Ratchet & Clank: Rift Apart – Recensione

PS5

DAL PUNTO DI VISTA TECNICO, LO STACCO RISPETTO AL REBOOT DEL 2016 È NETTISSIMO, UN VERO E PROPRIO CAMBIO DI PARADIGMA

Può anche succedere di dover ripristinare un terminale pieno zeppo di virus: evidentemente i tecnici del Dottimperator Nefarious hanno cliccato chissà quale banner su Lombaxhub.com infettando i computer. In questo caso entra in gioco Glitch, un ragno antivirus che una volta entrato nel sistema deve blastare allegramente tutto il malware. Da buon aracnide, è in grado di arrampicarsi su ogni parete dello scenario virtuale, con un gioco di camera che ruota l’ambiente circostante mantenendoci sempre al centro dello schermo. Richiede una certa attenzione per mantenere l’orientamento, ma è concettualmente più semplice e meno ispirato del precedente.

RATCHET’S LAIR

Dal punto di vista artistico, Rift Apart ha scatenato in me ciò che definisco “Effetto Dragon’s Lair”. Chi è entrato in una sala giochi negli anni ‘80 e ha potuto vedere la grafica degli arcade dell’epoca con sprite alti un pugno di pixel e animazioni a dieci frame all’ora accanto al LaserDisc di Don Bluth sa di cosa parlo. Un altro pianeta. Questo è il passo avanti compiuto rispetto al titolo del 2016 per PS4. Framerate costante, HDR e Raytracing ci regalano una resa visiva degna di un lungometraggio cinematografico, un’esperienza senza compromessi, merito anche di una sapiente regia. I pianeti in cui si svolge l’azione ospitano biomi diversi come deserti, paludi, canyon e immancabili grotte di magma, ma l’ambientazione che più mi ha colpito è Nefarious City, la città dell’imperatore, oppressa, cupa, umida e buia, illuminata solamente dalle insegne al neon, richiamando alla mia mente Night City o Midgar. Ogni scenario è vivo e pulsante.

ratchet & clank rift apart recensione

E quel giorno i Grunthor si estinsero. Altro che meteorite.

Durante gli scontri, gli abitanti fuggono disordinatamente in preda al panico, si rannicchiano in qualche angolo, si barricano in casa o ci danno man forte in battaglia. Nei momenti di calma, ballano nei club o si dedicano a varie attività quotidiane. È tutto scriptato ovviamente, e la mappa esplorabile è abilmente circoscritta, ma il Truman Show nel quale Insomniac Games ci immerge è realizzato magistralmente e ci invoglia a esplorare ogni stanza, ogni vicolo e ogni anfratto per trovare set di armature per potenziarci e recuperare oggetti nascosti utili a sbloccare gli agognati trofei. Completamente doppiato in italiano, offre anche una colonna sonora degna di essere inclusa nelle nostre playlist. L’accompagnamento di una frenetica sezione in cui bisogna correre su piattaforme cedevoli presenta un riff che ricorda Paranoid dei Black Sabbath e mi ha riportato indietro nel lontano 1993 durante le altrettanto frenetiche corse sulle piste di Rock N’ Roll Racing sul mio SNES. Mi piace pensare sia una velata citazione.

TUTTO SOTTO CONTROLLER

La bellezza di Ratchet & Clank: Rift Apart non è solo davanti ai nostri occhi e dentro le nostre orecchie, ma anche nelle nostre mani. Il feedback aptico dei nuovi controller è utilizzato per regalarci sensazioni tattili realistiche in ogni istante di gioco, anche quando esploriamo la mappa o raccogliamo gli oggetti dalle casse. Il feeling nelle sezioni in cui si pattina sulle monorotaie è incredibile, sembra veramente di essere su un binario semi arrugginito.

NON BASTASSE LA GIOIA AUDIOVISIVA, ANCHE IL DUALSENSE RESTITUSCE SENSAZIONI IMPAREGGIABILI

I trigger adattivi invece consentono diverse modalità di fuoco con quasi ogni arma a disposizione e permettono di diversificare la strategia negli scontri. Ho riportato l’ordine dimensionale in dodici ore, morendo relativamente poche volte e concentrandomi prevalentemente sulla storia principale, trascurando quest secondarie, arene e prove a cronometro, salvo rare eccezioni. Calcolate almeno due ore in più se puntate a una run dignitosa. Una volta terminato il gioco, si sblocca una modalità “sfida”, più difficile, con più armi tra cui una da far impallidire il BFG di Doomiana memoria, alla quale non vorrete certo sottrarvi. Siamo Lombax o sgherri di Nefarious?

In Breve: Vorrei riempire il box con “compratelo, è bellissimo!” come Jack Torrance con “il mattino ha l’oro in bocca”. Non ci sarebbe altro da aggiungere ma non sarebbe professionale. Parlerò dunque di azione frenetica e divertente, tonnellate di nemici da eliminare nei modi più creativi, storia intrigante, assenza di caricamenti, controlli intuitivi e reattivi, hardware PS5 sfruttato a dovere, puzzle da risolvere, battaglie all’ultimo hitpoint, pianeti da esplorare, mount da cavalcare, segreti da scoprire, armi da potenziare, armature da collezionare, accidenti ho finito lo spazio, allora compratelo, è bellissimo!

Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: Ho giocato nella modalità 30fps con HDR e Ray Tracing e ha funzionato a meraviglia, non ho mai notato rallentamenti nemmeno quando c’erano Lombaxilioni di mostri e proiettili sullo schermo. Caricamenti assenti e controlli immediati.

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Pro

  • Sembra un lungometraggio di animazione / Storia sempre appassionante con personaggi carismatici / Divertente, molto divertente / Curva della sfida ben calibrata.

Contro

  • Il minigame con “Glitch” non è all’altezza del resto del gioco / Alcuni boss non hanno molti pattern di attacco.
9.3

Ottimo

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