RIDE 4, ennesimo balzo in avanti per i simulatori motociclistici firmati Milestone, intrappolati in un processo di perfezionamento che non sembra avere fine.
Sviluppatore / Publisher: Milestone / Milestone Prezzo: 49,99€; 69,99€ su console next-gen Localizzazione: Testi Multiplayer: Online Competitivo PEGI: 3 Disponibile Su: PC (Steam), PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X | S
Se MotoGP è l’esaltazione della competizione, un loop ossessivo-compulsivo di perfezionamento tra millesimi limati e “caschi rossi”, un’attività quasi professionistica, nervosa, dove mirare costantemente alla supremazia, RIDE è il suo lato amatoriale, track day dell’anima che trasforma ogni giro di pista in una domenica di decompressione psico-somatica.
Con RIDE 4 Milestone rimette il piacere di guida al centro di un’esperienza ben più ambientale e sensoriale che competitiva, appagante come pochi altri corsistici e dedicata col cuore agli appassionati di due ruote, facendo sua la filosofia con cui Yamauchi porta avanti da più di 20 anni la passione virtua-automobilistica. Un’opera ancor più sofisticata ed elegante di quanto fosse MotoGP 20, a tratti scorbutico per natura, rifinita, migliorata, profondamente diversa, rifiutando con stizza l’etichetta del reskin.
NELL’INTIMITÀ DI UNA PISTA
È nella solitudine di una prova contro il cronometro, rigorosamente amichevole, che RIDE 4 andrebbe principalmente vissuto. I primi soldi guadagnati nella modalità carriera versati sul conto della MV Agusta per acquistare una Brutale 800 RR, la scelta del tracciato rigorosamente a sentimento, le impostazioni ambientali che mettono subito a proprio agio, con la possibilità di scegliere meteo, orario d’inizio della prova (sulle 24 ore) e compressione temporale, intelligentissima moltiplica che permette al tempo di scorrere alla velocità desiderata, cambiando colori e illuminazione, oserei dire perfino umore.
ci si ritrova a godere di una guidabilità vellutata immersi nei propri pensieri, fluidificati dalla grazia con cui la moto percorre le curve
Dal relax di un tramonto da fotografare in tutte le angolazioni possibili (e giudicate da voi la qualità della modalità fotografica buttando un occhio alle foto qua attorno, rigorosamente scattate durante la prova) si passa gradualmente alla notte, che più che consiglio porta le incertezze di una scarsa visibilità e la prova di un gran lavoro sull’illuminazione da parte del team milanese, diventando abbagliante se al buio viene combinata la pioggia, con i riflessi sull’asfalto bagnato che danno una sensazione di freschezza rigenerante.
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