ASUS ROG Delta S – Recensione

SE L’AUDIO CODIFICATO CON MQA È LEGGIBILE ANCHE DA DISPOSITIVI TRADIZIONALI, È NECESSARIO UN HARDWARE PARTICOLARE PER APPREZZARNE LA PIENA QUALITÀ

Il bello di MQA è che si può incapsulare nei già collaudati formati PCM Wave, FLAC, ALAC, quindi l’audio codificato con MQA è leggibile anche da software e dispositivi hardware tradizionali, limitando però la qualità a quella “dei CD”: per andare oltre, e arrivare alla famosa fedeltà da studio di registrazione, l’hardware deve adottare circuiti particolari ed essere debitamente certificato. Proprio come queste cuffie.

DOPO LA GIOIA DELL’UNPACKING

La struttura delle ROG Delta S è sostanzialmente la stessa degli altri modelli ROG Delta, con i loro padiglioni a D che seguono la forma dell’orecchio, i vistosi cuscinetti ergonomici in pelle (con tanto di ricambio in tessuto nella scatola, per la stagione calda), il comodo arco imbottito e il comando diretto del volume che permette di escludere il microfono con una pressione del pollice.

Le caratteristiche uniche del modello S, tuttavia, sono l’impiego di un DAC “quad-core” Hi-Fi ESS 9281 e di un microfono con driver da 6 mm invece di quello da 4 mm usato sugli altri modelli. La connessione al computer, alla console o al telefono cellulare avviene invece per mezzo di un cavo USB 2.0 di tipo C, anche se nella scatola è fornita una prolunga adattatrice USB da tipo C a tipo A, in modo che le ROG Delta S si possano collegare anche ai PC sprovvisti di porte USB di tipo C. Manca invece un collegamento “di ripiego” su jack da 3,5 mm: evidentemente questo tipo di connessione diretta “stonerebbe” rispetto alle finalità del prodotto, oppure non è stato messo per tagliare i costi. Pur comprendendo le ragioni di ASUS (e di altre aziende che hanno optato per la stessa scelta), riteniamo che un collegamento ausiliario di questo tipo sia ancora una comodità troppo importante per rinunciarvi. All’esterno del padiglione è possibile ammirare una sciccosa illuminazione RGB, configurabile per mezzo del software di controllo ASUS Armoury Crate. Tutti i controlli sono sul padiglione sinistro, come il cavo di connessione: è qui che troviamo un selettore per l’illuminazione, il controllo di volume e microfono e la porta d’ingresso per quest’ultimo.

Il controllo del volume avviene spingendo una “rotella a molla” nelle due direzioni di rotazione, mentre spingendola al suo interno, come si potrebbe fare con un pulsante, si accende e si esclude il microfono. Personalmente, non mi ritengo un fan di questa soluzione: è vero che semplifica di molto i comandi, ma rende troppo facile chiudere una conversazione per sbaglio, mentre si cerca soltanto di abbassare o alzare il volume. Se non altro, non ci sono pesanti o vistosi telecomandi impiccati al cavo di collegamento e questo, secondo me, è assolutamente positivo.

PER VOI GAMER AUDIOFILI

Il quadruplo DAC non serve, fortunatamente, solo con la musica codificata tramite MQA: il catalogo di quest’ultima non è poi sterminato (anche se sono sempre di più gli artisti e le case di produzioni che adottano questa tecnologia), mentre la maggior parte della musica che ciascuno di noi ha collezionato negli anni non potrebbe trarne giovamento.

Continua nella prossima pagina…

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