Questo periodo dell’anno mi ha sempre regalato piacevoli emozioni, simili in linea di massima solamente con il periodo estivo di annunci legato alla Gamescom. Le conferenze sono iniziate da pochissimo, ma i botti mediatici intervallati da conferme e gradite sorprese (#welovekeanureeves) ci hanno in qualche modo fatto capire che molti producer sono attivi e lavorano alacremente con l’intenzione di portarsi la pagnotta a casa. L’avvio autocelebrativo della conferenza che Bethesda ha tenuto in occasione dell’E3 2019 che ha visto l’intervallarsi sul palco di Pete Hines e Todd Howard è servito essenzialmente per sottolineare due cose: teniamo alla nostra community, ma teniamo anche al nostro lavoro. La faccia sorniona di Howard ne è stata la dimostrazione più lampante, quando abilmente si è destreggiato con le parole come se stesse cantando una serenata sotto casa della ragazza, cosciente del fatto che le parole dette rappresentano una scommessa per il giorno dopo. E dopo i disagi di Fallout 76, per quanto dir si voglia, troppo ancora deve parlare prima di farci dimenticare ciò che è stato.
Al netto delle considerazioni personali, le intenzioni di Howard hanno poi lasciato spazio a due giochi pubblicati da Bethesda, che continueranno a ricevere una sequenza di aggiornamenti gratuiti volti a “migliorare” (il virgolettato è d’obbligo) l’esperienza ludica a contatto con la maggior parte delle offerte presenti in commercio. Il titolo mobile The Elder Scrolls Blades passerà nel corso dell’autunno di quest’anno su Nintendo Switch, garantendo a quanto pare non soltanto un miglioramento del gameplay, soprattutto in funzione delle potenzialità della portatile di casa Nintendo, ma anche un interessante supporto in merito a Cross Play e Cross Progression. La stessa notte dell’annuncio il gioco ha ricevuto tantissimi aggiornamenti, con quest, npc, decorazioni e persino nuove battaglie per l’arena in solitaria. Restando sul fronte dell’ambientazione fantasy di Elder Scrolls, il palco della conferenza Bethesda ha inoltre sottolineato l’interesse profuso nel seguire costantemente il capitolo online, prima con la pubblicazione dell’espansione Elsweyr, dopo con altri due DLC chiamati rispettivamente Scalebreaker e Dragonhold, volti a rendere ancora più presente e importante il ruolo dei draghi in questa stagione tutta da scoprire.
MA NON ERI MORTO DI RADIAZIONI?
Un trattamento analogo, ma forse più approfondito date le considerazioni iniziali e l’accoglienza piuttosto brusca ricevuta subito dopo l’uscita, c’è stato per Fallout 76, uno dei titoli più controversi nella lista di pubblicazioni di Bethesda, che da un po’ di tempo a questa parte ha ricominciato a incuriosire l’utenza grazie a una serie di aggiornamenti gratuiti che vedono il ritorno di interessanti dinamiche a livello videoludico.
L’espansione Wastelanders vuole introdurre nuovi equipaggiamenti e armi con cui rendere più dinamica la nostra permanenza nell’Appalachia, seguiti a ruota libera da un’inversione di tendenza potenzialmente gradita, che vede il ritorno di veri e propri NPC con cui intrattenere dei dialoghi e seguire lo sviluppo dell’avventura. La componente multigiocatore non viene comunque lasciata in disparte, tant’è che gli autori del gioco hanno deciso di far entrare nel franchise anche la modalità battle royale con la modalità Nuclear Winter. Concettualmente questa modalità potrebbe adattarsi perfettamente al concept dell’ambientazione di stampo apocalittico, ma seppure le ottime premesse in video possono aver attirato l’attenzione di tutti, quel piccolo grillo parlante che ormai risiede nel nostro taschino mentale sta già scalpitando intimando di andarci piano e di aspettare di provare con mano ciò che vogliono sottoporci. Il contenuto è stato rilasciato subito dopo la presentazione, così che l’utenza ne possa provarne un assaggio fino al 17 giugno. A proposito di radiazioni, open world apocalypse e molto altro, la stessa attenzione del supporto in voga per le offerte presenti già in commercio per Bethesda la vediamo per RAGE 2, grazie ai contenuti del prossimo update che verrà pubblicato prossimamente. Protagonista una nuova storia, intitolata l’Avvento dei Fantasmi (che sarà a pagamento), senza contare anche la mole di mezzi pilotabili, eventi mondiali e tanto altro ancora che saranno pubblicati nel corso delle prossime settimane, seguendo però una formula di rilascio contenuti gratuita.
NUOVA CARNE SUL FUOCO
Ogni conferenza dell’E3 che si rispetti ha bisogno, per avere un buon ritmo e per non sentire i fischi alla chiusura, di una buona dose di gameplay e tante novità. Non ho ancora capito se la roba che ho visto mi sia piaciuta, ma se mi venisse chiesto di fare una scaletta di gradimento comincerei innanzitutto con DOOM Eternal, vera chicca della conferenza che mi ha fatto venire la pelle d’oca grazie a un gameplay di quindici minuti pieno zeppo di elementi utili a comprendere meglio come id Software abbia voluto “rinnovare” il gunplay e la mobilità sul campo del Doom Slayer. Secondo me è il vero must buy della serata, coadiuvato da una collector’s edition che farebbe tremare anche il più pulciaro dei videogiocatori sulla faccia della terra. Sta di fatto che per vedere il gioco dobbiamo aspettare il 22 novembre di quest’anno, periodo dell’anno notoriamente prolifico di uscite tripla a nel settore.
Le novità non sembrano essere comunque finite qui: viene confermata l’uscita di Wolfenstein Youngblood, capitolo stand-alone sviluppato dai ragazzi di Arkane Studios pronta a condurci nella splendida cornice di Parigi negli anni ’80, dove impersoneremo per l’occasione le figlie del buon Blazkowicz. Anche in questo caso non dobbiamo aspettare troppo, considerato che l’uscita è prevista per il prossimo 26 luglio. Anche se il sesto capitolo di Elder Scrolls e Starfield non sono pervenuti in fiera, sono stato contento di godermi un assaggio della nuova creatura di Shinji Mikami intitolata Ghostwire: Tokyo, che sembra sancire il ritorno di un altro prodotto stilisticamente interessante. Non si capisce ancora molto a quale tipologia appartenga il gioco, ma se ci lavora il buon Mikami diciamo che le preoccupazioni vengono ridotte quasi a zero. Gli autori di Dishonored ci conducono invece in un mondo alternativo chiamato Deathloop, dove un loop temporale sembra modificare lo scorrere del tempo, riportandoci indietro a un momento precedente alla nostra uccisione (un po’ in stile Edge of Tomorrow, avete presente?). Se ci pensate l’idea è piuttosto intrigante, ma è chiaro che un trailer cinematografico non basta per trarre delle conclusioni corrette.
Anche se non è stata in grado di eguagliare per ritmo la conferenza Microsoft, che ho trovato fino a questo momento la migliore da Los Angeles, ammetto che la mole di contenuti pubblicati (o in dirittura d’arrivo) conferma come Bethesda ci abbia abituato a seguire le proprie offerte nel migliore dei modi. Si può sempre far meglio, ma dopo aver visto Doom Eternal, Ghostwire e Deathloop all’E3 2019, ho solo voglia che arrivi quanto prima la Gamescom per conoscere informazioni in più a riguardo.