Non capita spesso di imbattersi in un gioco sfacciatamente, volutamente ed esageratamente stupido come Nippon Marathon, un party-game demenziale in cui gli improbabili corridori devono gareggiare in un chiassoso percorso a ostacoli, affrontando otto lunghe tappe in altrettante località giapponesi. Il gioco vuole essere “nipponico” a tutti i costi estremizzando, fino ai limiti concessi dalla parodia, tutti i luoghi comuni del Sol Levante, almeno per come ci vengono trasmessi da anime, manga e videogiochi. Nippon Marathon, dunque, ripropone su PC e console la stessa follia di trasmissioni come Takeshi’s Castle e Mai Dire Banzai, portandola però a livelli estremi.
I QUATTRO PODISTI DELL’APOCALISSE
Gli improbabili atleti che possiamo impersonare, almeno inizialmente, sono quattro. Zenbei “Xen Bae” è un nonno pelato che crede di essere una teenager e, per tanto, veste la tipica gonnellina da liceale delle Sailor Moon; Elizabeth Nishimori è la giovane rampolla di una ricca progenie di industriali, ma preferisce dedicarsi alla salvaguardia dei narvali piuttosto che agli affari di famiglia, mettendosi un lungo corno in testa che, però, dà continuamente luogo a malintesi imbarazzanti; Snuguru Maestro è un bel ragazzo atletico e alla moda, ma ha la testa di un cane e nessuno ci fa caso; infine c’è J Darwin, un tizio che ha sviluppato una curiosa ossessione per le aragoste e, per tanto, indossa un ridicolo costume dotato di chele e zampette.
Gli improbabili atleti che possiamo impersonare, almeno inizialmente, sono quattro
BELLA STORIA! O FORSE NO
Possiamo comprendere i legami tra queste persone affrontando il gioco in modalità storia e scegliendo, successivamente, un personaggio diverso. In questo caso possiamo assistere, tra una gara e l’altra, a scenette animate così spartane da sembrare capolavori trash: modelli 3D basilari, animati in modo isterico e riempiti con texture che paiono uscite da qualche antica collezione su CD-ROM, si muovono in location appena accennate e parlano tra loro con un font simile al Comic Sans, solo più brutto.
L’umorismo che permea questi passaggi è stucchevole, anche se spesso regala sorrisi
GARE CHIASSOSE E…
Ogni tappa prevede un lungo percorso irto di ostacoli architettonici o naturali e, visto che essi non bastano a rendere il tutto abbastanza caotico, fanno la loro comparsa anche buche, rampe, salti, pedoni, ciclisti, cani che azzannano o che sbucano addirittura dal terreno, terremoti e chi più ne ha più ne metta, il tutto allo scopo di bloccare gli strambi podisti che l’affrontano. L’obiettivo di ciascun corridore è distanziare sufficientemente gli altri in modo che essi “spariscano” dallo schermo: in questo caso, il superstite guadagnerà una stella e gli altri ne perderanno una (se semplicemente distanziati), o addirittura due (se incappassero in qualche ostacolo normalmente letale, come per esempio un burrone). Ogni volta che la gara si interrompe e viene assegnata una stella, si riprende da un punto lì vicino, con tutti i quattro contendenti, e il ciclo si ripete fino al traguardo. Solo a quel punto, in base ai bonus raccolti, alle disavventure capitate e soprattutto al numero di stelle ottenute, verrà proclamato il vincitore della tappa. Nel caso di una partita in singolo, solo il primo posto consentirà di partecipare alla gara successiva.
…BONUS CASUALI
Lungo il percorso è possibile raccogliere scatole che contengono diversi tipi di frutta: in genere può essere scagliata contro un avversario, per fargli perdere tempo, o mangiata direttamente, per guadagnare un momentaneo sprint. L’unica eccezione è il fungo velenoso, che deve essere abbandonato il prima possibile per non restare intossicati.
L’esperienza “in compagnia” è divertente, ma risente un po’ della mancanza di varietà
Al di là del voto poco attraente, dovuto soltanto agli innegabili limiti tecnici, Nippon Marathon è sicuramente la cosa più assurda e accattivante con cui abbia giocato, su PC, negli ultimi mesi. Un divertimento “mordi e fuggi” sincero, impetuoso e incontenibile, dovuto soprattutto alle situazioni paradossali e alle scenette demenziali sparse qua e là per tutto il gioco, oltre che al gameplay semplice e istintivo. Ma, come canta Max Gazzè, “l’amore intenso brucia presto” e i limiti di uno schema di gioco ripetitivo fanno rapidamente capolino: ci saranno nuovi percorsi, nuove storie, nuovi personaggi in futuro da scaricare? Nuovi bonus da aggiungere? Non ci è dato saperlo. E senza questo tipo di supporto post vendita, Nippon Marathon rischia di essere accantonato in fretta.