Devo ammettere di aver messo le mani su Prey con colpevole ritardo: a causa di una serie di motivi che non sto qui a elencare, ho avuto modo di recuperare l’immersive sim di Arkane Studios solamente durante le scorse vacanze natalizie . Inutile dire che l’opera dello studio francese (qui la recensione al titolo base;) mi ha immediatamente catturato grazie a un’ambientazione curata in ogni minimo particolare e a un sistema di gioco che fa della libertà di approccio alle diverse situazioni il suo punto di forza.
Va da sé che sono rimasto piacevolmente sorpreso quando sulla Rete sono iniziati a comparire i primi segnali relativi a una possibile espansione, ormai un paio di mesi fa. Anch’io – come molti sul web – mi sono lasciato coinvolgere nel vortice delle speculazioni della vigilia, eppure mai mi sarei aspettato la svolta roguelite di Prey: Mooncrash.
MIND GAMES
Ambientato su Phytheas, la stazione di ricerca lunare di proprietà della TranStar, questo DLC ci mette nei panni di Peter, un hacker assoldato dalla KASMA Corp per far luce sugli eventi che hanno portato al disastro dei Typhon.
Mai mi sarei aspettato la svolta roguelite di Prey: Mooncrash
A proposito di compiti da svolgere, la KASMA Corp ci ha affidato una serie di ordini: completandoli tutti all’interno della simulazione si porta a termine il gioco. In linea di massima, questi compiti richiedono di fuggire dalla Luna impiegando mezzi specifici, come uno shuttle o una capsula di salvataggio; o ancora, la compagnia rivale della TranStar richiede che vengano compiute le quest relative a ognuno dei cinque personaggi. Inutile dire che questo sistema ha lo scopo di gettare ulteriormente luce sugli eventi del titolo principale, rispondendo ad alcune delle domande rimaste in sospeso persino dopo i titoli di coda e la seguente cutscene.
SEMI SACRED GEOMETRY
Mentre portiamo a termine gli ordini della KASMA Corp, la simulazione non starà a guardare. Il vero nemico in Mooncrash non è l’infestazione aliena, bensì il tempo: ogni volta che il nostro Peter entra nella riproduzione digitale di Phytheas, avremo a disposizione un ammontare di tempo predefinito per fuggire con tutti e cinque i personaggi.
La stessa simulazione si comporta da elemento attivo del gameplay
Pensavate che fosse finita qui, non è vero? E invece no: ogni volta che la simulazione viene riavviata, la struttura fondamentale dei livelli resta immutata, ma la disposizione degli oggetti cambia e alcuni elementi degli scenari vengono stravolti sulla base del nostro stile di gioco. Ad esempio, se utilizziamo sempre lo stesso percorso per raggiungere una determinata area del centro ricerche, è possibile che la simulazione collochi un maggior numero di nemici sul nostro tragitto, o che posizioni degli oggetti pesanti per sbarrarci la strada, oppure potrebbe addirittura danneggiare il supporto vitale dell’intero livello. Diventa così essenziale variare l’approccio alle situazioni dopo ogni reset, in questo modo si può cercare di ingannare il programma e procedere con relativa tranquillità al completamento degli obiettivi, tenendo sempre bene a mente che la difficoltà del gioco cresce costantemente a prescindere da come ci si comporta all’interno della simulazione.
EVERYTHING IS GOING TO BE OKAY
Se da un lato la difficoltà aumenta in maniera lenta ma inesorabile, dall’altro Mooncrash non ci lascia sprovvisti di mezzi per contrastare gli alieni. Completando qualsiasi azione all’interno della simulazione, dall’analisi di un nemico con lo spettroscopio al completamento di uno degli ordini KASMA, veniamo ricompensati con un quantitativo variabile di punti che si trasformano successivamente in crediti da spendere per la dotazione iniziale dei personaggi
Alla lunga Mooncrash può diventare ripetitivo, ma sulla base di una gran coerenza progettuale
Qui il backtracking viene enfatizzato non solo dalla natura dell’espansione, ma anche dalla comprensibile dimensione ridotta dell’installazione lunare rispetto alla stazione spaziale che abbiamo avuto modo di visitare lo scorso anno. Va anche detto che, seppur ampiamente rigiocabile, Mooncrash presenta una longevità decisamente inferiore: una volta portati a termine tutti gli ordini c’è davvero ben poco da fare, se non continuare a esplorare la struttura per scoprire qualche piccolo easter egg nascosto dal team di sviluppo, o per ottenere un punteggio finale più elevato.
Prey: Mooncrash è un’espansione che gli amanti del videogioco originale non dovrebbero lasciarsi scappare. Arkane Studios si cimenta in un esperimento roguelite decisamente riuscito, nonostante qualche piccola ma tutto sommato trascurabile sbavatura. L’algoritmo che si occupa della generazione procedurale dei livelli funziona abbastanza bene, anche se ogni tanto tende a riproporre alcuni elementi della simulazione, lasciando una sensazione di déjà vu più o meno costante che, tuttavia, non inficia più di tanto l’esperienza complessiva. Insomma, siamo di fronte a un DLC di indiscutibile qualità.