HP Reverb G2 – Recensione

Il visore Reverb G2 di HP è un pregevole biglietto d’ingresso nel mondo virtuale, compatibile con Steam VR e con Windows Mixed Reality. Ma serve un PC potente per usarlo.

HP Reverb G2 Recensionee

Oltre al potente PC desktop Omen 30L, HP ci ha mandato un altro interessante prodotto hardware da provare contestualmente (e così si spiega anche il perché di una GeForce RTX 3090): il suo visore per la realtà virtuale Reverb G2. Ora, sul fatto che questo tipo di dispositivi siano o meno la next-big-thing del mondo dei videogiochi, se ne discute da anni. Ma una cosa su cui entusiasti e avversari concordano, è che la realtà virtuale sia un’esperienza davvero immersiva, che potrà prendere piede solo quando i visori saranno diventati comodi da indossare, relativamente economici e privi di tutti i fenomeni avversi di straniamento provocati dalle prime generazioni della tecnologia. Ma con aziende come Facebook, Microsoft e Valve impegnate a stanziare milioni di dollari ogni anno nella ricerca, possiamo essere certi che a questa condizione ideale ci potremo arrivare in poco tempo. E, oggi, con il Reverb G2 possiamo affermare di essere a buon punto.

PUNTO PRIMO, LA SEMPLICITÀ D’USO

Una tecnologia non può essere considerata accessibile se occorre studiare un manuale per iniziare a usarla. Sembra banale, ma negli anni 80 e 90 fare qualsiasi cosa col computer prevedeva una lunga fase di studio e di configurazione che, spesso, portava via diversi giorni prima di arrivare a un risultato ottimale. Chi si configurava a manina il kernel di Linux e lo compilava sulla propria macchina per supportare tutte le periferiche sa cosa intendo, ma anche chi ha spippolato per anni coi file autoxec.bat e config.sys, in ogni caso, ne sa qualcosa. Oggi ci arrabbiamo se un gioiello della tecnologia, risultato di anni di lavoro da parte di ingegneri, programmatori e beta-tester, non inizia a funzionare appena acceso.

HP Reverb G2 Recensione

Il visore Reverb G2 è a prova di scemo: ci sono tre spinotti da attaccare compreso quello di alimentazione e, una volta collegato, basta lanciare Windows Mixed Reality Store su Windows 10 perché parta il setup. Quando il led sul casco finalmente si accende e possiamo indossarlo, dobbiamo solo muoverci in un’area quadrata, con un lato minimo lungo un metro e mezzo, che il sistema riconoscerà come zona di sicurezza. Per usare i controller manuali, forniti in dotazione, basta inserire le batterie (due per manopola), chiudere il coperchio e schiacciare il tasto Windows su ciascuno di essi: dopo una breve esercitazione, sarà un po’ come averli avuti in mano sempre. Con le ultime build di Windows 10, Microsoft offre un ambiente virtuale rilassante (una modernissima casa costruita in mezzo al verde) entro cui muoversi e avviare tutte le app pensate per la VR, ivi compresa l’indispensabile esercitazione per impratichirsi coi comandi.

PUNTO SECONDO, LA COMODITÀ

Un visore è pur sempre un aggeggio il cui peso verte principalmente sul naso, essendo simile a un grosso e spesso paio di occhiali. Qui però non parliamo delle poche decine di grammi di una montatura in plastica e di un paio di lenti in vetroresina, ma di un dispositivo che può pesare quasi un chilo e che, per non rovinare a terra mentre lo si indossa, va assicurato al cranio per mezzo di una struttura in plastica e di apposite fascette elastiche. Il Reverb G2 pesa solo 550 grammi e può essere considerato uno dei più leggeri della categoria.

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