Moonscars – Recensione

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Gli ultimi anni sono stati un periodo decisamente prolifico per metroidvania e soulslike 2D. Vediamo come se la cava Moonscars, ultimo di una lunga serie di esponenti del genere.

Sviluppatore / Publisher: Black Mermaid / Humble Games Prezzo: 19,99€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile Su: PC (Steam, Microsoft Store), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S, Nintendo Switch Data di Lancio: Già disponibile

Humble Games è un’etichetta che ultimamente di sta distinguendo per aver fatto da publisher a una serie di titoli decisamente interessanti: Void Bastards, Wildfire, Unsighted, Unpacking, Midnight Fight Express e Prodeus, giusto per citarne qualcuno.

E anche l’ultimo membro della scuderia, il cupo soulslike in due dimensioni Moonscars, sviluppato da Black Mermaid, sembra bello intrigante.

MOONSCARS È… BEH, ORA CI ARRIVIAMO

Partiamo specificando un attimo il genere, ché è sempre bene sapere a cosa si va incontro: Moonscars è soulslike ma non troppo, metroidvania all’acqua di rose, e con una spruzzatina di elementi da roguelite. Ok, effettivamente non penso di aver chiarito molto con questa descrizione, quindi andiamo con ordine: dei souslike, il gioco di Black Mermaid prende il sistema di checkpoint, qui chiamati Dark Mirror e che causano il respawn di gran parte dei nemici con l’interazione; c’è poi la perdita della valuta (la Bone Powder) al momento della morte, con la necessità di recuperarla nel corso della prossima vita o dirle addio per sempre. Non c’è un indicatore della stamina, mentre invece sono presenti un buon numero di ascensori e scorciatoie e un’ampia mappa le cui aree possiamo tornare a rivisitare in ogni momento, caratteristiche che danno quel leggero sapore di metroidvania. Per quanto riguarda il roguelite, mano a mano che la protagonista Grey Irma stermina Clayborn il suo livello Spite aumenterà, offrendole la possibilità di scegliere vari potenziamenti che saranno persi alla (frequente) morte; ecco, forse ora dovrebbe essere tutto un po’ più chiaro.

Moonscars Recensione

Alcuni personaggi accusano Grey Irma di aver compiuto qualcosa di terribile.

La storia segue le vicissitudini di una guerriera di creta con vuoti di memoria non indifferenti; la necessità di trovare risposte la metterà sulle tracce dello Scultore, l’uomo che ha creato lei, i suoi ex compagni di lotta e le decine di creature prive di senno che infestano i territori di quello che un tempo deve essere stato un grande regno. Naturalmente, la sua strada la porterà a incontrare avversità di ogni tipo, e a dover incrociare le lame con pericolosi boss legati al suo stesso passato. Il tutto è sorretto da uno stile grafico decisamente accattivante, se non vibrante: la palette cromatica predilige di molto il nero, il grigio e il rosso. Niente problemi di chiarezza visiva, in ogni caso.

UNDER A KILLING MOON

Moonscars è un gioco che si riesce a difendere bene, in virtù della sua storia piuttosto lineare ma allo stesso tempo ben scritta, delle sue ambientazioni evocative, di un comparto di animazioni dal giusto peso e un’impalcatura di gameplay discretamente realizzata. Nonostante i suoi meriti, però, non tutto brilla al di sotto della crudele e vorace luce della dea Luna. Come spesso accade in titoli dal budget contenuto, la varietà non è strabiliante nella creazione di Black Mermaid: arrivati a metà gioco avremo già incontrato tutti i nemici che Moonscars ha da offrire, con l’eccezione naturalmente dei boss.

LA MECCANICA DELLA MOONHUNGER RENDE MOLTO PIÙ PUNITIVI GLI SCONTI CON I BOSS

Qui va segnalata una difficoltà non indifferente in particolare per il secondo; chiaro, la difficoltà è un parametro molto soggettivo, ma chi è consapevole di non essere LetMeSoloHer o SunhiLegend dovrebbe tenere presente la meccanica della Moonhunger. La nostra morte attiverà infatti una condizione che renderà più forti tutti i nemici, aumentando al contempo anche la valuta che lasciano cadere. Ora, per quanto riguarda i Clayborn comuni questo non è un grosso problema: ho passato quasi tutto il gioco con la Moonhunger attivata e, salvo l’occasionale (ma non infrequente) morte, non ho incontrato particolari problemi a proseguire. Il problema però è che questa meccanica influenza anche i boss, rendendoli decisamente più temibili; molti loro attacchi, durante la Moonhunger, porteranno via più di metà della vostra barra della salute. Questo stato può essere annullato sconfiggendo un boss o spendendo una Gland al più vicino Dark Mirror; dato che queste sono abbondanti ma non illimitate, assicuratevi di non spenderne troppe nelle opzioni alternative (e generalmente non così interessanti).

Moonscars Recensione

Il lampo rosso indica un attacco in arrivo, e la possibilità di pararlo.

Moonscars soffre anche di qualche problema nel bilanciamento del suo arsenale. Ad ogni vita, a Grey Irma verrà infatti offerta la possibilità di scegliere una fra tre armi speciali; e per la verità l’unica che ho trovato davvero convincente è l’arpione, che offre un utile attacco a distanza dal danno tutt’altro che indifferente. Troppo lente, troppo corte o troppo scomode tutte le alternative. Un discorso simile vale anche per le stregonerie. La Bone Powder non viene infatti spesa per potenziare le statistiche della protagonista (per quello dovremo darci all’esplorazione) ma per imparare nuove abilità magiche. Anche qui, l’arsenale è piuttosto vario ma sono poche quelle che mi sono ritrovato ad utilizzare frequentemente; generalmente per questioni di praticità d’uso, e anche al netto dell’elevato costo di “mana” necessario per lanciarle. In aggiunta, va considerato che possiamo averne solo due equipaggiate per volta, e cambiarle richiede di passare per l’inventario, spezzando il ritmo dell’esplorazione e del combattimento.

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Questa statua ha un che di familiare…

MOONSCARS NON È AFFATTO UN BRUTTO GIOCO, MA LA CONCORRENZA NEL GENERE È PARECCHIO AGGUERRITA

Concludendo, non vorrei dare l’impressione che Moonscars mi sia parso un gioco mediocre. Non lo è: il gioco in esame è un prodotto valido, e Black Mermaid ha dimostrato di essere uno studio abile nel mestiere, che sicuramente sarà in grado di imparare dalle debolezze di questo suo debutto. Ma bisogna anche tener conto del fatto che la concorrenza nel settore degli indie 2D si è fatta decisamente agguerrita, sfornando prodotti che raggiungono vette d’eccellenza che sembrano incredibili per titoli creati da un manipolo di persone. Svettare nel campo dei metrodivania / soulslike, al giorno d’oggi, non è certo impresa semplice, e Moonscars fatica a farlo.

In Breve: Moonscars è un buon gioco, che non riesce però a svettare a causa di una varietà non brillante, di opzioni di gameplay non sempre convincenti, e di un’esplorazione che fatica ad essere entusiasmante. Pollice in su senza problemi, invece, per lo stile artistico, per il comparto delle animazioni, e per la scrittura dei vari personaggi.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: GTX 1070, AMD Ryzen 3600, 16 GB RAM, SSD
Com’è, Come Gira: Molto ben realizzato visivamente. Non ha avuto problemi di performance, ma sarebbe stato sorprendente il contrario. Qualche glitch minore di quando in quando.

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Pro

  • Stile artistico molto ben riuscito / Ottima qualità della scrittura.

Contro

  • Scelte di gameplay non sempre convincenti / Pecca di varietà.
7.5

Buono

Dai monti del Trentino scende Marco Bortoluzzi – figurativamente, s'intende, perché per smuoverlo dal suo paese servono le cannonate. Non chiedetegli mai perché ha giocato così tanto a Dota 2.

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