Otxo – Recensione

PC

Mettiamola così: avete rapito la principessa nel videogame sbagliato. Questo significa, in parole povere, che nessuno di voi b******* arriverà a domani. Parola di Otxo.

Sviluppatore / Publisher: Lateralis Heavy Industries / Super Rare Originals Prezzo: € 12,49 Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: N.D. Disponibile su: PC (Steam) Data di uscita: Già disponibile

Dicono che la vendetta sia un piatto da servire freddo. Non sono d’accordo, perché così si perderebbe il gusto di andare fuori di testa, sfondare porte a calci e scaricare caricatori su caricatori addosso a qualsiasi forma di vita, con il fragore della sparatoria coperto solo da musica elettropunk sparata a tutto volume, e un unico quesito che frulla per la mente: come ammazzare i prossimi che capiteranno a tiro?

Fortunatamente anche il team di Lateralis Heavy Industries la pensa come me, e così, distribuito da Super Rare Originals, arriva Otxo, iperviolento twin stick shooter con visuale top down ed elementi roguelike. E immaginate la parola iperviolento scritta poc’anzi ben sottolineata ed evidenziata.

OTXO: OLDBOY E JOHN WICK, FEATURING LAMBERTO BAVA

Il protagonista senza nome è in metropolitana con la sua compagna, quando gli viene la pessima idea di indossare una misteriosa maschera lasciata cadere da un passeggero, ignorando così i consigli della mamma: mai accettare caramelle da sconosciuti, e mai mettersi maschere trovate a terra. Lezione già impartita da Lamberto Bava nel film Demoni, quando la prostituta Rosemary si trasforma in un mostro assetato di sangue proprio in seguito a un taglio procuratosi provando una maschera maledetta. Le basi, perbacco, le basi!

Otxo

Con l’apposito perk vedremo l’energia dei nemici.

Il destino del nostro eroe è diverso ma non meno tragico: si sveglia su una spiaggia deserta e, una volta raggiunta una magione prospiciente il mare, viene informato che la sua amata è prigioniera all’interno. E allora perché non imbracciare un fucile fornito da una suora, bersi un ultimo bicchiere al bar che fornisce una scelta di perk casuali sotto forma di drink, spaccarlo a terra ed entrare a compiere un bel massacro, proprio come nella famosa scena del martello in Oldboy, ma questa volta con armi da fuoco in stile John Wick? In fin dei conti ora siamo diventati Otxo, ovvero lupi. E proprio come cani rabbiosi combatteremo con l’unico scopo di eliminare il più velocemente possibile chiunque si frapponga tra noi e il nostro amore, novelli Danny the Dog con le pistole.

BULLET HELL E BULLET TIME

Il gameplay, davvero ridotto all’osso, prevede solamente che attraversiamo la casa, piano dopo piano, stanza dopo stanza, sterminando tutti i nemici. Cosa differenzia quindi Otxo dalla miriade di twin stick shooter sul mercato? La reattività degli avversari, armati fino ai denti, agguerriti come noi, veloci quanto noi, e in superiorità numerica. La quantità di proiettili che piovono da tutte le direzioni non ci lascerebbe scampo, e l’unica possibilità di salvare la pelle è ricorrere al Focus, il classico bullet time che rallenta l’azione, abilità che sfortunatamente si scarica velocemente e si rigenera con molta calma.

Attraversare la casa e, piano dopo piano, stanza dopo stanza, sterminare tutti i nemici, ecco tutto ciò che prevede l’essenziale gameplay di Otxo

Affrontare una sparatoria senza Focus equivale a morte quasi certa, terminarlo nel bel mezzo di uno scontro pure. Disponiamo però di un vantaggio tattico: siamo gli unici in grado di aprire le porte, o meglio di sfondarle a calci. Il gioco quindi è un continuo alternarsi di irruzioni, massacri al rallentatore, schivate millimetriche e ritirate tattiche nell’attesa di poter dilatare nuovamente il tempo.

Otxo

I boss sono sempre varie taglie più grandi di noi.

La quantità di munizioni disponibili non aiuta, in quanto disponiamo di un solo caricatore di riserva, quando ci va bene. Non resta quindi che recuperare le armi lasciate a terra dalle vittime, sperando che nel frattempo non le abbiano svuotate nel tentativo di farci fuori. Fucili a pompa, mitragliatori, pistole, coltelli e bombe a mano sono solo una parte dell’arsenale a disposizione, e come ci suggerisce il gioco, è meglio non essere schizzinosi.

il primo drink al bar è sempre offerto, i successivi vanno pagati con denaro guadagnato sul campo

Questo arnese serve ad uccidere? Bene, lo faccio mio. Dopo aver ripulito un paio di piani, ci è concessa una nuova tappa al bar, ma attenzione alle regole della casa: il primo drink è sempre offerto, i successivi vanno pagati con denaro guadagnato sul campo, che non è mai abbastanza. E poi si riparte, consapevoli che la prossima volta non troveremo ad attenderci il simpatico barman ma un coriaceo boss. E poi ancora, con qualche sezione di intermezzo che non si lascia decifrare, saranno ricordi, sogni o realtà? Lo scopriremo solo vivendo, anzi morendo, e piuttosto spesso.

QUANDO HOTLINE MIAMI INCONTRA SIN CITY

Quando inevitabilmente arriverà il Tristo Mietitore a prenderci, bisogna ricominciare da zero, con pochissimi benefit rispetto ai roguelike tradizionali. Il personaggio non cresce, le armi non si potenziano, i perk ottenuti nella scorribanda precedente non rimangono. Semplicemente, se potremo permettercelo economicamente, riforniremo il bar con nuove bottiglie. E poi via, verso nuove stanze generate proceduralmente. Mi sarei aspettato più clemenza, ma come dice Tonino Carotone, è un mondo difficile. Unica consolazione, sappiamo più o meno ciò che ci aspetta, Otxo non “expa” ma noi sì, nel senso che a ogni nuova run siamo in grado di affrontare i livelli con maggior consapevolezza.

Otxo

Il piano è: Focus, irruzione, massacro.

Un gameplay che punta sul minimalismo non poteva certo presentarsi con una veste grafica sontuosa. Non vi siete stancati di tutti quei giochi pieni di colori, in cui schizzi e macchie ematiche si confondono nel caos cromatico? Otxo taglia la testa al toro con una palette in sole sfumature di grigio, nella quale si staglia il rosso saturo del sangue che sgorga copiosamente dai nemici crivellati dai nostri proiettili.

Immaginate la serie Hotline Miami con la fotografia del film Sin City, con una pixel art dai tratti simili a Hell is Others

Immaginate la serie Hotline Miami con la fotografia del film Sin City, con una pixel art dai tratti simili a Hell is Others. La colonna sonora non avrebbe potuto essere più azzeccata e merita di essere ascoltata con il volume al massimo nelle cuffie. Si potrebbe muovere la critica del massacro gratuito, ma sarebbe assolutamente fuori luogo, Otxo è esattamente questo perché vuole essere esattamente questo: non vi deve essere alcuna pietà nello sterminio efferato dei nemici, che vanno trattati alla stregua degli omini dei giochi della serie Stickman.

In Breve: Otxo è brutale, violento e frenetico, ma non è un gioco in cui bisogna semplicemente premere il grilletto, in quanto la gestione del bullet time è fondamentale per non morire nel primo conflitto a fuoco. Gameplay e grafica sono ridotti all’osso, ma funzionano benissimo in questa formula e il divertimento è garantito. La componente roguelike non è molto sviluppata e mi sarebbe piaciuto vedere una crescita delle skill del protagonista, ma rimane in ogni caso un acquisto assolutamente consigliato, anche in virtù del prezzo veramente contenuto per la quantità di ore di sano massacro che è in grado di offrire.

Piattaforma di Prova: PC, Steam Deck
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD / Steam Deck 512GB
Com’è, Come Gira: Fluido e reattivo senza alcun problema sia su PC che su Steam Deck, nonostante al momento della recensione quest’ultima non venga segnalata come compatibile. La formula twin stick shooter funziona meglio con la combo tastiera e mouse, quindi utilizzate questa modalità se potete.

 

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Pro

  • Ultraviolenza e sangue a fiotti / Colonna sonora azzeccata / Divertente ed impegnativo

Contro

  • Componente roguelike appena abbozzata / Un po’ ripetitivo alla lunga
8.5

Più che buono

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