Cloud Gaming: la guerra dei colossi – Speciale

Il cloud gaming è un argomento bollente di questi tempi. Tutti i nomi più grandi dell’industria videoludica – e anche qualche nuovo ingresso sulla scena – sembrano più che interessati a dire la loro. Ma per noi giocatori, cosa rappresenta di preciso questa novità?

xbox cloud gaming speciale

Estate, una parola d’una leggerezza quasi tangibile. Sei lettere che fin dall’infanzia impariamo ad associare ai concetti di libertà e felicità grazie anche a quei tre mesi di vacanza che, col passare degli anni, tanto impariamo a rimpiangere. Stagione perfetta per favorire la diffusione dei puntuali tormentoni estivi, periodo dell’anno ideale per lasciarsi alle spalle l’opprimente afa metropolitana e salutare temporaneamente la propria casa, magari chiudendoci dentro qualche cruccio con la speranza di non ritrovarlo al ritorno.

LA PROSTITUZIONE DEI COIN-OP E LA PROTUBERANZA BOLLENTE

Sono passati innumerevoli anni da quando, per molti, estate significava inevitabilmente abbandonare a sé stesse le proprie adorate console, una miriade di depressi Wudy in attesa del ritorno del padrone. Un’estate dopo l’altra, un gettone dopo l’altro, noi (e in questo pronome c’è un abbraccio igienizzato a tutti quelli che sanno di cosa parlo) sopperivamo all’astinenza da gaming godendoci le grazie a pagamento di ogni coin-op che incontravamo al mare o in montagna, nelle sale giochi o nei bar dove nemmeno i pregiudicati s’arrischiavano a entrare. Con alcuni di loro (i coin-op, non i pregiudicati) i più ardimentosi arrivavano a legarsi al punto da promettere che, comunque fosse andato l’anno successivo, l’estate prossima si sarebbero ritrovati sempre lì per ricominciare a frequentarsi, ma qui è meglio dare una sterzata allo speciale prima di inzaccherarci tutti insieme dentro una pozzanghera di nostalgiche lacrime.

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Destiny 2 su Google Stadia Pro

al giorno d’oggi, il “problema” dell’astinenza da gaming è facilmente aggirabile

Da quei tempi la tecnologia ha fatto passi avanti da gigante, quel magnifico medioevo videoludico di cui ancora oggi è possibile ammirare le pixelate reminiscenze è un lontano ricordo. Oggi, fra smartphone sempre più potenti e portabilità varia (avete letto lo speciale sullo Steam Deck di Valve?), il “problema” astinenza da gaming è facilmente aggirabile, anzi è assai probabile che qualcuno lo riterrà obsoleto quanto i ricordi di chi poco fa si è rivisto mentre, baby gamer alle prime focose esperienze, pigiava con foga sui tasti colorati e agitava furiosamente lo stick di [inserire nome coin-op più odiato]. Oltre a quelli appena menzionati però c’è un altro modo per non staccare completamente la spina ed è anche quello che più di tutti cela in sé la quintessenza del progresso: il Cloud Gaming.

LA PORTA SULLE STELLE

Ci ho messo un po’ ad avvicinarmi a questo bizzarro mondo dalle bislacche regole. Inizialmente non mi convinceva la sua offerta fatta più di fumo che d’arrosto e, a dirla tutta, non sentivo granché la necessità di approfondire il discorso tra PC, console next-gen e ibrida Nintendo. L’ennesimo abbonamento? No, grazie. Tuttavia la curiosità è da sempre una forza poderosa capace di condurre a scoperte e rivoluzioni incredibili, un’inezia come la storia dell’essere umano sarebbe andata diversamente senza di lei sicché, proprio come accadde all’incirca 2.58 milioni di anni fa, recentemente ho colmato la grave lacuna spinto dallo stesso impulso che, un giorno, guidò l’uomo nel Pleistocene fuori dalla sua comfort zone (ammesso che così si possa definire una grotta).

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