God of War e l'arma come simbolo dell'eroe

Questo è il mio fucile. Ce ne sono tanti come lui, ma questo è il mio. Il mio fucile è il mio migliore amico, è la mia vita. Io debbo dominarlo come domino la mia vita. Senza di me il mio fucile non è niente; senza il mio fucile io non sono niente.

god of war

Ricordo perfettamente quando mi balenò per la prima volta nella mente di scrivere qualcosa – a seguito di annessa ricerca – riguardo l’immaginario che lega un personaggio di fantasia o reale con la sua arma. Ero appena uscito, entusiasta, dalla proiezione stampa di King Arthur – Il potere della spada, galvanizzato dalla rilettura tra il mito e il fantastico che Guy Ritchie era riuscito a spalmare al film. Il futuro Re non solo avrebbe dovuto sconfiggere il malvagio Vortigern, ma avrebbe dovuto anche compiere l’impresa in piena armonia con la sua arma, la leggendaria spada Excalibur, detentrice di un potere vivo. Film, videogiochi, romanzi, nei grandi immaginari collettivi, un buon costruttore di storie è consapevole che un solo eroe è insufficiente per collocare quel personaggio in un immaginario collettivo pop per i decenni successivi. Oggi questo piccolo feticcio è divenuto ben più evidente proprio grazie al cinema e a questa nuova ondata di progetti legati al canone dei cinecomics: non c’è Batman senza Batarang, non c’è Capitan America senza scudo e non c’è Wonder Woman senza il suo lazo, e gli esempi possono continuare all’inverosimile tra spade laser, zaino e fucile protonico, frusta e revolver e vi lasciamo i commenti social per continuare un elenco che può incontrare solo il limite della nostra conoscenza sul materiale preso in oggetto.

Nolan è stato il primo ad affrontare al cinema il discorso simbolico, usando un personaggio in rilievo nell’immaginario pop come Batman.

Il rapporto di un uomo con la sua arma – spesso e volentieri una spada – è qualcosa da ricercarsi in antiche e leggendarie gesta di eroi. Il già citato Re Artù è uno degli esempi classici, iconici e facilmente riconducibili a cui il cinema con il tempo ha modellato quell’immaginario nella sempre presene pistola: vera e propria estensione sessuale dell’eroe, simbolo fallico per eccellenza, la pistola è sempre stata lì, in primo piano, anche più del sigaro morso dai denti di un giovane Clint Eastwood. Ancor più del rivolo di nicotina, è quel pezzo di ferraglia il vero protagonista delle avventure cinematografiche partorite da Sergio Leone.

NON C’È EASTWOOD SENZA SIGARO E PISTOLA, ANCHE MIMATA CON POLLICE E INDICE

Non c’è Eastwood senza sigaro e pistola, anche mimata con pollice e indice. Se avete lontanamente letto manga quali Bleach o Soul Eater, sarete a conoscenza dell’importanza delle armi (che siano spade o armi da fuoco) e del loro ruolo centrale. Oggi dunque associamo facilmente un personaggio a una sua arma direttamente usata sul campo di battaglia. Il legame iconico non diventa più solo un pretesto per vendere merchandising o far vivere le comunità fan fiction attorno quel personaggio o rispettiva serie, bensì diventa vera e propria emozione: un rivolo di ricordi, la viscerale sensazione di vivere il rapporto tra uomo e arma come mai prima d’ora.

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