Monster Energy Supercross - The Official Videogame - Recensione

PC PS4 Switch Xbox One

Due settimane prima delle sgommate a tutto gas sul brecciolino arcade di Gravel, la più grande realtà videoludica italiana ci porta in giro per gli Stati Uniti in un nuovo racing game su licenza: Monster Energy Supercross – The Official Videogame, come suggerisce il titolo, ci fa sporcare di fango al fianco di gente come Ryan Dungey (fresco di ritiro, dopo aver vinto il titolo 2017 ed essere uomo copertina) ed Eli Tomac nell’AMA Supercross. Per chi non fosse così addentro alle competizioni FIM, si tratta del campionato americano di motocross, fondamentalmente il cugino d’oltreoceano della MXGP, di cui Milestone detiene sempre la licenza ufficiale. Nel caso in cui ve lo stiate chiedendo, esiste anche una differenza precisa tra le due competizioni e riguarda la tipologia di tracciati, dato che tutte le gare di AMA Supecross si tengono all’interno di stadi (football, baseball o impianti motoristici tradizionali) e sono dunque circuiti artificiali, mentre nella competizione di motocross si disputano molte tappe in scenari naturali. Il risultato è che l’AMA Supercross è uno spettacolo tipicamente americano, con gare intense, su tracciati stretti e in totale bagarre, e salti iper tecnici dove un solo atterraggio sbagliato permette al gruppone di ricompattarsi e accalcarsi, il tutto mentre le gesta dei centauri sono celebrate da fuochi artificiali e riff di chitarra a tutto volume. Uno spettacolo “sobrio”, che Milestone ha riprodotto abbastanza fedelmente in termini di estetica, sposando il carattere grezzo e brutale della manifestazione.

RUN TO THE HILLS

Monster Energy Supercross arriva dunque con il suo carico di energia a simulare lo scorso campionato, con tutti i piloti, i circuiti e le livree del caso per le tre categorie della competizione (450 SX, 250 MX e SX), per una produzione che ovviamente mantiene grandissimi punti di contatto con MXGP3 dello scorso anno.Monster Energy Supercross immagine PC PS4 Xbox One Switch 07

viene tolto uno dei tre livelli di scalabilità della fisica per riassumere tutto in due categorie, spostando un po’ verso l’arcade la proposta ludica

Non si tratta però di un banale spin-off, quanto di un vero e proprio titolo parallelo che migliora sotto diversi aspetti l’ultimo episodio della serie dedicata al motocross, ma che si espone anche a vecchie e nuove criticità. Innanzitutto, è figlio di un approccio leggermente diverso rispetto agli ultimi racing di Milestone, visto che toglie uno dei tre livelli di scalabilità della fisica per riassumere tutto in due categorie, spostando un po’ verso l’arcade la proposta ludica. La scelta, di certo discutibile, ha però senso, e paga i suoi dividendi in termini di immediatezza e resa spettacolare della disciplina, ma inevitabilmente va a ledere in parte la profondità del gioco e il realismo. Il modello di guida di Monster Energy Supercross è dunque accessibile e divertente, regala adrenalina grazie a un’ottima sensazione di velocità e qualche attimo di esaltazione quando si dominano le curve strette con maestria spostando il peso da un lato e giocando a derapare col freno posteriore, ma delude un po’ nelle fasi di impostazione della curva e nella dinamica dei salti. Nel primo caso il problema è causato da un feeling delle superfici non sempre ottimale, che rende difficile interpretare dove sia il punto limite della moto prima di essere disarcionati, dato che grossomodo il fondo sterrato restituisce due macroscopiche categorie di sensazioni: bagnato o asciutto, con poche sfumature.

Riguardo le fasi di volo, invece, c’è stato un passo indietro clamoroso che rimanda agli albori della serie MXGP, dove sostanzialmente lo scrub (la tipica manovra da cross in cui ci si mette di traverso in aria per ridurre il tempo di volo) è inutile, nonché in alcuni casi dannoso, tanto che i piloti della CPU preferiscono assolutamente evitare di farlo. Come se non bastasse – ma questo è decisamente più comprensibile, dato il numero di moto rispetto alla larghezza del tracciato – le collisioni, gli impatti e gli atterraggi non sono sempre credibili, e possono dar vita a scene un po’ strambe, come moto in impennata che rimbalzano sui caschi degli avversari o atterraggi sospetti senza nessuna ammortizzazione. Detto ciò, preso come una (very) light sim, il modello di guida riesce comunque a strappare più di un sorriso, con gare che complessivamente risultano godibili e piacevoli, dove la tecnica conta soprattutto per evitare quanto più possibile case jump – ovvero atterrare sul versante in salita delle rampe – mantenendo alto il ritmo e piazzando qualche block pass a danno degli avversari. Insomma, nonostante qualche imperfezione, nel fango Monster Energy Supercross si difende bene e sa essere aggressivo, immediato e spettacolare tanto quanto la disciplina che riproduce.

UNO SPORCO EQUILIBRIO

Tecnicamente il nuovo arrivato di casa Milestone fa la sua figura, anche su PlayStation 4, oggetto della prova (effettuata sul modello Pro), mantenendo stabile il frame rate quasi in ogni circostanza, fatta eccezione per la partenza dove la presenza contemporanea a schermo di fuochi d’artificio, fumo e ventidue rider che cercano l’holeshot causa sovente più di qualche crollo.Monster Energy Supercross immagine PC PS4 Xbox One Switch 02Riguardo il dettaglio grafico, tra la versione provata e il grabbing di video di quella PC le differenze sostanziali riguardano il dettaglio più preciso e la resa dei replay, che arrancano un po’ su console. Durante la guida, però, il colpo d’occhio complessivo è buono e ben più pulito rispetto a quanto visto in MXGP3, segno di una familiarità sempre crescente con Unreal Engine 4 che fa ben sperare per Gravel e gli altri franchise di casa Milestone.

l’intelligenza artificiale è vittima di un “morbo” diffuso in diverse produzioni Milestone, ovvero la consistenza e la coerenza tra qualifiche e gara

L’unica vera delusione è probabilmente il peggioramento quasi inspiegabile della visuale in prima persona, dove il casco o la copertura del volto del pilota sono dei mascherini video profondamente innaturali e il feedback generale è ben più imbolsito che in passato.

Infine, è d’uopo aprire una parentesi sull’Intelligenza Artificiale, purtroppo vittima di un “morbo” diffuso in diverse produzioni Milestone, ovvero l’incoerenza tra qualifiche e gara, che rende difficile scegliere il livello di difficoltà adeguato alla propria abilità. Nel corso delle mie prove, non sono riuscito a trovare un equilibrio, rimbalzando tra “difficile” e “realistico” senza darmi pace, visto il gap enorme della bravura degli avversari tra le fasi di prova, dove girano come dei forsennati, e la gara, dove rallentano anche di cinque/sei secondi a giro; un cambio di passo notevole, soprattutto quando si viaggia su distanze che si coprono in un minuto. Spesso, dunque, sono partito in decima posizione con grosse difficoltà durante le qualifiche per poi trovarmi, pur avendo lo stesso passo in gara, a combattere per il podio o la vittoria. Per carità, per certi versi, secondo la logica più immediata con cui è sviluppato il titolo, mi può stare anche bene, ma resta sintomo di un bilanciamento dell’IA non ottimale, confermato da alcune scelte ed errori insensati durante la gara da parte dei piloti comandati dalla CPU.

STESSA STORIA, STESSO POSTO, STESSO BAR

La mancanza di equilibrio riapre una ferita sempre aperta quando parliamo dei giochi di Milestone, ovvero quella sensazione che la fase di polishing e di ottimizzazione sia sempre troppo sbrigativa, e che la fretta di uscire (o la scelta di tenere in piedi tanti progetti paralleli, vai a sapere) vada a minare il potenziale delle sue stesse produzioni.Monster Energy Supercross immagine PC PS4 Xbox One Switch 01Un peccato, perché all’affidabilità e all’esperienza di un team che nel campo dei motori ha talento e capacità invidiabili, fa da contraltare una costante mancanza di rifinitura. Sono convinto che alcune cose saranno sistemate attraverso patch e correttivi, ma l’impianto del gioco desta comunque qualche dubbio di troppo. Alle criticità espresse in precedenza, infatti, si aggiunge una struttura della carriera che si limita a prendere quella di MXGP3 e a renderla (ancora) più semplice e superficiale.

la licenza è stata sfruttata a modo sotto il profilo delle gare e dei contenuti, tra cui spicca un editor di tracciati incredibilmente potente

Via, dunque, il team privato in favore di un bislacco sistema che permette di sbloccare (e dunque guidare) moto di altri costruttori durante la stessa stagione, e desta qualche perplessità anche la gestione degli sponsor, che una volta acquisti sono intercambiabili a ogni gara. Di contro, la progressione dell’elaborazione delle motociclette è davvero troppo lineare e sbrigativa, e basta azzeccare due o tre gare per essere in grado di competere per il titolo. Allo stesso modo, benissimo la personalizzazione estetica, ma non si può certo non notare il riciclo di asset ed equipaggiamento da MXGP3.

Non fanno gridare al miracolo neanche i badge e gli achievement globali sullo stile di Project CARS 2, perché fin troppo generici e poco motivanti sulla lunga distanza. Il rammarico si acuisce soprattutto perché, al solito, la licenza è stata sfruttata comunque a modo sotto il profilo delle gare e dei contenuti, tra cui spicca un editor di tracciati incredibilmente potente, facile da usare e appagante, e nessuno mi toglie l’idea che con un po’ più di tempo a disposizione (per assecondare le ambizioni e il talento di cui la software house meneghina dispone) avremmo avuto tra le mani un gran bel gioco. Il risultato è comunque positivo, tuttavia…

Monster Energy Supercross – The Official Videogame è sicuramente un passo in avanti rispetto a MXGP3 relativamente alla capacità di sfruttare Unreal Engine 4, e rinfresca il genere riportando tutto lo spettacolo e l’immediatezza del Supercross a stelle e strisce sui nostri schermi. Il risultato è un gioco divertente, veloce e piacevole, il cui potenziale è minato da alcune scelte scellerate relative alla progressione della carriera, da una fisica non sempre consistente e una generale mancanza di bilanciamento e rifinitura.

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Pro

  • Tecnicamente OK…
  • Tutto lo spettacolo dell’AMA Supercross.
  • Editor di tracciati interessantissimo.
  • Modello di guida immediato e divertente.

Contro

  • … ma la fisica desta qualche dubbio.
  • IA sbilanciata tra qualifica e gara.
  • Carriera poco profonda.
  • Poco rifinito.
7

Buono

Se serve un tuttofare il buon Mancini è l’uomo da chiamare. La nostra principessa fotografa, usa la videocamera come se fosse un’estensione naturale del corpo e monta video manco fosse in una catena di montaggio. Ah… e scrive anche. Insomma… il classico “bravo guaglione”.

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