemici, specialmente quelli più grossi – anche se “ritmi lenti” non significa assolutamente che questo sia un gioco noioso, anzi. Lies of P: Overture non fa altro che confermare l’abilità di Round 8 nel creare un soulslike di alto livello, anche se una cosa che personalmente considero piuttosto curiosa è che l’impressione è che il DLC sia diventato più facile mano a mano che andavo avanti.

IL BOSS FINALE DEL DLC È IL PIU DIFFICILE DELL’INTERO GIOCO

Come detto sopra, sicuramente questo è dipeso anche dal fatto che all’inizio dovevo prenderci la mano, ma devo dire che anche una volta tornato alla difficoltà standard i boss di questa espansione mi hanno fatto penare molto meno di quanto avevano fatto i loro corrispettivi del gioco base (oh, so che Manus per altri è stato un boss facile, ma a me ci sono voluti una quarantina di tentativi). Va però messo un asterisco sul boss finale di Overture: il gioco ci offre la possibilità di affrontarlo in compagnia di un altro NPC – non il classico spettro, un personaggio con nome, cognome, e suoi motivi per essere lì – e così facendo nel giro di sei-sette tentativi sono riuscito a batterlo, ma anche così si capiva che se doveste decidere di affrontarlo da solo, questo è probabilmente il boss più difficile dell’intero gioco. Se voi vi sentite gagliardi e coraggiosi non dite che non vi avevo avvisato…

I FILI DEL DESTINO

Restando sul tema della difficoltà, un’altra cosa che mi ha leggermente spiazzato è il fatto che certi nemici comuni siano molto più pericolosi di quanto mi aspettavo: nella mia run in New Game+, vedere metà barra della vita sparire con un colpo ben assestato di un nemico è stata la regola, e alcuni nuovi avversari che incontreremo in Overture sanno essere decisamente antipatici (i pesci, i maledetti pesci!!). Per fortuna, fra i nuovi strumenti a nuova disposizione ci sono anche due nuove braccia a Legione: l’Icaro, che lancia lame rotanti ottime contro i nemici poco mobili, e il Cataclisma, un fucile a canne mozze dal nome più che adatto visto che una volta sbloccato il potenziamento della carica perfetta è in grado di far letteralmente scomparire qualunque nemico minore in un cono non lunghissimo ma piuttosto ampio di fronte a voi. Uno strumento che, non ne ho il minimo dubbio, continuerà a essere parecchio utile anche al di fuori delle circa quindici ore di durata del DLC.

Lies of P Overture Recensione

Il Cataclisma ha un nome che è più che appropriato!

Comunque, tiriamo un attimo le somme di Lies of P: Overture, che nel complesso si rivela essere un’espansione molto gradita, che riesce sia nel compito di aggiungere altro contenuto di alta qualità a un gioco già di per sé ottimo, sia di incorniciarlo con agganci narrativi molto sentiti e accompagnarlo – accidenti, quasi me ne stavo dimenticando! – con una colonna sonora che non delude minimamente.

un’espansione molto gradita, che riesce sia nel compito di aggiungere altro contenuto di alta qualità

Certo, come sempre qualche osservazione da fare c’è, ma perlopiù si tratta di cose minori; il boss coccodrillo non è proprio il massimo, con tutte le armi che ci sono il DLC poteva pure essere più generoso con i materiali di potenziamento, e ho trovato piuttosto fastidioso che i messaggi audio non potessero essere ascoltati mentre andiamo in giro come invece succede in praticamente qualunque gioco li includa almeno da BioShock in poi. Ma per il resto chiunque abbia amato Lies of P apprezzerà molto anche Overture.

In Breve: Lies of P: Overture è un’eccellente aggiunta al già ottimo gioco base, con nuove armi, talismani, braccia a Legione e naturalmente boss, che fra l’altro potrete sfidare quante volte volete grazie alla nuova modalità Boss Rematch. L’aggiunta dei livelli di difficoltà, poi, apre il gioco anche a chi è meno esperto o chi, come il sottoscritto, ha bisogno di riprendere la mano dopo due anni di pausa. E ora si aspetta il sequel.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 5 3600, 16 GB di RAM, GeForce RTX 3060, SSD
Com’è, Come Gira: Pur nella sua rovina, Krat è sempre bellissima da vedere, con alcune ambientazioni in particolare che sono decisamente angoscianti. A livello di performance ce la caviamo benissimo, a 1080p e tutto al massimo il gioco non si schiodava dai 60 fps.

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Pro

  • È altro Lies of P, e insomma, come fai a dirgli di no? / Nuove ambientazioni che fanno venire il magone / Alcune boss fight sono clamorose…

Contro

  • ...il coccodrillo un po’ meno / Prima di arrivare al DLC, ce n’è di strada da fare.
9

Ottimo

Dai monti del Trentino scende Marco Bortoluzzi – figurativamente, s'intende, perché per smuoverlo dal suo paese servono le cannonate. Non chiedetegli mai perché ha giocato così tanto a Dota 2.

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