Mario + Rabbids: Sparks of Hope – Recensione

Switch

5 anni dopo il bellissimo Kingdom Battle, Ubisoft Milan dirige il capitolo della consacrazione di una serie nata da un colpo di genio tutt’altro che estemporaneo, capace oggi di evolversi in maniera sorprendente.

Sviluppatore / Publisher: Ubisoft / Nintendo Prezzo: 59,99 euro Localizzazione: Testi e doppiaggio Multiplayer: Assente PEGI: 7+ Disponibile Su: Nintendo Switch Data di Lancio: 20 ottobre 2022

Vi ricordate l’inizio di Super Mario Galaxy? La grande festa al castello di Peach per celebrare il passaggio secolare della cometa, i Toad tutti esaltati, i fuochi d’artificio e poi… I vascelli della flotta di Bowser che planano verso il Regno dei Funghi bombardando a tappeto, il suo UFO che fluttua sul maniero pronto all’ennesima “abduction” ai danni della principessa,mario + rabbids sparks of hope recensionelo Sfavillotto che accorre in aiuto di Mario. Una delle intro più epiche e “drammatiche” nella storia dei giochi dell’ex-idraulico. Ecco, i primi minuti di Mario + Rabbids: Sparks of Hope ne sono una citazione divertita e innamorata, altrettanto esaltante. Perché non è certo un segreto, questo secondo capitolo della saga si ispira proprio ai Galaxy, con una Rosalinda in pericolo, una Rabbid Rosalinda assonnatissima, tanti, tantissimi Spark, adorabili e luminose creaturine 50% Sfavillotti e 50% Rabbid, una pioggia di astroschegge e una misteriosa, minacciosa e inquietante entità spaziale che vuole conquistare l’intero universo: Cursa, che rapisce Spark e maledice ogni luogo che tocca con una sostanza viscosa, catramosa e tossica conosciuta come Oscutiferio, che sarà proprio compito dei nostri eroi ripulire e riciclare in carburante per raggiungere il pianeta della malvagia aliena.

Un viaggio interplanetario, con tanto di astronave e IA sarcastica, Jeanie, sfondo di un gameplay che fa quasi sembrare Kingdom Battle un gioco di un paio di generazioni precedenti.

TACTICAL EXHILARATING ACTION

Kingdom Battle è stato spesso definito un X-Com “alla Mario”, con quel modo di fare tattica a turni dinamico, fluido, elevato a pura follia dalla contemporanea presenza di personaggi “fungini” e Rabbid. Ecco, forse esagero un po’ se dico che il battle system di Sparks of Hope fa sembrare il precedente addirittura ingessato, ma rimettendoci mano la sensazione non cade tanto lontano. Il lavoro che il team ha svolto per affinare, riassemblare ed evolvere la sua meccanica principale è tanto elegante quanto incisivo e tangibile.

Il lavoro che il team ha svolto per affinare, riassemblare ed evolvere la sua meccanica principale è elegante, incisivo e tangibile

La staticità del sistema, rigorosamente a turni, è solo teorica, perché è un continuo muoversi, cambiare posizione, concatenare mosse in turni che possono diventare super-elaborati, fantasiosi e, infine, devastanti per i nemici. Ognuno dei personaggi in campo (all’inizio 2, poi 3, ma anche 4 durante le boss fight) ha un raggio di movimento abbastanza ampio e non più legato a una griglia immaginaria: esattamente come muoversi in un Mario tridimensionale. Si può fare tranquillamente avanti e indietro per tutto il proprio raggio d’azione, attivare il potere di uno Spark per aumentare l’attacco a tutti, aiutare un compagno a saltare, entrare a gamba tesa su un nemico vicino e così via, fin quando non si decide finalmente di attaccare, mossa che annulla le possibilità di movimento (e per cui è importante trovare prima un bel riparo dietro al quale nascondersi) ma non quella di usare le variegate abilità (a meno che si siano già esauriti i 2 punti azione, consumabili durante attacchi, evocazione Spark, abilitò e utilizzo di oggetti).

mario + rabbids sparks of hope recensione

L’astronave dei nostri eroi è molto chic, guardate che belle le tendine che dividono la zona briefing dalle cabine! E bisogna dire che Jeanie è una perfetta padrona di casa, meglio di HAL 9000.

Porto Rabbid Rosalinda avanti, come appoggio, prendo Mario, attivo lo Spark dell’acqua e lo faccio saltare sulle sue spalle, plano su un nemico, BAM, salto-schianto e torno su, ancora aggrappato a Beep-O, due nemici entrano nel campo visivo, sparo in volo, PUM, PAM, l’effetto “bagnato” applicato alle due pistole li fa rimbalzare qua e là sul terreno. Quello che non sanno è che prima avevo spostato Luigi in posizione sopraelevata col suo arco da cecchino e attivato il torvo sguardo d’aquila: al primo rimbalzo una freccia scocca in automatico e sbriciola uno dei due nemici in polvere di astroschegge, all’altro ci pensa “Rosy”, che col suo peluche-mitra distrugge il riparo avversario e lo rimanda da Cursa! Dopodiché attivo la sua abilità speciale, che entro il raggio costringe i mostriciattoli a rimanere bloccati per un turno.

Un vero e proprio action-platform tattico a turni, qualcosa di unico

Un vero e proprio action-platform tattico a turni, qualcosa di unico. E questo è solo un esempio, una delle mille soluzioni con cui è possibile risolvere uno scontro a fuoco. Oltretutto bisogna parlare un attimo delle armi, che vanno dall’ombrello “a pompa” di Peach, col suo cono di fuoco ampissimo, al Frisbee di Rabbid Luigi che rimbalza “ad effetto” da un nemico all’altro, fino ai pugni meccanici di Rabbid Mario, devastanti a distanza ravvicinata, per non parlare delle new entry; Edge, spietata Rabbid che sembra la parodia di un personaggio di Nomura, molto Final Fantasy, capigliatura esuberante e spadone alla Cloud Strife, tanto sicura di sé quanto scontrosa, e il grande, grosso, fiammeggiante Re Bowser, armato di “Bowzooka” (e di cos’altro se no?) e pronto a far esplodere qualsiasi cosa si muova a schermo.

mario + rabbids sparks of hope

Amore a prima vista per la doppia pistola di Mario, estremamente versatile! Le facce dei nemici sotto tiro sono impagabili!

Tutti bellissimi, gommosissimi (le animazioni sono fantastiche) e fortissimi, tanto che non si sa davvero mai chi schierare! A questo punto vanno dette due cose: la prima è che il sistema di upgrade, dove spendere punti prisma per migliorare/imparare nuove abilità e caratteristiche fisiche, nonché ingrassare a suon di astroschegge gli Spark, è gestito con una morbidezza e un senso della progressione fantastico, che si traduce in un’evoluzione dei personaggi e dell’abilità del giocatore che tracciano due curve perfette e sovrapposte, che portano a imparare combattimento dopo combattimento nuovi trucchetti, combinazioni tra personaggi, utilizzi strategici degli Spark per colpire i punti deboli dei nemici ecc.

un’evoluzione dei personaggi e dell’abilità del giocatore che tracciano due curve perfette e sovrapposte

La seconda è che, con questa libertà molto particolare, direi unica, per il genere, si potrebbe pensare che il giocatore sia un po’ onnipotente, ma la verità è che i nemici a loro volta picchiano duro e la componente tattica non può essere mai trascurata, imponendo di pensare soprattutto a come concludere l’azione, al sicuro dietro un riparo o comunque fuori dalla portata degli avversari, variegati e sempre capaci di cogliere di sorpresa i nostri eroi: lupi-cecchini, maiali con i Twomp in spalla, tigri culturiste, cultisti evanescenti, gang di goomba, fino a boss fight pazzesche contro le Braccaspark di Cursa, ognuna con una gimmick particolare che rende questi momenti quasi dei giochi nel gioco, per battaglie tesissime.

mario + rabbids sparks of hope

Il labirinto del palazzo ghiacciato nel secondo pianeta è un perfetto esempio di stealth elementare, utile per evitare combattimenti indesiderati.

Questi due punti si amalgamano poi ad un level design di assoluto pregio, che diventa sempre più complesso, con arene che mano a mano si allargano, si alzano, aggiungono pulsanti, trappole, piattaforme di salto, barili esplosivi (ogni mondo ha le sue caratteristiche) e tante altre cosine simpatiche che esaltano questa libertà di movimento e di pianificazione, dove la creatività non permette solo di divertirsi come matti ma anche di dominare il campo di battaglia.

Mario + Rabbids: Sparks of Hope dimostra di voler mettere il giocatore al centro del divertimento

E questo aspetto va sottolineato, perché Mario + Rabbids: Sparks of Hope, con tutte le possibilità creative che lascia in mano al giocatore, con le sue mosse spettacolari, gli effetti elementali (il fuoco che letteralmente fa bruciare il sedere di chi ne viene a contatto, che si mette a correre in giro creando situazioni comiche e reazioni a catena con 3-4 personaggi coinvolti è una delle cose più esilaranti mai viste in un videogioco), le abilità da concatenare, le bob-ombe da ribaltare e poi lanciare come granate addosso ai nemici e in generale un dinamismo travolgente, dimostra di voler mettere il giocatore sempre al centro del divertimento, godendo innanzitutto delle meccaniche di gioco e poi, di riflesso, di una sfida sempre stimolante e bilanciata, da manuale di game design Nintendo. Da questo punto di vista è un gioco magico che non stanca e non arranca mai, pieno di sfide secondarie, combattimenti in stile puzzle, indovinelli, segreti (spesso molto utili, come Spark opzionali) e un gusto per l’esplorazione che, nelle differenze abissali col precedente capitolo, dimostra anche il cambio di marcia produttivo della serie, con Ubisoft Milan e Ubisoft Paris alla direzione, coadiuvati dagli studi di Chengdu, Montpellier e Pune.

mario + rabbids sparks of hope

Il primo mondo, Spiaggia Luminosa, col suo faro grondante di Oscutiferio! Lo stile visivo è un perfetto incontro tra Ubisoft e Nintendo.

PASSEGGIATE INTERPLANETARIE

Se avete giocato Kingdom Battle ricorderete la sua esplorazione stilizzata, utile a creare un contesto per collegare tra loro i vari combattimenti, con zone veramente piccole, simpatiche ma non certo indimenticabili. In questo Sparks of Hope è tutta un’altra cosa, e si avvicina a serie quali Mario & Luigi o Paper Mario, con piccoli pianeti esplorabili, compatti ma ricchi, con zone interconnesse tra loro ed enigmi ambientali semplici ma sempre piacevoli da risolvere, dando vita a una “pasta” avventurosa decisamente corposa e senza grumi. Ambientazioni variegate, coloratissime, vive, estremamente piacevoli in cui passeggiare, con anche una simpatica e leggera indole da “metroidvania”, per cui servono certi poteri del robottino Beep-O per trovare alcuni segreti lasciati indietro nei mondi già visitati, stimolando un backtracking totalmente opzionale.

mario rabbids sparks of hope

Gli enigmi ambientali sono sempre piacevoli, vari e ben implementati nell’esplorazione, nonché spesso ambientati in stanze molto suggestive.

Ci sono Rabbid che chiedono il nostro aiuto, nemici pronti a caricarci ma che è possibile evitare con delle basiche nozioni di stealth (questi combattimenti “comuni” sono quasi dei puzzle, risolvibili spesso in uno, massimo due turni e che infatti danno pochi punti esperienza, ma anche qualche moneta o scheggia extra che fa sempre comodo), ma anche situazioni più elaborate che si incontrano anche fuori dal sentiero principale. Niente di trascendentale o particolarmente innovativo, lato esplorazione, ma ancora una volta è proprio la cura generale e la quasi totale assenza di elementi buttati lì per fare numero e allungare il brodo a far scorrere tra le mani con piacere assoluto anche i momenti di gameplay più classici, senza soluzione di continuità..

a fare la differenza e accompagnarci nell’esperienza è anche la scrittura, frizzante, esilarante, piena di personaggi adorabili

Chiaramente a fare la differenza e accompagnarci nell’esperienza è anche la scrittura, frizzante, esilarante, piena di personaggi adorabili tra cui spiccano certamente i guardiani dei vari pianeti, che vanno da semi-divinità un po’ sfigate a poeti della disgrazia, passando per capitani alla deriva, ognuno con la propria storia raccontata anche attraverso i quadri che si trovano appesi qua e là che ne raccontano le gesta, sempre filtrate dalla supponente voce di Beep-O. Una scrittura oltretutto condita da modi di dire e citazioni tipicamente italiani, che ne tradiscono le origini e impreziosiscono le battute. Certo, Sparks of Hope da questo punto di vista ha in casa un rivale difficile da superare, quel Paper Mario: The Origami King che è forse il più bell’esempio di commedia comica made in Nintendo, ma Ubisoft si difende comunque benissimo. Forse mancano un più po’ di gag coi Rabbids, che forse si sono abituati al loro ruolo da eroi, vai a sapere! Non mancano eh, ma il racconto non è così demenziale come ci si potrebbe aspettare.

Il Bowzooka di Bowser è una libidine, anche se Rabbid Rosalinda non sembra così esaltata a dire il vero!

Una scelta particolare coinvolge invece la direzione artistica. Ho già accennato al fatto che i mondi siano molto curati, pieni di elementi volutamente fuori posto legati alla collisione tra la dimensione dei Rabbid e quella Nintendo, ma non mi aspettavo fossero così poco “Galaxy”. Ogni pianeta ha infatti un tema legato alle stagioni, sembrando più regioni del Regno dei Funghi che dello spazio profondo. Per assurdo il tutorial iniziale, sul dorso della manta spaziale che attacca il castello, rappresenta già un picco creativo.

Ogni pianeta ha infatti un tema legato alle stagioni, sembrando più regioni del Regno dei Funghi che dello spazio profondo

Dal mio punto di vista rimane più una constatazione che un difetto, comunque. Clamorosa invece la colonna sonora orchestrale, florida e vivace firmata da un trio di campioni quali Grant Kirkhope (storico compositore di Rare e ormai presenza fissa della serie), Gareth Coker (Ori, Halo Infinite) e la leggendaria Yoko Shimomura (30 anni di carriera tra Capcom, Nintendo e Square-Enix), capace di guidare e supportare divinamente il tono decisamente più epico di questo sequel, non perdendo occasione per alzare i giri musicali durante le fasi più concitate dei combattimenti, per poi rilassarsi e rilassarci nei momenti di quiete. Standing ovation.

In breve: Mario + Rabbids: Sparks of Hope non è solo una delle migliori esclusive per Nintendo Switch, è un gioco capace di evolversi nettamente rispetto al capitolo precedente, raggiungendo un livello ludico assoluto. Un’opera esilarante, scanzonata, creativa ma anche curata al pixel, con un level design artigianale e in costante crescita per tutta la durata dell’avventura, esattamente come un combat system che è pura gioia, tatticamente profondo e allo stesso tempo iper-dinamico, comico e a totale disposizione della creatività del giocatore. Migliora esponenzialmente anche la fase esplorativa, piacevolissima e ricca di segreti e attività secondarie, immersa in mondi coloratissimi, curati con amore, forse poco “galattici” ma adorabili e impreziositi da una colonna sonora d’autore (anzi, d’autori) eccezionale. Sparks of Hope è la dimostrazione che l’amore per la propria opera fa sempre la differenza al di là delle velleità commerciali (Kingdom Battle ha venduto 10 milioni di copie e le aspettative vanno comunque in quella direzione); il risultato è un gioco che si fa tanta, tanta, tanta fatica a mettere giù per fare altro. Bravi tutti!

Piattaforma: Nintendo Switch
Com’è, come gira: Un po’ un peccato che il gioco giri a 30fps, con qualche rallentamento qua e là, perché il dinamismo del gioco avrebbe goduto dei 60. Colpo d’occhio comunque estremamente piacevole.

 

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Pro

  • Uno dei migliori combat system tattici in circolazione, esilarante, curatissimo, stimolante, creativo, dinamico / Level design di pregio, in costante miglioramento, pieno di soluzioni geniali e stage unici / Esplorazione piacevolissima e ricca di attività sempre interessanti / Colonna sonora d’eccezione.

Contro

  • Qualche minore sbavatura tecnica, legata soprattutto alle collisioni e rallentamenti in certe situazioni / Ambientazioni meno “galattiche” di quanto ci si poteva aspettare viste le ispirazioni.
9

Ottimo

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