Uno degli aspetti più controversi del moderno mondo videoludico è senza dubbio quello delle microtransazioni, elemento di sicuro margine economico per i publisher ma spesso motivo di interferenza o totale stravolgimento delle meccaniche di gameplay.
Negli ultimi giorni, due dei maggiori publisher a livello mondiale, nonché tra le aziende più discusse sotto il profilo delle politiche di monetizzazione dei propri titoli, hanno pubblicato i risultati economici dell’ultimo quadrimestre, rendendo palese l’importanza dei profitti da elementi ulteriori alle singole copie dei giochi.
In particolare, Activision Blizzard dichiara di aver incassato da acquisti in-game una cifra pari a 956 milioni di dollari, con un aumento del ben 20% rispetto allo scorso quadrimestre, sopratutto grazie alle microtransazioni presenti in Call of Duty: Modern Warfare.
Da canto suo Electronic Arts segnala come i suoi “live services” le abbiano fatto incassare ben 789 milioni negli ultimi quattro mesi, portando gli incassi da microtransazioni nel solo ultimo anno a oltre 2 miliardi di dollari (anche grazie al grande impatto di Apex Legends).
Risulta quantomai interessante osservare dai dati aggregati come oramai un’azienda come EA riesca a generare con acquisti di elementi aggiuntivi quasi il quadruplo di quanto incassato tramite la vendita delle singole copie dei giochi completi.
Sono dati che dovremo tenere bene a mente nel commentare le prossime mosse di questi due grandi colossi del mondo videoludico.