Sono passati più di dieci anni da Sins of a Solar Empire: Rebellion, che faceva da edizione definitiva del primo capitolo della saga, molto apprezzato da una nicchia di fedeli appassionati. Ora il seguito ufficiale sbarca su Steam, e le attese non erano poche.
Sviluppatore / Publisher: Ironclad Games / Stardock Entertainment Prezzo: € 31.99 Localizzazione: sottotitoli Multiplayer: online PEGI: n.d. Disponibile su: PC (Steam, Epic Games).
No, ragazzi, non ci siamo svegliati dopo quasi due anni e all’improvviso ci siamo resi conto che è uscito il seguito di un gioco che, a modo suo, ha fatto la storia.
Lo sappiamo che Sins of a Solar Empire 2 è uscito su Epic Games Store a ottobre del 2022, ma ve ne parliamo ora che esce anche su Steam perché sono gli stessi sviluppatori che, secondo le loro dichiarazioni, hanno chiarito come solo adesso pensano di avere ottenuto il vero prodotto che volevano condividere con l’intera community, quasi a considerare gli ultimi mesi una sorta di early access di lusso in vista dell’uscita di questi giorni.
LE INCOMPRENSIONI DI SINS OF A SOLAR EMPIRE 2
Vorrei iniziare con alcuni chiarimenti, rivolti soprattutto a chi tra voi non ha giocato ai capitoli precedenti della serie: anche se il sito di Stardock Entertainment e la pagina Steam lasciano la netta sensazione di essere di fronte a un 4X (lo dicono chiaro e tondo), sappiate questo: non è così. Sins of a Solar Empire 2 non è un 4X. O meglio, lo è solo in minima parte, e lo vedremo, ma approcciarlo come tale potrebbe creare delle aspettative che poi verranno inevitabilmente disattese, quindi meglio sapere prima a cosa si va incontro, anche e soprattutto perché di fronte abbiamo un prodotto di qualità. Perché non è un 4X? La faccio facile: l’ultimo prodotto di Ironclad Games ha un focus molto, molto chiaro, puntato dritto sulla guerra. Giocare a Sins of a Solar Empire 2 significa costruire armate da mandare contro le fazioni nemiche, e le ricerche scientifiche servono a migliorare la nostra economia in modo da poter costruire astronavi sempre più avanzate per continuare le nostre belligeranti attività.
Basti sapere che non esistono condizioni di vittoria basate sulla cultura o sulla scienza. L’obiettivo è la distruzione fisica di chiunque ci ostacoli. Al massimo si può stabilire che la partita finisce quando abbiamo colonizzato più della metà dei pianeti, il che, vista la struttura del gioco, significa godere di un dominio militare tale che nessun’altra fazione ha una reale possibilità di ribaltare la situazione. Quindi scordatevi le affascinanti fasi esplorative di Stellaris o la gestione della popolazione di Endless Space 2. Nella mia testa, pur con tutte le differenze del caso, Sins of a Solar Empire è più simile a un Age of Empires nello spazio che a un Master of Orion. Dunque, dopo questa lunga premessa di cosa non è, vediamo invece cos’è e cosa fa questo strategico spaziale.
Ogni appassionato di sci-fi troverà i modelli di astronavi di cui innamorarsi
OLTRE LA GUERRA, ANCORA GUERRA
Non solo belle da vedere queste battaglie, ma anche molto tattiche. Come anticipavo, ogni astronave ha il proprio equipaggiamento, e qui entra in gioco il classico trinagolo carta-forbice-sasso per massimizzare l’efficienza della nostra fotta: l’esempio tipico riguarda le fregate flak, in grado di abbattere con facilità i missili nemici che invece sarebbero in grado di danni devastanti alle nostre navi di grandi dimensioni.
Ecco perché occorre spesso una composizione bilanciata che sia in grado di fronteggiare diverse composizioni nemiche. A questo si aggiungono poi i poteri specifici di ciascuna fazione, che permettono un buon livello di micro-management senza che diventi troppo snervante. Le battaglie più importanti, infatti, possono andare avanti per qualche minuto di tempo reale, quindi non servono riflessi incredibili e calcoli al limite della frazione di secondo per uscire vittoriosi. Non ho potuto provare il multiplayer, che storicamente ha un ruolo importante per la serie, mentre nelle partite in solitaria era l’IA che cercava di tenermi testa. Tutto sommato faceva un buon lavoro, tanto migliore quanto il livello di difficoltà aumentava, ma ho trovato una pecca piuttosto grossolana: capita spesso che, dopo lo scontro iniziale per un pianeta, l’esercito nemico mandi altre unità alla spicciolata, a gruppi di poche navi, che è facile distruggere prima che arrivino abbastanza rinforzi per rappresentare una vera e propria minaccia.
La gestione bellica rappresenta quindi la punta di diamante di Sins of a Solar Empire 2, sia da un punto di vista strategico che tattico; quest’aspetto, unito all’ambientazione spaziale, rendono il gioco di Ironclad Games piuttosto unico e privo di reali alternative dello stesso livello qualitativo. Se quello che vi importa davvero è fare la guerra, non potete trovare di meglio, ma non pensiate di trovare un gioco che genera storie e narrazioni emergenti. Non lo può fare, proprio perché manca di tutti quegli aspetti che caratterizzano i “veri” rappresentanti del genere 4X e che danno spessore alle civiltà di quei giochi. In Sins of a Solar Empire 2 manca anche una modalità Campagna: lanciare uno scenario significa scegliere una delle tante mappe pre-configurate, con diverse quantità, tipo e posizione dei pianeti, che offrono un notevole livello di rigiocabilità. L’obiettivo di ogni partita, invece, sarà sempre lo stesso. D’altra parte, lo sappiamo bene: war never changes.
In Breve: Sins of a Solar Empire 2 sta a cavallo tra due generi che hanno certamente diversi aspetti in comune, ma che al tempo stesso è bene non confondere. Di aspetti di un 4X, qui se ne trovano pochi, ma non è una mancanza: è una precisa scelta. Ogni parte del gameplay è funzionale per dare un’esperienza di sostanza quando si parla di muovere guerra nello spazio, e il risultato finale premia questa attenzione ai dettagli. Il culmine, giustamente, sono le gloriose battaglie in cui dozzine di astronavi lottano fino a esplodere tra laser e missili guidati che illuminano lo schermo e riempiono i vostri occhi. Vi serve sapere altro? Ah sì: peccato che manchi una campagna.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: i7 14700k, RTX 4070 SUPER 12GB, 32GB RAM DDR5, SSD
Com’è, Come Gira: Direi che con una configurazione del genere mi sarei stupito anche del minimo rallentamento, che infatti non c’è stato. Anche nelle battaglie un centinaio di astronavi o giù di lì, è filato tutto liscio come l’olio al massimo dei settaggi.