Rise of the Ronin – Recensione

PC PS5

Continua l’esodo delle esclusive SONY verso i floridi orizzonti della Master Race. Rise of the Ronin si era presentato su PS5 con buone intenzioni, brandendo però una lama smussata. Vediamo cosa è cambiato su PC.

Sviluppatore / Publisher: Team NINJA / Koei Tecmo Games Prezzo: € 49,99 Localizzazione: Completa Multiplayer: Cooperativo online PEGI: 18 Disponibile su: PC (Steam), PS5

Siamo a metà del 1800 e il Giappone entra nel turbolento Bakumatsu, un periodo di profonda trasformazione a cavallo tra lo shogunato Tokugawa e l’era Meiji, quando una catena di eventi restaurò il potere imperiale e, sopratutto, fece uscire il Giappone dalla sua rigida politica isolazionista (Sokoku), aprendo le frontiere alla cultura occidentale.

In un panorama imprevedibile, soffocato dal vapore delle Navi Nere e dal fumo della polvere da sparo, la via della spada diventa improvvisamente obsoleta; tuttavia, nel cuore del tumulto, un giovane samurai senza padrone appartenente al clan Kurosu dovrà lottare contro il destino per trovare il suo gemello scomparso, inghiottito da una spirale di eventi apparentemente inarrestabile.

IL PC AFFILA LA KATANA DI RISE OF THE RONIN

Rise of the Ronin ha attratto diverse critiche al momento della sua uscita su console un anno fa o giù di lì, non tutte necessariamente oggettive. La sua struttura open world derivativa appare banale oggi come ieri, ricca di punti di interesse che progressivamente andranno a popolare le tre grandi mappe (Yokohama, Edo e Kyoto) una volta portati a termine una serie di prevedibili compiti secondari.

se qualche osservazione può essere mossa all’open world, dove team ninja non sbaglia affatto è nel combattimento

Non dovrete scalare alte torri per scrutare l’orizzonte ma non temete, visto che al loro posto troverete insediamenti che aspettano solo di essere liberati da facinorosi fuorilegge e riconsegnati ai legittimi abitanti: il modus operandi cambia lievemente ma, bene o male, è impossibile ignorare nel DNA del gioco quell’inconfondibile “retrogusto Ubisoft” che mostra oramai tutti i suoi anni. Un approccio funzionale che gioca sul sicuro senza correre rischi, dovuto senza dubbio all’inesperienza di Team Ninja nei confronti di una formula di gioco simile; quello che però un simile sviluppatore non riesce a sbagliare è il sistema di combattimento, che in Rise of the Ronin raggiunge livelli di indiscutibile eccellenza grazie a un ottimo bilanciamento tra accessibilità, impegno e complessità. Tanti tipi di armi (occidentali e orientali, come il periodo storico impone) possono essere padroneggiati con la pratica, donando al nostro Ronin diversi stili di combattimento sostanzialmente simili alle posture del buon vecchio Bushido Blade, ognuno con tecniche marziali da integrare nell’intuitivo sistema di combo.

Rise of the Ronin non si fa certo scrupoli nel dispensare violenza e arti volanti.

Attaccare come ossessi non è però consigliabile, perché ogni colpo vibrato consuma Ki, una risorsa da gestire con cura per evitare di rimanere scoperti e senza fiato. La vera intuizione è legata alla possibilità di deflettere un colpo nemico con precisione assoluta prendendo ispirazione dal collega Sekiro, fiaccando in questo modo la resistenza altrui per aprire la strada a contrattacchi che sfociano spesso in brutali esecuzioni tra decapitazioni e mutilazioni assortite. Un sistema sulle prime intuitivo, reso progressivamente più interessante dall’aggressività dei nemici e dalla loro propensione a farsi sotto in gran numero, assieme a una ricca dose di potenziamenti che contribuiscono a creare una soddisfacente ossatura “ruolistica” alle scorribande del nostro misterioso spadaccino.

Su PC l’hardware superiore ha consacrato questa incarnazione come la versione definitiva di Rise of the Ronin

Racimolando punti karma e mettendoli al sicuro presso uno degli stendardi che fungono anche da vettori per il sistema di trasporto veloce, potremo sviluppare le nostre doti marziali e dialettiche, assieme a particolari abilità logistiche destinate a migliorare le opzioni del nostro arsenale. Armi da taglio e da fuoco dicevamo, a cui si aggiungono oggetti più esotici come un aliante simile all’ornitottero di Leonardo o un rampino con cui raggiungere altezze improbabili e, andando avanti, eseguire esecuzioni dall’alto e rispedire gli oggetti da lancio sul grugno degli avversari. Poiché l’esito degli scontri contro nutrite guarnigioni è quasi sempre da evitare come la peste, Rise of the Ronin presenta anche un’anima stealth semplice ma soddisfacente con cui fare strage di nemici approfittando del favore delle ombre.

A SPASSO PER IL GIAPPONE

È tutta roba già vista, un po’ come la marea di collezionabili o attività messe a disposizione per riempire le mappe, ma contribuisce a donare all’esperienza una buona varietà di approcci che, sommati all’ottimo sistema di combattimento, confezionano un prodotto non perfetto sotto tutti i fronti ma indubbiamente valevole e appassionante, tanto che personalmente non vedevo l’ora di approfittare di questa nuova incarnazione per concedermi un secondo “giro” dopo aver finito il gioco su PlayStation 5, complice un sistema di bivi che, grazie a una serie di decisioni più o meno importanti, ci accompagnerà verso uno dei due finali. La narrazione non lineare è un altro dei punti di forza di Rise of the Ronin, con interessanti missioni principali che permettono di appoggiare le fazioni favorevoli o avverse allo shogunato, aprendo la strada a diverse quest secondarie, ricompense e alleati.

L’uso del colore scalda il cuore, il tutto mentre osservo la prossima vittima con la lancia ancora lorda di sangue.

Queste hanno luogo in particolari istanze (l’abbordaggio di una Nave Nera al chiaro di luna, ad esempio) caratterizzate dalla giusta teatralità e da boss particolarmente impegnativi; proprio per questo permettono di schierare come supporto uno o più compagni gestiti dalla CPU alternabili nel cuore dell’azione per fronteggiare al meglio le minacce. È anche l’occasione per assaporare la modalità multigiocatore cooperativa, un aspetto che però al momento non abbiamo ancora verificato causa server platealmente vuoti.

Il sistema di combattimento raggiunge livelli di eccellenza grazie a un ottimo bilanciamento tra accessibilità, impegno e complessità

Quello che veramente non andava un anno fa riguardava la realizzazione tecnica francamente ingiustificabile, un tasto dolente puntualmente sottolineato nella nostra recensione originale, con cali di fluidità insopportabili e diverse imperfezioni che sembravano provenire dalla precedente generazione di console. La buona notizia è che su PC l’hardware superiore e un processo di ottimizzazione più oculato hanno consacrato questa incarnazione come la versione definitiva di Rise of the Ronin, e per questo vi do appuntamento tra qualche riga nel box Com’è, Come Gira.

In Breve: Rise of the Ronin su PC riconferma i punti di forza segnalati in occasione dell’arrivo su PlayStation 5: un mondo aperto forse troppo dozzinale viene risollevato da un appagante sistema di combattimento e di progressione sullo sfondo di una narrazione convincente e emozionante, ambientata durante uno dei più particolari periodi della storia Giapponese. I limiti tecnici incontrati sulla console SONY sono fortunatamente un brutto ricordo, e questo non trascurabile elemento rende Rise of the Ronin su PC la scelta ideale per avventurarsi nell’era Bakumatsu.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 7 5800X, RTX 4070 12Gb, RAM 32Gb 3600Mhz, SSD
Com’è, Come Gira: Una gamma di opzioni grafiche particolarmente ricca mi ha permesso di giocare Rise of the Ronin con una fluidità che ha quasi sempre viaggiato ancorata ai 120fps con la configurazione di prova a dettaglio Ultra, limando qualcosina da occlusione ambientale e distanza di rendering delle ombre per garantire una stabilità che mai mi sarei aspettato su PS5, neppure nelle mie fantasie più sfrenate! Il supporto a mouse e tastiera rende più naturale l’uso delle armi da fuoco ma, complessivamente, il pad resta la periferica ideale.

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Pro

  • Finalmente libero dai vecchi problemi tecnici / Trama appassionante e finali multipli / Sistema di combattimento appagante

Contro

  • Struttura open world scontata e obsoleta.
8.2

Più che buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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