Odium to the Core – Recensione

PC

Questo gioco funziona meglio indossando un paio di cuffie”. Non è esattamente il tipo di avvertimento che ci aspetteremmo, apprestandoci ad affrontare l’ennesima sfida nel colorato mondo del videoludo, eppure è proprio così: il gioco di Dark-1, pur non richiedendo la mnemonica contorsione delle nostre dita, in ardite sequenze e combinazioni a ritmo di musica come Guitar Hero, Dance Dance Revolution e compagni di merengue, affida al ritmo della sua colonna sonora il compito di accompagnarci anche nel gameplay che, a onor del vero, più semplicistico di così non potrebbe proprio essere.

TUNNEL A TEMPO DI MUSICA

Nei panni di una specie di cometa (ovvero, in ordine di subordinate: un occhio dentro a un ingranaggio che si lascia una scia nera che si allunga e che si accorcia in base alla velocità di crociera variabile al ritmo della musica) dobbiamo attraversare un lunghissimo tunnel dall’ampiezza sempre diversa, pieno di ostacoli, nemici e asperità che possono comparire all’improvviso o muoversi allo scopo di spaventarci, senza alcuna possibilità di intervenire sulla velocità ma limitandoci a contrastare la forza di gravità, con la pressione calibrata del tasto sinistro del mouse, della barra spaziatrice, oppure ancora del tap sullo schermo; in quest’ultimo caso, però, relativo alla fruizione su un tablet o un notebook touch-screen, dobbiamo aggiungere un piccolo movimento del dito.odium to the core recensione

Odium affida alla colonna sonora il compito di scandire il gameplay

Più a lungo premeremo e più decisa sarà la nostra spinta verso l’alto, più lunghe saranno le pause fra una pressione e l’altra, e più rapida e inesorabile sarà la caduta verso il basso. L’abilità che ci verrà richiesta, insomma, sarà proprio quella di adeguare tempi e pressioni alle esigenze del momento, evitando ogni letale contatto con ostacoli e pareti. Un mix fra Nibbler e Flappy Bird, per chi fosse abbastanza anziano da ricordarseli, a cui dobbiamo necessariamente aggiungere una colonna sonora direttamente estrapolata dalla peggiore tradizione techno degli anni Novanta. Non abbiatene a male, fan della unza-music: a me era indigesta anche quando avevo vent’anni e in discoteca bastavano una scollatura o una minigonna a distrarmi, figuriamoci oggi che sono un vecchio pronto a fare le recensioni ai cantieri.

DAVVERO PUNITIVO

Odium non lascia scampo né possibilità di errore: una salita o una discesa troppo avventate risulteranno inesorabilmente fatali, così ci toccherà ripartire dall’ultimo checkpoint faticosamente raggiunto nel nostro indefesso procedere verso destra. E non è che di questi checkpoint ce ne siano poi tantissimi, a dire il vero, per cui incontreremo sezioni dure da battere e indubbiamente molto, molto snervanti. A mantenere altissimo l’interesse per questo gioco, quindi, contribuiscono il livello di sfida, la musica (se piace) e, perché no, lo stile grafico ‘2D’ decisamente originale, un sapiente mix di layer monocromatici sovrapposti e di brillanti effetti luce, a cui contribuiscono le animazioni di ostacoli ed elementi sullo sfondo.odium to the core recensione

Il gioco di Dark-1 non lascia scampo né possibilità di errore

Le ambientazioni decadenti, composte da tubature, ingranaggi, spuntoni, macchinari e indefinite mostruosità ridotte alla loro silhouette, che spesso vediamo rompersi e cadere sullo sfondo, trasmettono un senso di ansia ma anche una voglia feroce di “scappare” il più velocemente possibile, nell’unico modo che Odium ci permette di farlo: proseguire nel gioco. A costo di ripetere e ritentare cento volte ancora. La tecnica per affrontare tutto questo è facile da imparare, ma tosta da padroneggiare, e a tale scopo vi consiglierei di provare tutti i controller rimasti in casa: avrete bisogno di una capacità di risposta estremamente rapida, per cui è fondamentale sia giocare su un PC sufficientemente veloce, sia utilizzare un buon mouse o una buona tastiera, dato che la differenza tra un modello a membrana da 10 euro al supermercato e uno a meccanica, in questo caso, si sente eccome! Un buon hardware, invece, è utile per garantire la necessaria fluidità nel movimento e la sincronizzazione con la musica, due elementi che non possono assolutamente venire meno.

Odium To The Core è il classico “giochillo” dal gameplay semplice ma coinvolgente, dotato di un aspetto grafico e musicale curato in modo maniacale e che, idealmente, può servire a dare la carica in un momento di noia o a scaricare la tensione dopo un’intera giornata passata a fondere le meningi con qualcosa di più difficile. Vi farà incazzare. Eccome, se vi farà incazzare! Ma per qualche strana ragione, che probabilmente non riuscirete neanche voi a focalizzare, dovrete necessariamente riprovarci. E poi una volta ancora. E un’altra ancora. E così via, fino allo sfinimento. Costa una bazzecola: davvero non vogliamo offrirli, al buon Dark-1, questi due caffè?

 

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Pro

  • Gameplay elementare ma incredibilmente avvincente.
  • Grafica, nella sua essenzialità, strepitosa.
  • Manderà in solluchero chi ama la techno-music…

Contro

  • ...ma spingerà tutti gli altri ad azzerare il volume
  • Necessariamente frustrante.
7.8

Buono

Diffidate delle imitazioni. Il vero prototipo di tecno-nerd ce l’abbiamo noi e si chiama Paolo Besser. La CBS vorrebbe darci un sacco di soldi per un suo cameo in un episodio di BIg Bang Theory, ma il nostro rifiuto è netto e deciso: dopotutto, sapete che figura barbina farebbe fare a Leonard e Sheldon?

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