Fuori sbocciano i fiori, l’atmosfera si fa sempre più tiepida, le giornate si allungano ma insomma, ormai i videogiochi “invernali” si contano sulle dita di una mano, e quando ne arriva uno nuovo non c’è primavera che tenga, bisogna fare festa, proprio come i protagonisti di Shredders!
Sviluppatore / Publisher: FoamPunch / FoamPunch Prezzo: 29,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Online Competitivo PEGI: 3 Piattaforma: PC (Steam, Microsoft Store), Xbox Series X|S Data di Lancio: Già disponibile
In FoamPunch devono essere un po’ matti e lo si capisce dalla prima schermata di gioco, dove ci viene detto che le evoluzioni viste in-game sono ad opera di sviluppatori indie professionisti, e quindi di evitare ogni tipo di emulazione per non rischiare l’osso del collo. E ho la sensazione che nell’incipit di Shredders si nasconda una forte e divertente nota autobiografica, con Scott e il nostro alter ego, conosciuti (da pochissimi) come Shreddageddon sui social vantando qualche decina di follower, che vogliono imbucarsi all’evento snowboard dell’anno di Frozen Wood, al quale parteciperanno alcuni dei più grandi nomi della scena professionistica!
Una missione apparentemente impossibile, un po’ come entrare nel catalogo Game Pass con un gioco pieno di bug e problemi assortiti, riuscendoci con una faccia tosta da applausi e un senso dell’umorismo esplosivo. E dall’incontro fortuito con Lisa, brand ambassador di una nuova linea di abbigliamento tecnico, la 540, che chiederà allo strampalato duo di girare video per promuovere il marchio, inizierà una bizzara snowboard comedy davvero unica nel panorama, capace di dare un twist narrativo al genere e spiccare nonostante una valanga di problemi davvero imponente.
STEEP CA’ TROV!
Non ho origini pugliesi ma questo detto calza a pennello per descrivere il gameplay di Shredders, con FoamPunch che dimostra subito di sapere cos’è la neve e quali sono le sensazioni fondamentali da trasmettere in discesa e durante i trick. Il sistema di controllo è preso in prestito dall’ottimo Steep di Ubisoft, dando quindi un’inerzia più pesante, muscolare e “realistica” al rider rispetto a titoli come SSX (ci manchi), con manovre estreme ma sempre abbastanza plausibili. Anche pad alla mano i movimenti sono molto simili, col trigger destro che carica il salto, quello sinistro che attutisce l’atterraggio e le due levette per gestire peso e rotazione del corpo (ma anche il carving, per rallentare quando si è a contatto con la neve), mentre i dorsali fanno le veci dei grab. Chiaro e intuitivo.
Infatti il gameplay in sé è piacevolissimo, e si sviluppa attraverso piccoli livelli e missioni specifiche (ogni zona della montagna è poi liberamente esplorabile volendo, facendosi pure trainare da una motoslitta al bisogno!), sempre giustificate narrativamente e introdotte da filmati scritti brillantemente, nonostante i volti dei personaggi siano sempre coperti da occhiali e sciarpe, con gli stessi che prendono in giro gli sviluppatori e i limiti di budget che gli hanno cancellato i connotati. Onesti! Pochissime gare e tanto show, con la maggior parte delle missioni in formato freestyle e altre che chiedono l’esecuzione di trick specifici, con un obiettivo di completamento e due secondari (spesso dedicate ai punteggi) per i completisti.
UN VERO PECCATO PER GLI ONNIPRESENTI PROBLEMI TECNICI
Nessuno di questi bug è stato invalidante durante la prova, non costringendomi mai a chiudere e riavviare, ma è anche vero che fare una perfect run, tutta liscia e precisa, è francamente difficile con queste condizioni tecniche; il che va a ricadere inevitabilmente sul flow dell’esperienza (che nel genere è sacro) e sul discreto level design, penalizzato già da alcuni passaggi nello stretto, molto esigenti, secondo me poco adatti al sistema di controllo. Lo stesso colpo d’occhio, variegato e con buoni tocchi di classe (su tutti la realizzazione visiva del manto nevoso), tra impianti sciistici, gare in notturna illuminate dai bengala, snow park, caratteristici villaggi di montagna e siti industriali è afflitto da un costante pop-up, frame-rate inconsistente e una resa dell’immagine generalmente sgranata. Shredders in queste condizioni rischia spesso di schiantarsi con la faccia nella neve (abbastanza morbida da non farsi troppo male).
SHREDDERS È SNOW PARTY!
Una delle caratteristiche più speciali e interessanti dell’opera è però la partecipazione attiva di una dozzina di rider professionisti, ben contenti di recitare e prestare i propri trick per Shredders. Zeb Powell, Leanne Pelosi, Jamie Anderson, Gimbal God, Arthur Longo e molti altri, tutti insieme appassionatamente! Il risultato finale è uno spaccato di snowboard culture veramente divertente e molto sentito, vissuto con entusiasmo da tutti gli interpreti che non si sono semplicemente limitati a registrare qualche frase come spesso accade in occasioni del genere, riversando invece tutta la loro personalità all’interno del racconto.
A LIVELLO DI ATMOSFERA SHREDDERS CENTRA DECISAMENTE IL BERSAGLIO
In Breve: Shredders è un’opera peculiare e piena di contraddizioni. Se la sua narrativa, fuori di testa, divertentissima e condita dalla partecipazione di alcune star dello snow è fresca come la neve, il suo buon gameplay (ispirato a Steep) si deve scontrare con un comparto tecnico disastroso (per lo meno su Xbox), con un ampio spettro di problematiche che partono dalla scarsa definizione dell’immagine, passano per il frame-rate e si schiantano natiche a terra sulla gestione delle collisioni. Non è assolutamente escluso che i problemi andranno ad attenuarsi nel tempo con patch mirate, ma nel frattempo il consiglio è comunque di provarlo su Game Pass, perché al di là dei (molti) problemi tecnici, FoamPunch ha sicuramente qualcosa da dire e merita un incoraggiamento.
Piattaforma di Prova: Xbox Series S
Com’è, come gira: Pop up, frame rate inconsistente, immagine sporca, poco da salvare su Xbox Series S.