Overwatch 2 – Recensione

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E alla fine la seconda hero-era iniziò davvero: con il franchise in spalla, Overwatch 2 s’incamminò verso orizzonti più competitivi con passo deciso e gratuito mentre, in coda sull’uscio dei server, torme di gamer ammiravano l’arrivo di una nuova alba.

Sviluppatore / Publisher: Blizzard Entertainment / Blizzard Entertainment Prezzo: Free to Play Localizzazione: Completa Multiplayer: Competitivo online PEGI: 7 Disponibile su: PC (Battle.net), PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S, Switch Data di Lancio: Già disponibile

È andata più o meno così la recente pubblicazione di Overwatch 2. Questo però è solo il finale di un avvicendamento lieto per taluni e meno per talaltri: ecco il resto della storia.

IO ERO LEGGENDA

Con Overwatch, un FPS tattico a squadre dotato di un gameplay tutto eroi e abilità, nel 2016 Blizzard stabilì delle regole non scritte per gli hero shooter. Da allora sono passati circa 6 anni, un periodo sufficiente per dare modo ai competitor di evolvere quella formula. Ecco perché i dev hanno deciso di rimodellare la loro stessa ricetta per creare un sequel altrettanto divertente ma al contempo moderno, capace d’incuriosire l’utenza contemporanea mantenendo salda la presa su chi c’era dal principio.

overwatch 2Et voilà Overwatch 2, un sequel che non fa gridare al miracolo dal punto di vista grafico. L’engine è stato aggiornato, l’illuminazione e le rifiniture lo dimostrano, tuttavia al di là di un comparto audio più preciso nell’indicare la direzione dei rumori c’è poco altro da dire. Lo stesso vale per la direzione artistica, un autentico trademark del franchise giacché rende il gioco riconoscibile alla prima distratta occhiata su Twitch. Sguardo superficiale che può indurre in errore se così si osserva Overwatch 2, poiché l’evoluzione del brand passa da un modello free-to-play che potenzialmente gli consentirà di farsi amare & odiare da molte più persone e, soprattutto, da svariati bilanciamenti con un obiettivo comune: dare alla comunità la migliore modalità competitiva di sempre.

OVERWATCH 2: IL NUOVO INIZIO

Via il 6 VS 6, dentro il 5 VS 5 con delle conseguenze tangibili: healer/DPS più responsabilizzati dall’assenza del secondo tank, co-op ancor meno opzionale e gameplay ancor più hero-centrico nonché skill-based, capace di dare maggior peso alla giocata del singolo e di premiare meglio il team più affiatato, ma anche di punire prima gli errori.

overwatch 2

L’azione è frenetica al punto giusto, non c’è un attimo di tregua.

Basta per spiegare cos’è cambiato? No, serve anche menzionare i numerosi rework e ritocchi agli eroi originali per capire come mai l’azione è più fluida, frenetica ma comunque tattica e soddisfacente. Sempre con la competizione in mente gli sviluppatori hanno dato ai tank uno stile di gioco più attivo – aggressivo rimuovendo alcuni scudi ed effetti di controllo, cambiando qualche skill e persino un’identità di genere (Doomfist è passato da DPS a tank).

Il 5 VS 5 e l’assenza del secondo tank danno maggiore peso alla giocata del singolo e premiano meglio il team più affiatato, ma puniscono prima gli errori

A tutto ciò vanno aggiunti i nuovi eroi: Regina dei Junker, Kiriko e Sojourn. Incarnazione punk del nuovo lifestyle dei tank, Regina dei Junker è un fastidio costante per gli avversari grazie alla capacità di curarsi per ogni DOT elargito e l’Ultimate con cui può impedirgli di curarsi, ma non è facile da usare al top. Kiriko invece è un healer versatile in grado di curare, teletrasportarsi da un alleato in crisi, scalare i muri, infliggere danni con il Kunai, potenziare i compagni e non solo. Tra le due al momento è Kiriko quella più utilizzata dai giocatori, mentre la canadese Sojourn non convince fino in fondo specie se si paragona il suo kit d’abilità a quello di altri DPS.

overwatch 2

Moira continua a essere la mia healer preferita, ma Kiriko sa il fatto suo.

Lo stesso vale per la nuova modalità Scorta, un braccio di ferro in cui si deve scortare un robot e fargli coprire una distanza maggiore rispetto agli avversari che però non offre grandi novità di gameplay lato svolgimento. Per quanto riguarda le sei nuove mappe il level design conferma quanto già visto in precedenza: la verticalità delle arene è buona e la varietà architettonica di scenari dà modo di approcciare il nemico non soltanto con l’assalto frontale, oltre alla consueta lodevole caratterizzazione degli ambienti figlia della solita cura per il dettaglio estetico.

DOVE VAI SE IL PASS NON CE L’HAI?

Anziché le loot box, Overwatch 2 prevede un sistema di progressione a gradi gratuito e Premium. Ciò significa tanti contenuti sbloccabili come skin e gadget macinando gli 80 livelli del Pass Battaglia giocando o pagando (ah, c’è una nuova valuta: la Moneta di Overwatch) che cambiano ogni nove settimane con l’arrivo di una nuova Stagione. Il progression system forse va revisionato, mi pare troppo lento ma essendo un live service non sono da escludere modifiche in futuro.

Doomfist è diventato un tank bello resistente, stargli alla larga è caldamente consigliato.

Restando al presente, tutto in Overwatch 2 è proiettato verso l’esperienza competitiva, non c’è elemento che non sia studiato in funzione del PVP classificato. Basti pensare all’autenticazione a due fattori (una feature rimossa per i “vecchi giocatori” in seguito alle polemiche), all’EpNG (Esperienza per Nuovi Giocatori) che impedisce ai nuovi account di gettarsi subito nella mischia o alla necessità di vincere 50 Partite Rapide prima di accedere alla coda classificata, ad esempio. Al di là delle attese infinite del dayone e delle iniziali problematiche su cui qualcosa in più si poteva fare, questo sequel non è rivoluzionario come il primo capitolo eppure funziona perché è esattamente ciò di cui aveva bisogno chi sognava un’identità PvP più al passo coi tempi per il franchise.

Overwatch 2 non è rivoluzione come nel 2016: è ciò di cui aveva bisogno chi reclamava una struttura PvP più al passo coi tempi

Buon per loro dunque e per chi ha 4 amici con cui darci dentro, ma i casual gamer o chi non ama il competitivo? Beh queste due categorie non so se riusciranno a godersi la nuova era fino in fondo: ora cooperare e sapere cosa fare è ancora più imprescindibile perché il 5 VS 5 è meno gentile con chi sbaglia, senza contare che alternative non ce ne sono finché il PvE non arriverà nel 2023. Credo sia un patto col diavolo fatto dai dev quando si sono accorti che la via di mezzo del leggendario primo capitolo non aveva più l’appeal di una volta e, quindi, con Overwatch 2 dovevano puntare all’utenza competitiva contemporanea con tutt’altra determinazione.

In Breve: Overwatch 2 mira a compiacere chi ama la competizione, tutto ciò che ha cambiato di sé lo ha fatto in funzione del PVP classificato. Non sarà leggenda come nel 2016 ma tra 5 VS 5 e bilanciamenti vari il gameplay ancora più incentrato sugli eroi e sulla collaborazione, ogni giocata individuale pare influire maggiormente sulle sorti di una partita, perciò va bene così. Alcune novità non convincono al 100%, inoltre difficilmente la nuova impostazione competitiva divertirà pienamente chi non è stimolato dall’agonismo o gioca da solo, ma è un rischio che sa di calcolato in attesa di altri contenuti.

Piattaforma di Prova: i7 [email protected], Nvidia 3070 Laptop 8 GB, 16 GB di RAM e SSD
Com’è, Come Gira: Motore grafico leggero e ben ottimizzato, con il PC di prova in 2K e impostazioni al massimo i 60fps sono saldi. Chi auspicava un evidente salto generazionale del comparto tecnico non resterà sbalordito, ma le migliorie audiovisive ci sono. Sono soltanto da scovare, ecco.

 

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Pro

  • Struttura competitiva ammodernata / Nuovo gameplay solido, più hero & skill based / Si conferma un FPS immediato, intuitivo e divertente.

Contro

  • Chi bramava la rivoluzione o tanti contenuti resterà deluso / Esperienza PvP meno adatta di prima a casual / Non tutte le novità convincono al 100%.
8.2

Più che buono

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