ASUS TUF GAMING VG27QM – Recensione

Ovviamente, ci serve una scheda video che le supporti. ASUS parla di una velocità di risposta G2G pari a 1 ms, ma si tratta in realtà di una “marketing feature”: per raggiungere quella velocità è infatti necessario usare lo schermo senza ELMB (ci arrivo subito…), a 280 Hz, impostando la massima quantità di overdrive e considerando solo i passaggi gray-to-gray dal nero al 50%-grigio. Insomma, a condizioni d’uso davvero troppo particolari. Il produttore del pannello M270HAN03.0, più realisticamente, parla di 5 ms e questo è il valore – per altro ottimale – che dovreste tenere davvero in considerazione.

EXTREME LOW MOTION BLUR

Un’altra caratteristica saliente di questo schermo è la tecnologia ELMB, pensata per ridurre l’effetto di sfocamento nelle immagini in movimento (motion blur). Per spiegare come funziona, dobbiamo fare due passi indietro e tornare ai vecchi monitor CRT, che in realtà restavano ‘spenti’ per la maggior parte del tempo ma, solo grazie alla persistenza delle immagini sulla rètina dei nostri occhi, apparivano invece costantemente illuminati durante il loro funzionamento: in realtà, a essere illuminata era solo la parte colpita dal fascio di elettroni che, 50 o 60 volte al secondo, percorreva tutte le righe dello schermo dall’alto verso il basso, componendo in questo modo ciascun fotogramma. Noi esseri umani non potevamo accorgercene, ma proprio la scarsissima persistenza delle immagini sullo schermo impediva l’emergere di due problemi ben noti a chi ha acquistato, vent’anni fa, i primi schermi LCD: le scie e lo sfocamento delle immagini in movimento.Entrambi i fenomeni erano dovuti da una parte al funzionamento dei pannelli, che erano costantemente retroilluminati anche nelle fasi di aggiornamento dei fotogrammi, e dall’altra alla persistenza delle immagini nei nostri bulbi. La tecnologia ELMB non fa altro che interpolare a ogni fotogramma un’immagine completamente nera, come se spegnesse completamente lo schermo tra un fotogramma e l’altro. Una tecnica che ha i suoi svantaggi, perché riduce visibilmente la luminosità dell’immagine e impedisce – per esempio – l’uso dell’HDR, ma che trova nell’implementazione di ASUS una graditissima novità: funziona anche in abbinamento con FreeSync e G-Sync. Già, la buona notizia è che il produttore ha trovato modo di adattare questa tecnica “stroboscopica” non solo alle frequenze fisse di 100 o 120 Hz (come avveniva su altri monitor), ma anche alle frequenze variabili delle modalità VRR (variable refresh rate) di Radeon e GeForce. Personalmente, ho preferito tenere attiva questa opzione per quasi tutta la durata della prova, perché ritengo lo scambio vantaggioso: è vero che lo schermo fa meno luce, ma le immagini in movimento risultano assolutamente più stabili e definite. Il fatto che questo schermo raggiunga frequenze elevatissime come 240 o addirittura 280 Hz, ci permette di tenerla attivata conservando una luminosità di tutto rispetto, intorno alle 190 cd/m².

PRESET E PROFILI ACCESSORI

Possiamo accedere a tutte le funzioni del monitor grazie a un piccolo joypad posizionato sul lato posteriore destro dello schermo, molto comodo da raggiungere tramite il dito indice della mano destra. I menu sono piuttosto semplici da capire, anche perché è disponibile la loro traduzione in lingua italiana. Magari sulle prime può essere difficile comprendere perché alcune funzioni appaiano disponibili e altre no, ma questo avviene sulla base del collegamento al computer (tramite HDMI o DisplayPort) e del segnale in arrivo dalla scheda video.ASUS TUF GAMING VG27QM recensionePer esempio, una volta collegato il cavo è possibile che il computer continui a ‘uscire’ a 60 Hz invece che a 144 o a 165 e che, per tanto, tutte le funzioni che richiedono l’uso di framerate superiori appaiano ingrigite. Basterà aprire il pannello di controllo dei driver della scheda video e alzare la frequenza per risolvere il problema. Se la vostra scheda video non supporta né FreeSync né G-Sync, ovviamente, tutte le funzioni relative al VRR e all’ELMB non saranno disponibili.I menu ci consentono di calibrare il monitor come più ci piace, ma con alcune peculiarità. Per esempio, in nessun caso ci viene data la possibilità di operare sulla gamma del colore, ma possiamo ovviare facilmente agendo su luminosità, contrasto e punto del bianco. Lo schermo dispone infatti di diversi preset per gaming e, una volta trovate le impostazioni che preferiamo, possiamo salvarle in uno dei profili utente disponibili. Il VG27QM mette a disposizione anche un “filtro per le luci blu” che in realtà non fa molto di più che cambiare il punto del bianco, portandolo gradazioni Kelvin progressivamente più basse. Il risultato è piacevole e, se usiamo spesso programmi di grafica e di impaginazione, anche più vicini alla carta stampata. A differenza di altre soluzioni, tuttavia, ci sentiamo più a nostro agio a consigliare questo monitor a chi quasi esclusivamente gioca col proprio computer, piuttosto che ai professionisti della grafica.

Certo, è sempre possibile calibrarlo a dovere e lo schermo ha dei colori vividi e precisi, ma il suo problema di fondo resta una risoluzione piuttosto bassa rispetto alla lunghezza della sua diagonale. In altre parole: 27 pollici ci sembrano più adatti alla risoluzione QHD da 2.560×1.440 pixel, piuttosto che al Full HD. Giocando e guardando i film la cosa non si nota, ma nelle applicazioni desktop viene a mancare una considerevole fetta di pixel, spazio che invece sarebbe del tutto giustificato da un’ampiezza simile. Per un giocatore, però, è un monitor eccellente.

Voto: 8.7

 

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