Neo Cab - Recensione

PC

È tutto registrato, spiato, studiato a tavolino da multinazionali-voyeur che leggono i nostri sentimenti e desideri in anteprima per poi nutrirci, ingozzandoci come animali da allevamento fino a farci scoppiare, il conto in banca come pregiato foie gras. Una porta spalancata accettando termini e condizioni mai letti nella fretta di poter utilizzare quello che ci è appena stato ordinato di acquistare. La nostra identità sacrificata sull’altare del benessere, della comodità, al guinzaglio di macchine e algoritmi, traghettati nell’inferno dell’omologazione. Sempre meno umani, sempre più costruiti, finti, col solo obiettivo di scalare una parete verticale di aspettative cosparsa d’olio. La vita contemporanea portata alle estreme conseguenze in un cyberpunk del prossimo futuro, quello scritto magistralmente da Chance Agency e raccontato nell’intimità di un Neo Cab, taxi in via di estinzione sulle strade dell’ecosistema cittadino di Los Ojos, deturpato dall’automazione; nel nome di Capra, del business e del controllo sociale, amen.

PAURA E DELIRIO A LOS OJOS

Durante la notte le difese emotive si abbassano, la conversazione diventa più naturale, fluida, un bisogno da soddisfare, un peso da condividere. L’automobile è luogo ideale di una terapia morale che stimola l’interazione senza filtri, priva di pregressi e quindi libera da giudizi, senza bisogno di prescrizione medica ma della sola app Neo Cab. Lina diventa così una psicologa improvvisata, istruita da mille conversazioni allo specchietto retrovisore e supportata dalla coscienza che la consiglia al di là dello schermo. Un giocatore/lettore che nel giro di pochi minuti viene illuso dall’incredibile umanità dei personaggi che si susseguono sul sedile posteriore, dotati di memoria, sentimenti, idee pronte ad affiorare se verbalmente stimolate. neo cab recensione

È una sensazione strepitosa che va oltre i classici dialoghi a scelta multipla

È una sensazione strepitosa che va oltre i classici dialoghi a scelta multipla, nonostante l’interazione sia davvero minima; qualche clic per decidere che approccio seguire in un determinato dialogo, scegliere di quanto ricaricare la nostra vettura elettrica o dove andare a dormire, gli unici modi per spendere i crediti Capra guadagnati al chilometro. Los Ojos, “città-stato” controllata da Capra, multinazionale leader nel settore tecnologico, dalla telefonia al trasporto pubblico fino alle app per incontri, emerge letteralmente dalle chiacchiere coi nostri passeggeri. Un’operazione di drenaggio verbale per poter ritrovare Savy, migliore amica scomparsa pochi minuti dopo il loro emozionante incontro, la promessa di una nuova vita insieme, come quando erano ragazzine ribelli, prima di perdersi di vista e ritrovarsi cresciute come donne che rigettano il sistema. È tramite le corse del turno di notte per strade sconosciute che il thriller si racconta, interagendo con tutte le specie di questo habitat sociale e social, sempre in equilibrio tra rapporti personali e virtuali. Anarchici, fanatici o dipendenti di Capra, cultisti, poliziotti corrotti, medici clandestini autodidatti, brillanti ed estrose fisiche quantistiche, ognuno rappresenta la sua categoria, un’ideale. Il Feelgrid, braccialetto capace di effettuare analisi biometriche dell’organismo, regalato a Lina da Savy prima di essere assorbita dalla città, diventa bussola emotiva con cui muoversi nelle relazioni e capire il nostro stato d’animo, rendendolo esplicito e dandoci la possibilità di condizionarlo con gli atteggiamenti giusti (o sbagliati).neo cab recensione

L’emotività è proprio un fattore chiave, per il racconto come per il gameplay. Ogni cliente è un vero e proprio stage, level design grammaticale e psicologico da risolvere per ottenere punteggi più o meno alti in scala di stelle, fondamentali per un dipendente Neo Cab, che per contratto non può scendere più di tre volte sotto i 4 punti su 5 di gradimento. Questa meccanica innesca processi mentali assolutamente naturali, come mordersi la lingua pur di non discutere, empatizzare e cercare punti in comune oppure lasciarsi andare a 5 minuti di rabbia incontrollata, portando sempre a una conseguenza credibile. Merito di una scrittura eccellente, mai didascalica e molto gergale (un plauso anche a chi ha curato la traduzione italiana, tra cui Fabio “Kenobit” Bortolotti), applicata al linguaggio di scripting narrativo Ink di Inkle (80 Days, Sorcery! e lo stupendo Heaven’s Vault), preso in prestito per raccontare una vicenda rotonda, dove Lina lascerà un ricordo in ogni personaggio per arrivare a un finale (uno di quelli possibili) che ci sputerà addosso ogni scelta fatta, rinfacciandocela senza pietà. Un sistema che funziona nonostante la totale libertà che caratterizza il mestiere di autista, decidendo a quali chiamate rispondere e trovandosi a caricare lo stesso cliente più volte, potendone quindi ignorare altri. È questa la differenza più evidente con Night Call, altra opera che racconta di notte, taxi e tassisti, il suo essere nettamente più malleabile e omogenea. C’è vita in questi attori virtuali splendidamente caratterizzati, esteticamente e psicologicamente, i loro tratti (disegnati con grandissimo stile) illuminati dai neon filtrati attraverso i cristalli dell’auto.neo cab recensione

L’emotività è proprio un fattore chiave

Espressivi nonostante una mimica facciale elementare rispetto a tutte le sfumature emotive che sfoggiano e la conseguente mancanza del doppiaggio, che altera un minimo la sospensione d’incredulità, anche se il livello della scrittura riesce comunque a reggerne la personalità. Viaggiatori in una città anonima, impersonale, poligonale, ben illuminata ma priva di veri punti di riferimento e scorci affascinanti, architettonicamente regolare, geometrica e fredda, come è giusto che sia una città fortemente automatizzata. La si nota raramente, se non in superflue panoramiche, quando la telecamera stacca dall’abitacolo, cercando di dimenticarla subito rituffandoci negli affascinanti racconti delle persone, da cui ne esce estremamente più vivace, politicamente stratificata e fondamentalmente divisa tra pro e anti Capra. Si ha la sensazione di esserci capitati in mezzo, aghi della bilancia contro la nostra volontà, tesi, talvolta paranoici, merito anche di quel costante battito sintetico, lento ma violento, con linee di basso e casse piene che non permettono di dimenticare la situazione precaria di Lina; gli sviluppatori sono riusciti a gestire i tempi in maniera perfetta, cucinando il giocatore a fuoco lento, lasciandogli il tempo di maturare delle idee per poi insinuare il dubbio appena ci si era quasi convinti. È la classica epica cyberpunk della lotta alla megacorporazione vissuta però dal punto di vista di una persona qualunque, che rischia di perdere il lavoro rimpiazzata da una vettura automatica, quindi anche un pizzico egoista e forse miope. Un’opera piccola e straordinaria per quello che riesce a fare: spingerci a interfacciarci con intelligenze artificiali, dalle risposte varie ma programmate, facendole sembrare umane, stimolando un rapporto di affetto, antipatia, sospetto assolutamente tangibile. Anche per questo vale affrontare più volte l’opera, per esplorarne ogni dettaglio, ogni linea temporale, portandolo al limite.

Terminata la prima corsa in circa 8 ore, Neo Cab lascia addosso l’illusione di aver davvero conosciuto qualcuno, esseri umani sotto mentite spoglie virtuali. Chance Agency ha centrato il punto, simulando quell’umanità che ha voluto esaltare, talmente naturale da superare il test Voight-Kampff. Una sceneggiatura ad alveare di cui, dopo una sola partita, non si vede il limite, impreziosito da una caratterizzazione dei personaggi straordinaria, ingranaggi ignari di un thriller politico di matrice cyberpunk vissuto notte dopo notte, aspettando un segnale, un messaggio della nostra amica scomparsa. Il videogioco narrativo in una delle sue migliori iterazioni, incredibilmente emotivo e capace di momenti registici importanti, gestito con un ritmo praticamente perfetto come la sua colonna sonora. Parlami, parlami ancora.

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Pro

  • Attori virtuali incredibilmente umani.
  • Stratificazione narrativa importante.
  • Fattore emotivo fondamentale.

Contro

  • Los Ojos esteticamente poco caratterizzata.
  • Espressività facciale appena sufficiente.
8.5

Più che buono

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