Rustler: Grand Theft Horse – Recensione

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GIUSTO PER DARE L’IDEA DI COS’È RUSTLER: QUI SI RUBANO I CAVALLI e, in caso di malinteso con la legge, li si ridipinge al volo nei negozi Pimp a Horse

Per quanto concerne il combat system invece le cose si fanno più articolate. Sempre tenendo d’occhio la barra della stamina, Guy può impegnarsi nel combattimento corpo a corpo sfruttando i pugni nelle mani o varie armi (spade, lance, alabarde), caricare il colpo, parare e schivare con una rotolata. Ogni arma ha peculiarità diverse e capirle tutte è importante, così come lo è ricordarsi che l’unica arma dalla distanza, la balestra, si ricarica da fermi. In verità ha anche un tempo di ricarica, ma lo si può diminuire investendo nel ramo Balestra i punti abilità ottenuti dal completamento delle quest o dal ritrovamento di alcuni collezionabili. Gli altri rami sono Combattimento, Cavallo e Interazioni, ma non si tratta di un talent tree particolarmente sviluppato ergo non si offenderà se proseguiamo oltre.

Rustler Recensione

Pronti via e si rimane incastrati senza possibilità di liberarsi. Molto bene.

I PROBLEMI PURTROPPO NON MANCANO, E VANNO DAI CONTROLLI ALLA STRUTTURA DEL GIOCO

Purtroppo però non tutto funziona come dovrebbe, e il ruvido combat system ne è l’esempio perfetto. I controlli approssimativi si sentono durante le risse perché le rendono più complicate di quanto non siano, ma questo è solo uno dei problemi. Talvolta farsi beffe dell’IA è eccessivamente facile oppure inutile, dato che fatica a evitare gli imprevisti lungo la strada; a questo proposito, anche gli input a cavallo non sono il massimo della vita in quanto a precisione e, mistero della fede, capita di rimanere incastrati in alcuni punti dello scenario senza sapere bene il perché. Inoltre, nonostante la graffiante scrittura dei testi, l’originalità degli incipit di ogni missione e la diffusa comicità à la Monty Python, alla lunga si avverte un sottofondo di monotonia ed è dovuto al fatto che, in termini di esecuzione pratica, nessun incarico osa rinnovare delle dinamiche che dal 1997 a oggi abbiamo giocato un’infinità di volte. Evidentemente, ai tempi della scuola che non ha frequentato, alle lezioni di innovazione videoludica Guy non s’è mai presentato.

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Purtroppo non si sente, ma quel bardo vestito di giallo si sta esibendo nella beatbox ed è pure bravo.

Tuttavia ciò non fa automaticamente di Rustler un gioco da evitare come la peste. Chi saprà chiudere un occhio sui difetti si ritroverà catapultato in un medioevo come mai gli è stato raccontato prima. Impersonare un gaglioffo in un contesto simile può essere tremendamente divertente per una serie di motivi che vanno dal poco ortodosso all’illegale passando più volte per il deprecabile. Il sollazzo inoltre è amplificato se, oggi come ieri, la cosiddetta vecchia scuola con visuale dall’alto è un richiamo irresistibile. Inoltre, per onestà, è giusto sottolineare l’impegno profuso dagli sviluppatori nel corso dei mesi per perfezionare la loro opera, come dimostra l’importantissima aggiunta dei checkpoint automatici durante le missioni. Prima non era così e la frustrazione raggiungeva limiti pericolosi, ma giunti a questo punto Shakespeare chioserebbe con un “tutto è bene quel che finisce bene” perciò sapete cosa vi dico? Lo farò anche io.

In breve: Se ripensate con nostalgia al primo GTA allora quel volgare mascalzone di Guy saprà farsi volere bene. Sarà pure più facile chiudere un occhio sui bug, sui controlli e sulle ruvidezze che pesano sull’esperienza. Tuttavia, al di là dei problemi, anche chi non c’era sul finire degli anni ’90 ma apprezza questo tipo di ironia saprà divertirsi nel medioevo inesatto creato da Jutsu Games perché, vuoi o non vuoi, Rustler sa strappare tante risate senza mai prendersi sul serio, è folle al punto da poter quasi essere scambiato per geniale ed è a suo modo un titolo più unico che raro. Non sono sicuro quest’ultimo passaggio suoni come un complimento, ma tant’è.

Piattaforma di prova: PlayStation 5
Com’è, Come Gira: I miglioramenti rispetto al periodo in Accesso Anticipato sono lampanti. Il gioco usa Unity ma non è alcunché di eccezionale graficamente, un cel shading senza infamia e senza lode, eppure prima era tecnicamente pesante. L’ottimizzazione ha fatto passi avanti consistenti grazie al lavoro sui porting console, la fluidità finalmente è solida. Più che ottima la colonna sonora, un mix d’armonie d’altri tempi, g-rap e beatbox che è un vero piacere tirare fuori a sganassoni da ogni bardo.

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Pro

  • Un divertente tributo all’old school.
  • Talmente assurdo da fare il giro e diventare (quasi) geniale.
  • Scrittura di quest e dialoghi fuori di testa.

Contro

  • I controlli sono un po’ troppo approssimativi.
  • Sono presenti vari bug, tecnicamente è grezzo.
  • Gameplay e combat system fermi al 1997.
7

Buono

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