Chi muore davvero? L’uomo che spera in un futuro diverso o colui che, costretto a dover compiere scelte complesse, ha soltanto sé stesso, dopo aver perso ogni cosa? È la domanda che Critical Hit Games ha posto quando ha pubblicato qualche giorno fa Nobody Wants to Die, un investigativo che non è soltanto questo ma è molto, molto di più. Un nuovo metro di paragone per il genere.
Sviluppatore / Publisher: Critical Hit Games / PLAION Prezzo: 24,99 euro Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile su: PC (Steam), PlayStation 5 e Xbox Series X|S Data d’uscita: Già disponibile
New York, Madison Square Guarden. New York, Easth 79th street. Un uomo osserva il cielo nascosto dai grattacieli, con le gambe sospese che dondolano nel vuoto al ritmo di ogni sorso di whiskey che manda giù. È un rituale mattutino, una sorta di modo per liberarsi dai pensieri e dal passato, temporaneamente utile ma talvolta estremamente letale. La gola brucia, il respiro è affannato, le mani stringono la macchina mentre fuori tutto quanto va veloce. A essere lento è solamente quest’uomo, che ha la mente altrove. Ogni suo pensiero reale e tangibile è nascosto dagli antidepressivi. L’uomo ha passato l’inferno, il vero inferno, e ha visto capitare fin troppe cose. Potremmo essere proprio noi.
Con Nobody Wants to Die, opera futuristica ambientata in un mondo cyberpunk che esplode a ogni pixel, Critical Hit Games ha tessuto un racconto sospeso tra l’avventura narrativa e il genere investigativo in modo brillante, apparecchiando il tavolo per il giocatore in una New York del futuro costantemente in bilico tra il suo passato e questo presente ipertecnologico. Macchine che svettano nel cielo, gente che ormai esce per poco tempo, perché in casa ha tutte le comodità, e soprattutto personaggi che si ritrovano a dover fare i conti con un mondo imprevedibile.
Con Nobody Wants to Die, opera futuristica ambientata in un mondo cyberpunk che esplode a ogni pixel, Critical Hit Games ha tessuto un racconto sospeso tra l’avventura narrativa e il genere investigativo in modo brillante
THE MAN WHO SOLD THE WORLD
James è un detective di New York, un investigatore che sopravvive alla giornata e beve tanto, forse troppo. È cresciuto per le strade dalla Grande Mela tra un caso e l’altro, spesso finendo in situazioni complesse. In Nobody Wants to Die ne vive una che, in un modo o nell’altro, lo riguarda da vicino. È bene non fare spoiler, però: il racconto serpeggia tra la vita dell’investigatore e un caso brutale, con un assassino che sta minacciando un’intera città. Nel videogioco si parla di reincarnazione e immortalità, di uomini che non perdono i ricordi e accettano altri corpi per continuare la loro storia esistenziale, per quanto diversa e nei panni di qualcun altro almeno fisiologicamente.
Il racconto parla soprattutto di memorie, di quelle che chiunque si porta appresso nonostante cerchi in ogni modo di scacciarle via. La storia brutale, intensa e particolareggiata di Nobody Wants to Die, dona al giocatore una scrittura vivace e di grandissima caratura, specie nei dialoghi tra i vari protagonisti. Tutto era partito per James Karra come una verifica, una cosa veloce; si è ritrovato invischiato, invece, in qualcosa che neppure lui si sarebbe mai aspettato. Certo che potesse un minimo cambiare la sua prospettiva sulla vita, sulla sua vita, il protagonista si ritrova a doversi barcamenare in una costante spirale del dolore in cui rammenta la moglie scomparsa e il suo passato felice.
Una critica sociale, che si ritrova anche nel percorso del titolo in termini narrativi, è nei confronti dell’abuso di alcool
James Karra è un uomo che si rinchiude in casa per restare isolato dal mondo. Una critica sociale, che si ritrova anche nel percorso del titolo in termini narrativi, è nei confronti dell’abuso di alcool. Il suo dolore, in un certo momento, viene mostrato attraverso una fiaschetta che James si ritrova a bere quando sente che i ricordi gli stanno per esplodere in testa. La trama è brillante, arricchita dal contesto cyberpunk di una New York impossibile da non amare.
IL CASO DI NOBODY WANTS TO DIE
L’esperienza, come accennavo, è un’avventura narrativa con meccaniche investigative in prima persona. L’obiettivo è risolvere il caso che vede coinvolto lo stesso protagonista in un modo che non posso rivelare. La ricerca della verità, tuttavia, si poggia su gadget à la Batman e su compagni come Sarah che possono fare la differenza. Nobody Wants to Die riesce a trovare un equilibrio perfetto tra le parti giocate e quelle cinematografiche. No, non aspettatevi affatto un walking simulator, termine che sarebbe il caso di accantonare terribilmente. La tridimensionalità del titolo è già un chiaro segnale che si parli di un’interazione basata su un certo concetto di game design.
L’esperienza, come accennavo, è un’avventura narrativa con meccaniche investigative in prima persona
Si tratta di strumentazioni chiaramente all’avanguardia, con un set dell’investigatore perfetto che mette in chiaro sin da subito quale racconto si sta vivendo e in che modo il giocatore deve interfacciarsi con questo contesto che si fa sempre più cupo a ogni indagine. Il ricostruttore, uno strumento utile per mandare avanti o indietro il tempo a seconda delle situazioni, è quello certamente più utilizzato dall’investigatore, utile per analizzare prove che possono trovarsi sulle superfici o su un cadavere. Per seguire le tracce di sangue o di composti chimici e liquidi è necessario armarsi di una lampada UV che può condurre a un terminale elettrico che si è appena disintegrato. Tutto ha una sua ragione d’esistere e funziona in modo curato e brillante: l’intero gameplay, per quanto minimale, riesce pienamente a convincere, dando al giocatore la costante sensazione che ogni interazione ha sempre qualcosa di diverso rispetto alla precedente.
Tutto ha una sua ragione d’esistere e funziona in modo curato e brillante
Le indagini, dunque, non si esauriscono mai: in quella casa che un tempo era più felice di quanto voglia dimostrare, si mette letteralmente mano alle prove, incastrandole come dei puzzle ad altre informazioni. È una struttura di gioco che mostra la cura di Critical Hit Games per la sua opera d’arte, che esplode sin dal primo momento fino all’ultimo, dimostrando moltissima lucidità.
LA NEW YORK CYBERPUNK DA VIVERE
Nobody Wants to Die l’ho provato su PC. La direzione artistica colpisce in maniera incredibile, sfruttando e spolpando a dovere l’Unreal Engine 5 in ogni modo possibile e immaginabile, per dare la sensazione al giocatore che nel titolo tutto quanto è vivo. Lo si avverte sin dal primo avvio, in realtà, quando la città pulsa attraverso i suoi colori e mentre le macchine sfrecciano nel cielo a una velocità incredibile.
È la profondità di campo, sia quando si alzano gli occhi verso i grattacieli sia quando si guarda l’orizzonte, a designare l’intero coinvolgimento. È una New York che fa sentire minuscoli, una New York del futuro che si conosce solo attraverso gli spot pubblicitari e poco altro, che mostra il suo meglio quando deve dimostrare di essere una protagonista al pari dello stesso James. Nobody Wants to Die è un videogioco realmente next gen: lo dimostra il suo approccio al gameplay, al racconto e a cosa mostra.
Nobody Wants to Die ha le carte in regola per divenire un metro di paragone
In Breve: Incredibile e dal grande impatto estetico, Nobody Wants to Die propone una storia profonda e brutale, che dettaglia in modo unico la critica verso l’abuso di alcool e di antidepressivi. Dettaglia inoltre un personaggio che racconta la sua esistenza in modo particolareggiato, attraverso un gameplay che si espone in modo unico e ben delineato, dimostrando molta personalità. Un videogioco da avere, sia per chi è appassionato di scenari simili, sia per chi ha bisogno di una ventata d’aria fresca, ché non fa mai male, in un periodo del genere.
Piattaforma di Gioco: PC
Configurazione di Prova: i5-12400F, 16 GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, come gira: Ottimamente, tutto a ultra. Peccato per qualche lieve problema di stuttering, risolvibile con una patch.