Monster Rancher 1 & 2 DX – Recensione

iOS PC Switch

La saga di culto dedicata all’allevamento di mostriciattoli da combattimento torna dopo oltre venti anni dal debutto, e nel caso del primo Monster Rancher approda per la prima volta in Europa.

Sviluppatore / Publisher: Koei Tecmo / Koei Tecmo Prezzo: € 29,99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Online PEGI: 12+ Disponibile su: PC (Steam), Nintendo Switch, iOS

Se come me nei primi anni Duemila avevate intorno ai dieci anni, allora ricorderete senz’altro una serie anime che veniva trasmessa in TV facendoci compagnia nei freddi pomeriggi invernali. Quel cartone narrava di un mondo fantastico parallelo al nostro, dove dei dischi di pietra davano vita a dei mostri che poi venivano allevati e fatti scontrare tra loro. Scoprii solo più tardi che quella serie era tratta da un franchise di videogiochi per PlayStation, nonostante gli ovvi riferimenti presenti nell’anime. Un franchise, quello di Monster Rancher, che in gran parte rimase relegato al solo territorio giapponese, ma che riuscì in ogni caso a ritagliarsi una sua nicchia anche qui in Occidente, diventando negli anni una serie cult.

Ora, a distanza di qualche decennio dal debutto in patria, Koei Tecmo ha deciso di portare qui da noi i primi due videogiochi della saga, opportunamente rimaneggiati in modo tale da essere godibili sulle piattaforme moderne.

MONSTER RANCHER VIENI CON NOI

Chi non ha familiarità con i titoli originali, e in caso non sareste certo fonte di biasimo, sappia che la struttura portante di entrambi i videogiochi presenti in questa raccolta è la medesima: lo scopo ultimo è quello di diventare il miglior allevatore di mostri del mondo, scalando i ranghi dell’organizzazione che si occupa di certificare le abilità degli allevatori in erba. Per farlo bisogna dapprima allenare un mostriciattolo, facendogli svolgere delle attività il cui completamento va a influire sulle sue statistiche, per poi farlo combattere nei tornei contro le creature degli allevatori concorrenti.

lo scopo ultimo è quello di diventare il miglior allevatore di mostri del mondo,

Facile a dirsi, un po’ meno a farsi. Bisogna prima di tutto gestire al meglio il proprio tempo nella fattoria, giacché si può allevare un solo mostro alla volta e a questo gli si può impartire un singolo ordine alla settimana. Ciò significa che in un mese bisogna organizzare per bene le attività da svolgere in ognuna delle quattro settimane, stando però bene attenti al benessere della creatura. Sottoporre un mostro ad allenamenti continui farà sicuramente crescere rapidamente le sue statistiche, ma ne diminuirà la tempra, il morale e la lealtà nei nostri confronti, con il rischio che da un giorno all’altro tenti la fuga dalla fattoria. Essere oltremodo permissivi lasciandolo riposare spesso o coccolandolo con troppi cibi prelibati, d’altro canto, è similmente deleterio e potrebbe far sì che il mostro diventi viziato.

Monster Rancher 1 2 DX 04

A ogni passaggio di grado riceveremo una nuova licenza.

Bastone e carota, quindi, un metodo che dà i suoi frutti una volta che si ha accesso ai primi tornei. Qui la struttura del gioco cambia giacché si ha l’opportunità di scoprire se l’addestramento è andato o meno a buon fine attraverso dei combattimenti che si svolgono in tempo reale. Una successione di incontri da sessanta secondi ciascuno in cui possiamo decidere se fornire direttamente indicazioni al mostro, muovendolo in prima persona nell’arena e decidendo quali mosse d’attacco o difesa impiegare per avere la meglio, oppure se lasciare alla creatura piena libertà di azione (l’equivalente di una risoluzione automatica, per intenderci).

MOSTRICIATTOLI SU DISCO (VIRTUALE)

Questa in linea di massima l’impalcatura ludica di entrambi i Monster Rancher, con il secondo capitolo che differisce dal primo grazie all’aggiunta di ulteriori attività settimanali, di un simpatico minigioco utile a guadagnare qualche soldo virtuale, e delle spedizioni, queste ultime molto comode per un allenamento intensivo della durata di un mese intero. In linea di massima, come succede spesso con i sequel, Monster Rancher 2 va a migliorare e ampliare tutto ciò che era stato fatto dal predecessore.

Non stiamo parlando di remaster, bensì di videogiochi riadattati

Per quanto riguarda le novità di questa raccolta, invece, quella più importante riguarda sicuramente il meccanismo di ottenimento di nuovi mostri. La particolarità degli originali risiede nella necessità di inserire dei dischi nel lettore della PlayStation per generare una creatura in base a un algoritmo interno al gioco. In questa raccolta non è più così, anche perché molti PC moderni (così come Switch e i dispositivi mobili) sono sprovvisti di lettore ottico. Per ovviare a tale mancanza, Koei Tecmo ha implementato un database interno al gioco che permette o di generare un mostro casuale recandosi in un tempio, oppure di cercare una data voce nel database per dar vita a una creatura specifica. In questo modo è possibile allevare anche quei mostri rari che altrimenti sarebbe stato impossibile ottenere negli originali.

Monster Rancher 1 2 DX 01

Chi ha visto l’anime riconoscerà sicuramente il simpatico Mocchi.

Sul versante prettamente tecnico, invece, non aspettatevi chissà quale lavoro. La conversione di entrambi i Monster Rancher è diretta. Non stiamo parlando di remaster, dunque, bensì di videogiochi riadattati per le piattaforme moderne in cui sono presenti alcune feature aggiuntive assenti negli originali. Tra queste vi è l’opzione per accelerare la partita facendo girare il gioco al doppio della velocità, mentre viene raddoppiato lo spazio dei mostri “parcheggiati” (da 10 a 20 in entrambi i titoli). Monster Rancher 2, poi, presenta anche una colonna sonora riarrangiata e l’aggiunta dei mostri esclusivi della versione giapponese. Per finire, entrambi i titoli sono giocabili interamente con il solo mouse, ma sono supportati anche i principali controller e i comandi via tastiera.

In breve: Quella di Monster Rancher è una raccolta che si rivolge principalmente ai fan della serie che vogliono recuperare due titoli di due decenni fa ormai irrecuperabili in altro modo, anche perché uno di questi non è mai uscito dai confini nipponici. Si tratta in ogni caso di un pacchetto che include delle conversioni pure, senza alcuna modifica all’impianto tecnico. L’unica differenza sostanziale con gli originali riguarda la meccanica di creazione dei mostri, che ora non si basa più sull’utilizzo di CD musicali.

Piattaforma di Prova: Ryzen 5 3600X, 16 GB RAM, GeForce RTX 2070 Super, SSD
Com’è, Come Gira: Trattandosi di giochi di una ventina di anni fa, il PC utilizzato per la recensione non ha avuto problemi a far girare le riedizioni. Da segnalare che le uniche impostazioni presenti riguardano la risoluzione e il binding dei controlli.

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Pro

  • Due buoni gestionali, anche abbastanza complessi. / Il sistema di creazione dei mostri è stato rinnovato. / Nessun problema tecnico registrato.

Contro

  • Conversioni nude e crude. / I due giochi sono molto simili tra loro. / Pochissime opzioni e impostazioni.
7.5

Buono

Le leggende narrano che a Potenza ci sia un antro dentro al quale vive una misteriosa creatura chiamata Alteridan. In realtà è solo il nostro Daniele, che alterna stati diurni di brillantezza ad altri notturni dove i suoi amici non hanno ancora capito che non conviene fargli assumere troppo alcol.

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