Per quanto l’operazione nostalgia del primo Pillars of Eternity possa aver infastidito alcuni, è innegabile che il grande omaggio di Obsidian al mondo dell’Infinity Engine ha finito per assurgere a nuovo punto di riferimento per il gioco di ruolo all’occidentale. Pillars of Eternity II riparte da qui ma con l’intelligenza di aggiornare alcuni suoi lati troppo macchinosi, soprattutto per quanto riguarda il sistema di regole, e con la forza di buttarci in mezzo a un nuovo angolo del fascinoso mondo di Eora: l’arcipelago di Mortafiamma.
LA PICARESCA VITA DI UN PIRATA
Inviati direttamente dagli dei per inseguire il dio ribelle Eothas, nella nuova creatura di Obsidian avremo a disposizione anche una nave. L’imbarcazione è, ovviamente, un elemento della trama ma soprattutto del gameplay, nonché motore di quasi tutti i nostri spostamenti nella nuova mappa del mondo. L’arcipelago di Mortafiamma è un ambiente acquatico, fatto di pirati, commercio e un gran numero di isole. Il gusto per l’esplorazione ammanta la nuova esperienza di gioco, portandoci un grosso aggiornamento rispetto all’abbozzata gestione di Caed Nua.
La nostra nave è un elemento della trama ma soprattutto del gameplay
UN ARCIPELAGO DI OPPORTUNITÀ
La nuova ambientazione ha il pregio di rendere più dinamica una delle esperienze cardini di ogni buon gioco di ruolo: il viaggio. Tra le altre cose, anche muoversi via terra risulta ora più fluido, oltre che costellato di piccoli eventi o luoghi per la raccolta di risorse. Queste isole contese sono un ottimo palcoscenico per le gesta dell’Osservatore. Non solo grazie al rinnovato motore grafico, con la tiratura a lucido dell’ultima versione di Unity, ma anche per il lato più artistico, sempre di livello. Il disegno delle quest, però, solo in parte risente positivamente di tutte queste caratteristiche.
Anche muoversi via terra risulta ora più fluido, con piccoli eventi e tanti luoghi per la raccolta di risorse
La bizzarria di Mortafiamma è visibile anche negli aggiornamenti al sistema di regole e, di riflesso, nell’impostazione del combattimento. Ne avevamo già parlato nell’anteprima, e le cose non sono cambiate di molto; piuttosto, è bene soffermarci su alcuni lati che non erano emersi durante la breve prova della beta. Ho avuto modo, infatti, di provare il nuovo sistema di intelligenza artificiale del party, decisamente meglio congegnato, e di assaporare i nuovi companion rilevando la loro ottima qualità, insieme al gradito ritorno di quelli vecchi. Osservare i cambiamenti di alcuni personaggi è stato rinfrescante, così come assaporare un mondo di gioco decisamente più dinamico e vivo, a partire dai numerosi insediamenti che è possibile visitare e che costellano l’arcipelago.
LUCI E OMBRE
L’aggiornamento regolistico non è l’unico punto in cui Obsidian si è prodigata. Uno dei lati peggiori del primo Pillars of Eternity era un encounter-design zoppiccante, fin troppo chino al famigerato “effetto imbuto”, quella situazione in cui, con un paio di tank nella giusta posizione, era possibile bloccare tutto il gruppo avversario potendolo agilmente bersagliare dalla distanza.
Uno dei lati peggiori del primo capitolo era un encounter-design zoppiccante, dettaglio molto migliorato in Pillars of Eternity II
Tante luci, come abbiamo visto, ma anche qualche ombra; dal punto di vista tecnico le performance zoppicano un po’. Nelle zone più concitate il framerate è ballerino, passando continuamente dai solidi 60 FPS ai 30, e in certe situazioni scende al di sotto della minima soglia accettabile. Non accade sempre ma infastidisce, esattamente come i problemi di memory leak che, dopo qualche ora di gioco, possono rendere necessario il riavvio del gioco, fortunatamente un po’ ridotti dalle prime patch. Da segnalare anche qualche sporadico crash; qualcosina di meglio si rileva nei tempi di caricamento, leggermente ridotti anche se, a volte, ancora fastidiosamente lunghi, mentre il nuovo doppiaggio (quasi) integrale aiuta a mitigare la grande mole di testo che, tradizionalmente, dovremo andarci a leggere (niente paura, il writing è comunque di gran qualità). A questo vanno uniti i problemi di ritmo, che rischiano di saltare fuori quando avremo percorso buona parte della trama principale, ritrovandoci esclusivamente al cospetto di attività secondarie. Nonostante tutto, però, Pillars of Eternity II rimane un’esperienza ruolistica ottima e interessante da giocare, oltre che un modo per osservare come Josh Sawyer e compagni abbiano tentato di svincolarsi dalla pesante eredità dell’Infinity Engine.
Confrontarsi con il lascito del grande omaggio al gioco di ruolo occidentale d’antan che era il primo titolo dell’IP, non è stato semplice. Obsidian ha meritevolmente provato a cambiare le carte in tavola, portando molte novità. Il risultato è di valore, sebbene si sarebbe potuto fare di più in alcuni aspetti (ripetitività e comparto tecnico). Nonostante questo, i vestiti dell’Osservatore rimangono sempre tra i migliori da indossare quando si tratta di impelagarsi in un’epica avventura fantasy. Facciamone tesoro con la speranza che patch e le future espansioni possano limare i difetti che abbiamo trovato durante la nostra prova.