Ebb Software ci prende per mano e ci accompagna in un viaggio irto di pericoli, con corpi deformi, strutture biomeccaniche e architetture carnali. Un’esperienza solida per un progetto non ben definito.
Sviluppatore / Publisher: Ebb Software / Kepler Interactive Prezzo: 39,99 euro Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile Su: PC (Steam), Xbox Series X|S Data di lancio: 14 ottobre 2022
Otto anni. Questo è il tempo che è servito a Scorn per arrivare finalmente a noi. Dal 2014 ad oggi ne è passata di acqua sotto i ponti e dopo l’iniziale campagna crowfunding da parte dello studio indipendente Ebb Software e relativi finanziamenti esterni che sono arrivati, con Microsoft che ha fatto capolino annunciando il gioco nel servizio GamePass, possiamo ben dire che Scorn da come era stato annunciato, ora sia qualcosa di diverso, pur essendo finalmente concreto.
Invece no, Scorn è sempre rimasto tale, dopo tutti questi anni. Ma la domanda principale è: che cos’è Scorn?
CHE GIOCO È SCORN?
Ancor più dell’analisi, del voto in calce e di tante altre disquisizioni tecniche, chiunque sia stato lì, a guardare e riguardare innumerevoli volte i trailer mostrati, si sarà chiesto almeno una volta, che diamine di gioco è Scorn.
Entrando in un semplicistico gioco di percentuali, svelo subito l’altarino: Scorn è per un 85% un puzzle game, con il restante 15% divorato tra abbozzate meccaniche FPS, walking simulator e avventura narrativa.
85% un puzzle game, con il restante 15% divorato da abbozzate meccaniche FPS, walking simulator e avventura narrativa
Sul fronte visivo dunque, ci troviamo davanti un gioco di assoluto impatto estetico: corpi deformi, esseri spellati, cunicoli e strutture biomeccaniche perse nel tempo e nello spazio.
Impatto audio e video sono il fiore all’occhiello di Scorn
IL PROBLEMA DEL TEMPO
Purtroppo, tolto questo aspetto dedicato a quello che potremmo intendere come “trama”, cornice e ambientazione, il gioco mostra innumerevoli difetti.
Dei quasi otto anni di sviluppo, cosa è rimasto di Scorn?
Cosa hanno fatto i programmatori in questi otto anni? Sono sincero, non ho una risposta a questa domanda, ma non si può non nascondere un pelo di delusione davanti un lavoro che sembra aver realizzato qualcosa di esteticamente meraviglioso, una cornice dorata e ricamata per una tela incompleta, poco accattivante, discutibile.
LOOP INFERNALE
Scorn parte direttamente così, senza spiegazione, contesto o tutorial. Siamo un essere umanoide che si trova nella situazione di fuggire, addentrarsi, esplorare, perdersi in queste strutture sinistre. Ogni porta cela un puzzle, che sia ambientale o da risolvere in apposite console.
Niente di così terrificante, se non fosse che tutto il gioco è un puzzle continuo: si completa un piccolo puzzle ambientale in una piccola stanza per entrare in una stanza più grande, con relativo puzzle amplificato, poi si devono cercare tre chiavi, poi un altro puzzle ambientale su un’area gigante di tre livelli.
Dopo le prime fasi prenderemo confidenza con le armi
SPARA O MUORI
Poco dopo le prime fasi di gioco, prenderemo confidenza con le armi. Poche, pochissime, giacché lo scopo finale non è sparare a tutti, bensì usare la testa, cercare di evitare dove possibile lo scontro, ma quando è inevitabile la situazione si complica a causa di hitbox dei nemici totalmente da rivedere dove si perderanno molte “munizioni” sparando a vuoto e con dei nemici sempre più deformi, ma terribilmente letali.
Gran parte dei puzzle sono ben congegnati e intelligenti, ma fin troppo ripetitivi
Scorn al netto di tutto non è una delusione, bensì un’opera in parte incompleta, anche se non ho ben capito ancora quale sia l’organo mancante. È vero che l’uscita anticipata e il lancio sul GamePass in parte suggerivano questa possibilità, ma alla fine sarebbe indecoroso catalogare come fallimento un’opera del genere, perché del potenziale si è visto, ma come già detto, alla cura cristallina nel reparto estetico, non si può dire lo stesso per tutto il resto del gioco, fin troppo breve, poco consistente, dall’ambientazione pazzesca, capace di regalare più un’esperienza sensoriale (giocatelo assolutamente con il miglior set di cuffie) che un ricordo positivo che solo un ottimo gioco può regalare.
In Breve: Scorn è il classico caso di idea brillante, realizzata diligentemente a cui poi manca gran parte del contenuto per essere assaporato e gustato. Le ambientazioni sono ottime e incutono forte angoscia, e l’avventura circa l’esplorazione di questi cunicoli carnali e biomeccanici è fantastico, ma le fasi shooting sono difettose, i puzzle ripetitivi e in alcuni casi riempitivi, per un progetto dalla scarsa longevità. Messi sul tavolo i quasi otto anni di sviluppo, era lecito aspettarsi qualcosa di più.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel Core i7, 16GB RAM, GeForce GTX1650 Ti, HDD
Com’è, Come Gira: Esteticamente impressionante, come si può vedere dagli screen allegati alla recensione. Sulla configurazione di prova, settato tutto su Ultra, ho giocato a 1360×768, puntando sulle prestazioni, senza mai vedere un cedimento.