Octopath Traveler II – Recensione

PC PS4 PS5 Switch

Se pensavate che il team capitanato da Asano Tomoya potesse fermarsi dopo l’eccezionale Triangle Strategy e il remake di Live a Live, beh, vi sbagliavate. Gli autori di Bravely Default sono infatti di ritorno con Octopath Traveler II, il nuovo capitolo del franchise che ha reso celebre il peculiare stile grafico del HD-2D.

Sviluppatore / Publisher: Acquire / Square Enix Prezzo: 49,99 € Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile su: PC (Steam), Nintendo Switch, PlayStation 4, PlayStation 5 Data di Lancio: 24 febbraio

In attesa del remake di Dragon Quest III baciato da questa mise estetica, diamo un’occhiata alle avventure degli otto viandanti di Acquire.

Gli specialisti di Square Enix tornano a farsi avanti offrendo una nuova avventura nel mondo di Solistia, un’ambientazione fantasy che si fonde con un immaginario non poi così dissimile dalla Belle Époque europea.

Octopath Traveler II: un gioco, otto protagonisti

È proprio in questo mondo, tra due continenti divisi dall’oceano e da feroci battaglie campali per il dominio assoluto, a cavallo di una fioritura culturale determinata dal progresso tecnologico, che si inscenano le storie degli otto protagonisti: il coscienzioso soldato maledetto Hikari, l’ingenua artista Agnea, l’ambizioso mercante Partitio, il rancoroso sapiente Osvald, la tormentata furfante Throné, l’ecclesiasta detective Temenos, la cacciatrice furry Ochette e la misteriosa speziale Castti. Chi avesse già fatto esperienza dell’eccezionale primo episodio o della demo gratuita offerta su Nintendo Shop e PlayStation Store lo saprà già, ma in sostanza la formula di Octopath Traveler prevede che il giocatore possa prendere il controllo di uno degli otto protagonisti introdotti fin dai primi minuti di gioco, e iniziare un viaggio attorno al mondo capace di connettere le vicende e le tribolazioni di tutti gli altri eroi, senza seguire una struttura lineare.

Octopath Traveller II non si fa nessun problema a seguire la più che rodata struttura del predecessore anziché tentare di stravolgerla

I più “stagionati”, o semplicemente gli appassionati del genere, non potranno che tornare con la mente alle sperimentazioni di Kawazu Akitoshi e alla sue serie SaGa (nella fattispecie Saga Frontier, di cui abbiamo anche recensito la recente riproposizione per piattaforme di gioco odierne), e in effetti la formula prevede massima libertà al giocatore, anche a scapito della coerenza narrativa. Octopath Traveller II non si fa nessun problema a seguire la più che rodata struttura del predecessore, decidendo di optare per un lavoro certosino di limatura e arricchimento, piuttosto che valutare un sostanziale stravolgimento della formula.

Squadra vincente non si cambia

Come in passato, registro narrativo e approccio ludico cambiano di protagonista in protagonista, affidandosi ancora una volta a un granitico sistema di combattimento a turni in cui l’attenzione gravita attorno alla ricerche delle debolezze dell’avversario, e a colpire proprio lì dove fa più male per atterrarlo e quindi infliggere danni maggiori. In tal senso, le novità sostanziali si limitano all’introduzione di abilità uniche chiamate poteri latenti. Queste sono azioni aggiuntive che caratterizzano lo stile di combattimento dei protagonisti, e necessitano che la tipica “barretta della super” si riempia a suon di danni subiti e colpi inferti sfruttando le debolezze degli avversari.

Octopath Traveler II

Spendere i punti PP in modo oculato permette di potenziare i propri attacchi in battaglia. Un chiaro riferimento al precedente sistema Bravely di Bravely Default.

La danzatrice Agnea, normalmente impegnata nel potenziamento dei membri del gruppo, possiede un potere che le permette di trasformare le abilità a bersaglio singolo in abilità che interessano molteplici bersagli, mentre il superbo Temenos, curatore e abile utilizzatore delle magie sacre, può sfondare le difese nemiche a prescindere dalle loro debolezze. Naturalmente, esattamente come nel predecessore, sono proprio il sistema di battaglia e le intricate meccaniche di personalizzazione del gruppo di eroi il fiore all’occhiello della produzione; in tal senso, l’aggiunta di un ulteriore layer strategico all’approccio ludico non può che fare contenti gli appassionati del genere.

L’aggiunta di un ulteriore layer strategico all’approccio ludico non può che fare contenti gli appassionati del genere

D’altronde, anche questo secondo capitolo vanta un sistema di classi flessibile ed estremamente profondo, da sbloccare con calma col prosieguo dell’avventura, dove l’ibridazioni di tecniche di combattimento e abilità passive riescono a incidere nelle battaglie ancor più dei classici livelli di esperienza, e gli equipaggiamenti scovati nei tanti scrigni sparsi per il mondo di Solistia. E non mancano ulteriori abilità uniche nascoste in templi ben camuffati nelle ambientazioni e le tipiche armi segrete con caratteristiche speciali da scovare ricercando in lungo e in largo nelle sontuose ambientazioni esplorabili a piedi, mediante viaggio veloce comodamente dal menù di gioco, e per la prima volta, anche in nave.

Octopath Traveller II

Quando si arriva in una città dove si ambienta uno dei capitoli delle storie dei membri del gruppo, è possibile scegliere se viverle o metterle in pausa, magari per dedicarsi ad altro.

Guardando, invece, alla parte più tipicamente “ruolistica” dell’ultimo nato in casa Square Enix, Octopath Traveller II introduce alcune novità degne di nota come un ciclo giorno e notte che modifica sensibilmente il paesaggio durante l’avventura, i nemici durante l’esplorazione, e le azioni eseguibili dai personaggi. Ad esempio, la ladra Throné ama sgraffignare oggetti ai personaggi non giocanti di giorno, ma di notte preferisce dedicarsi a tramortire soldati di pattuglia, naturalmente senza ucciderli.

La mancata coesione narrativa tra le otto storie nel primo capitolo fece storcere il naso a molti: qui in parte s’è corso ai ripari inserendo delle mini avventure utili ad approfondire i rapporti fra i compagni di ventura

Ma non è finita qui: durante l’avventura, alcune circostanze portano alla creazione di situazioni in cui i protagonisti sono chiamati finalmente a interagire tra loro, in mini avventure ad episodi che permettono di scoprire meglio il rapporto che si vien creando tra di loro come compagni di viaggio. In effetti fu proprio la totale mancanza di coesione narrativa tra le otto storie raccontate nel predecessore a infastidire maggiormente gli appassionati, e in tal senso, seppur in modo laterale, la risposta del team Asano è stata quella di inserire questi scenari aggiuntivi, unitamente a dialoghi facoltativi richiamabili un po’ come le skits di Tales of quando un indicatore appare sullo schermo. Certo, le otto storie prendono ancora vita in scene cinematiche in cui i protagonisti si muovono da soli e i loro compagni li affiancano solo durante le battaglie, ma se non altro questa gradita aggiunta riesce a rendere maggiormente credibile l’idea alla base del gioco: otto viaggiatori, otto canovacci narrativi differenti, e infine un unico obiettivo da raggiungere grazie alla loro collaborazione, in un ultimo capitolo che unisce gli sforzi di tutti loro.

Un palcoscenico in pixel-art

Detto questo, la penna alla scrittura è ancora una volta quella di Kakunoshin Futsuzawa, e il gusto per il melodramma sperimentato nel capitolo precedente e nelle sue squisite ambientazioni tridimensionali a mo’ di diorama è ancora lo stesso (ma impreziosito da una regia 3D più ricercata). Va detto che i personaggi di Octopath Traveller potevano risultare forse un po’ troppo streotipati nonché legati alla tradizione del gioco di ruolo giapponese, mentre in questo secondo episodio si ravvisa una maggiore volontà di stupire, tra decostruzione dei cliché e gli immancabili capovolgimenti che ci si aspetterebbe dal più classico dei classici JRPG anni ‘90.

In questo secondo episodio si ravvisa una maggiore volontà di stupire tra decostruzione dei cliché e gli immancabili capovolgimenti narrativi

Inoltre, malgrado il simbolo PEGI 12 svetti in copertina, Octopath Traveller II non lesina di certo in quanto a contenuti adulti, tra storie drammatiche di vita quotidiana in un mondo diviso tra classe abbiente e povertà assoluta, e i telefonati intrighi di potere nelle istituzioni che muovono i fili invisibili della società umana (e non!) di Solistia. Certo, chi fosse abituato all’approccio più lineare e maggiormente cinematografico dei recenti JRPG in 3D potrebbe trovarsi alienato da alcune scelte narrative (come la già citata apparizione dei compagni di viaggio solamente in concomitanza dei combattimenti), ma data l’unicità della struttura con cui il tutto prende vita, direi che si può chiudere un occhio.

Octopath Traveller II

Le ambientazioni si trasformano col passaggio del tempo, ma è sempre possibile azionare un cambio veloce dell’ora premendo sui dorsali

Buono anche il profilo artistico, che mostra ancora una volta gli sforzi degli artisti Square Enix nel rendere il suo brevettato 2D-HD un vero e proprio esempio di stile. In generale i passi avanti rispetto al capitolo precedente sono evidenti, con ambientazioni esplorabili dal level design più evoluto, passaggi segreti nascosti dalle inquadrature, e giochi prospettici degni di nota (ma anche qualche rallentamento che su PlayStation 5 ci sembra più che fuori luogo). In tal senso, crediamo che il team abbia finalmente trovato un giusto equilibrio tra strutture poligonali, effetti di post-processing e uso di particellari: l’immagine non risulta “sporcata” da filtri come poteva risultare in certe istanze nel primo capitolo, e la telecamera mette sempre a fuoco in modo netto la parte interessata dall’occhio del giocatore.

Chi fosse abituato all’approccio più lineare e maggiormente cinematografico dei recenti JRPG in 3D potrebbe trovarsi alienato da alcune scelte

Indubbiamente è la regia ad aver fatto passi da giganti rispetto al predecessore, tanto che una rapida comparazione tra questo capitolo e il precedente su Xbox One è riuscita a stupirmi in positivo: dalle immagini potrebbe non sembrare, ma in movimento i due capitoli sono nettamente riconoscibili dal diverso uso delle inquadrature, la presenza o meno di alcuni effetti grafici e dal dislivello in senso di ricercatezza del design delle ambientazioni. Ci ha un po’ deluso, invece, la seppur ottima colonna sonora ancora a firma di Nishiki Yasunori, che a ‘sto giro regala dei temi di battaglia meno concitati che in passato, ma ugualmente efficaci nel sottolineare le fasi salienti delle avventure dei protagonisti. Buono anche il doppiaggio, ancora una volta presente sia in giapponese che in inglese. Anche la traduzione dei testi in italiano è apprezzabile, seppur in alcuni casi le libertà in sede di localizzazione si facciano un po’ troppo sentire.

Octopath Traveller II

L’esplorazione è aiutata da un radar in basso a destra che segnala i luoghi d’interesse. Non crediate, però, che vi riveli le locazioni segrete.

Bisogna anche premiare l’attenzione profusa degli sviluppatori per rendere l’esperienza di gioco snella e scattante: in tal senso, sono i tanti accorgimenti in termini di opzioni quality of life ad aver fatto la differenza. La possibilità di riprodurre automaticamente le scene narrative, o anche l’opzione per la velocizzazione delle animazioni in battaglia, come la possibilità di passare velocemente tra notte e giorno con la pressione di un semplice tasto sono dei veri toccasana quando si tratta di approcciare un JRPG che fa della sua lunga durata una certezza più che assoluta: tra storie principali, capitoli secondari, segreti da scovare, e missioni facoltative, Octopath Traveller II viaggia attorno ad una durata che va ben oltre le 60 ore di gioco. Questo, naturalmente, se sarete in grado di stare al passo con la crescente sfida che vi separa dall’epilogo dell’avventura.

In breve: Octopath Traveller II è il degno secondo capitolo di un ormai serie che s’impone, oggi come ieri, come uno dei più alti esponenti del genere. Le influenze derivanti dal predecessore sono più che ovvie, ma le limature apportate alla formula, così come le aggiunte in senso ludico e la grande quantità di contenuti di cui gode lo rendono uno dei migliori JRPG in circolazione. Rimane un’esperienza lontana dall’approccio cinematico e su binari a cui ci hanno ormai abituato le serie più decantate, ma proprio per la sua anima anarchica non si può che apprezzarlo.

Piattaforma di prova: PS5
Com’e, come gira: Frame rate incespicante a parte (ma una patch al day 1 dovrebbe sistemare il tutto), una vera delizia per gli occhi.

 

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Pro

  • Ottimo sistema di gioco del precedente, ancora più raffinato / Mole di contenuti spaventosa / Tanti segreti e altrettanta varietà / L’inclusione delle interazioni tra i personaggi del party sono una gradita sorpresa

Contro

  • Inspiegabili rallentamenti del motore grafico su PS5 / Stile narrativo atipico che potrebbe scoraggiare i neofiti
9

Ottimo

C'è chi dice che nella sua stanzetta, dietro una mole spaventosa di fumetti d'epoca giapponesi, si celino misteri infiniti. Da sempre appassionato di videogame made in Japan e delle opere animate di Kunihiko Ikuhara, dategli un qualsiasi J-RPG e lo renderete un orsetto felice.

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