Se è vero – come ho scritto nella recensione della versione PS4 – che la serie Dark Souls è riuscita a svegliare il mercato sulla complessità e sul livello di sfida dei giochi d’azione, Nioh ha rappresentato l’esempio più compiuto e sorprendente del suddetto processo. Per la verità, l’opera di Myiazaki ha anche ridestato il lavoro di un intero studio di sviluppo, guidandolo alla creazione di uno dei migliori giochi dell’anno in corso: da un lato Team Ninja ha creato un soulslike che è giusto definire tale per una miriade di ragioni, tra cui l’attitudine a un “balletto di guerra” intorno al nemico, la necessità di recuperare l’esperienza perduta o il valore dei Templi/Falò sotto il profilo funzionale e del disegno dei livelli (seppur con meno profondità, almeno su questo versante); dall’altro è doveroso sottolineare come Nioh si sia dimostrato a sua volta una creatura autonoma e originale, nelle caratteristiche dell’energia Ki (stamina da recuperare al volo, nella sostanza, con innumerevoli abilità a corredo), nel loot contaminato dagli hack ‘n’ slash occidentali o anche nei tre stili da applicare a precise classi di armi, capaci di donare a Nioh una profondità tutta sua. Anche l’idea narrativa si è dimostrata vincente, partendo dalla vicenda storica di William Adams per far esplodere in faccia al giocatore la potenza delle leggende giapponesi a base di demoni e samurai, sullo sfondo di una faida tra Shogun alimentata da forze oscure.
nella Nioh Complete Edition sono presenti tutte le primizie pubblicate nel corso dell’anno
CHE BIRICHINO, QUESTO WILLIAM
Iniziamo dai lati positivi, magari non sorprendenti ma fondamentali per qualsiasi decisione di acquisto: la Nioh Complete Edition è volata via fluida sulle 60 immagini al secondo in Full HD su un sistema retto in zona video da una GeForce 980 Ti, ed è aperta a risoluzioni superiori, fino ai 2160p; in questi casi serve un hardware potente, considerati gli sporadici cali sotto i 50 fotogrammi nella prova a 1080p, ma non è certo sotto questo profilo che si può rimproverare la conversione. In fin dei conti, anche la resa visiva è un filo superiore a quella di una normale PS4: in tutte le situazioni ho tirato al massimo le scarne opzioni video, tra livelli delle ombre, occlusione ambientale, riflessi dinamici e motion blur della camera, e ciò è comunque bastato a rendere Nioh sensibilmente più bello da vedere, baciato in tutti i casi dal dono della fluidità. Ho pure potuto fruire della nuova opzione “Momenti Salienti” per le recenti schede Nvidia, con il salvataggio automatico delle immagini in corrispondenza di particolari condizioni di gioco, (diverse uccisioni di fila, l’incontro con un nemico potente, la propria morte e così via): un algoritmo al servizio del nostro ego, insomma, in una funzione indubbiamente simpatica.
Ciò detto, non può nemmeno essere ignorata l’assenza di un qualsivoglia filtro antialiasing, così come dettagli poco eleganti come il tool di configurazione esterno al gioco, necessario per scegliere la risoluzione, o le frequenze bloccate brutalmente a 30 o 60 fotogrammi al secondo. La faccenda, però, si fa ancora meno gentile nelle opzioni dei controlli, dove balza immediatamente all’occhio la mancanza del supporto a mouse e tastiera (se non in una serie di tasti da intuire a caso nella navigazione fra i menu); lo schema dei comandi su joypad è paragonabile a quello visto su PS4, con quattro varianti per coprire qualsiasi stile di combattimento, ma rimane comunque l’impressione di una scelta atta a minimizzare gli sforzi, accelerando i tempi di pubblicazione a costo di far innervosire qualcuno.
è doveroso sottolineare come Nioh si sia dimostrato una creatura autonoma e originale rispetto al Dark Souls ispiratore
Per tanti versi Nioh è un prodotto correttamente “traslato” verso l’ambiente Windows, più che “convertito” sulle caratteristiche della piattaforma, corredato di migliorie che in ambiente PC sono considerate poco più del minimo sindacale (DLC a parte, invero molto sostanziosi). Allo stesso tempo, però, sarebbe addirittura folle sostenere che il titolo di Koei Tecmo possa perdere carisma o efficacia per simili ragioni: al contrario, che piaccia o meno l’atteggiamento produttivo, la qui presente Nioh Complete Edition si presenta “pura” sotto il profilo squisitamente ludico, esattamente com’è stata pensata, nonché più bella da vedere rispetto all’esordio su console. Non fa, insomma, la triste figura della Prepare to Die Edition che fu, anche se certo si poteva osare molto di più.
Il celebrato Nioh arriva su PC in una versione che, senza sbagliare, si può definire “pura” o anche “svogliata” a seconda dei punti di vista. La fluidità è quasi ineccepibile, la risoluzione è aperta a esperienze in 2K e in 4K e il gioco è esattamente lo stesso già visto su PlayStation 4, magnifico nonché ampliato dai tre validi DLC compresi nel pacchetto. Allo stesso tempo, però, il risicato numero di opzioni grafiche e la mancanza di supporto a mouse e tastiera non possono che testimoniare la velocità dell’operazione commerciale, scolasticamente corretta sotto il profilo tecnico, e tuttavia poco attenta ai dettagli di presentazione. Trovare un voto è stato difficile, ma alla fine ha prevalso la sostanza.