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Final Fantasy XVI

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L'Arabia Saudita mette al bando Final Fantasy XVI

L’Arabia Saudita ha proibito la commercializzazione di Final Fantasy XVI all’interno del territorio del paese mediorientale. L’annuncio è stato dato nelle scorse ore via Twitter dall’autorità pubblica per i media dell’Arabia Saudita, senza però motivare la decisione.

Secondo quanto riportato su ResetEra, pare che l’effettiva messa al bando di Final Fantasy XVI dipenda dalla presenza di un personaggio apertamente omosessuale che Square Enix ha deciso di non modificare, mantenendo così l’integrità dell’opera. Non è la prima volta che un videogioco viene bandito dal regno per motivazioni simili: in passato altri titoli di richiamo come The Last of Us Parte II e Dragon Age: Inquisition hanno subito la stessa sorte di Final Fantasy XVI. L’omosessualità, infatti, è illegale nel paese arabo, tant’è che le persone appartenenti alla comunità LGBT rischiano addirittura la pena di morte.

Ricordiamo, inoltre, che l’Arabia Saudita sta investendo in maniera massiccia nell’industria dei videogiochi: appena il mese scorso Savvy Games Group, una controllata della corona saudita, ha acquisito il publisher mobile Scopely, mentre l’anno scorso il principe Mohammad bin Salman ha comprato SNK. Viene difficile pensare che queste acquisizioni non avranno alcun impatto nella rappresentazione delle minoranze della comunità LGBT.

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