Play – Videogame Arte e Oltre: la nostra visita alla Reggia di Venaria

Abbiamo trascorso qualche ora girovagando nella Reggia di Venaria. Il motivo? Videogiochi, arte e oltre…

play videogame arte venariaRiportata all’antico splendore grazie a un certosino lavoro di restauro, da una quindicina di anni la Reggia di Venaria è tornata a essere uno dei fiori all’occhiello della regione Piemonte. Ampi saloni adornati di statue e di dipinti, gli alloggi reali, un “corridoio” (anche se è quasi offensivo definire in questo modo la Galleria Grande) di una bellezza stordente e giardini curatissimi accolgono i visitatori e li trasportano nel passato. Ma la reggia non è solo passato. È anche presente, con una serie di eventi e di mostre che si legano al mondo contemporaneo. Un mondo che quest’anno ci riguarda da vicino, con una stagione interamente dedicata al concetto di gioco e, dal 22 luglio, con una mostra che unisce videogioco, arte… e molto altro.

QUANDO IL GIOCO INCONTRA IL MUSEO

Il 2022 della Reggia di Venaria è, come già accennato in precedenza, all’insegna del gioco. Sì, avete capito bene, proprio del gioco. Gioco inteso in tante forme differenti, con uno sguardo che parte dal passato fino ad arrivare al presente. Un percorso strutturato su diverse mostre, completamente indipendenti tra loro ma che, se visitate una di seguito all’altra, creano un vero e proprio tragitto che illustra come sia cambiato e come si sia evoluto il concetto di gioco con il passare del tempo.

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La Reggia di Venaria è teatro di una serie di mostre dedicate al gioco, tra cui spicca Play – Videogame Arte e Oltre.

Dalle Piazze alle Corti è un viaggio che riporta indietro di qualche secolo, tra il ‘700 e l’800, con una ricca e interessante raccolta di manifesti circensi (lo ammettiamo, siamo rimasti colpiti e incuriositi da quello relativo al cavallo “incombustibile”) a cui si affiancano marionette antiche e marchingegni vari quali lanterne magiche, scatole ottiche e fantascopi. Foto in Gioco è invece una mostra esclusivamente fotografica in cui, tramite le opere di diciotto artisti italiani, viene esaminata l’idea di gioco a partire dal secondo dopoguerra fino ai giorni nostri. Sala dopo sala si susseguono oltre 120 scatti, passando dal bianco e nero al colore, dai piccoli ai grandi formati, in cui il concetto di intrattenimento viene declinato in tante, differenti, maniere. E poi c’è lei, quella che per noi è stata la vera protagonista della giornata trascorsa alla Reggia: Play – Videogame Arte e Oltre. Un percorso espositivo che, sin dalla prima sala, affianca arte e videogioco, con un antico vaso ellenistico del VI secolo A.C. posto a pochi centimetri da uno schermo su cui scorrono le immagini di Apotheon, titolo indie sviluppato da Alientrap ispirato proprio antica Grecia.

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Avreste mai pensato di vedere in un museo, uno di fianco all’altro, un antico vaso ellenistico del VI secolo A.C e un videogioco?

I passi successivi trasportano in un mondo di schermi e di action figure, a cui seguono pareti in cui, una vicina all’altra, sono appesi dipinti dal valore inestimabile e le rispettive controparti videoludiche. Ecco quindi che De Chirico va a braccetto con Ico, Kandinsky con Rez in un continuo rimbalzarsi tra ispirato e ispiratore. Ma il videogioco non è solo copia di arte pre-esistente, ma è anche fonte di opere originali.

De Chirico va a braccetto con Ico, Kandinsky con Rez in un continuo rimbalzarsi tra ispirato e ispiratore

E così, oltre a un Amiga su cui si possono ammirare una serie di creazioni di Andy Warhol è presente un accenno alla in-game photography, a cui si aggiungono anche installazioni e statue di artisti moderni quali Tabor Robak e Bill Viola. Esaltante, per chi ama i processi creativi, la sala dedicata a cinque sviluppatori, in cui sono raccolti materiali di produzione dal notevole valore storico. Mentre un televisore trasmetteva un’intervista a Yu Suzuki, abbiamo girovagato tra le varie teche con il classico sguardo da “bambino in un negozio di giocattoli”. C’è da chiedersi come potrebbe essere altrimenti, in uno spazio le cui pareti sono adornate da stampe di Yoshitaka Amano e dai post-it utilizzati da Christian Cantemessa in fase di sceneggiatura di Red Dead Redemption.

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Come nasce un videogioco? Per quanto riguarda Christian Cantemessa e la trama di Red Dead Redemption, con dei semplici post-it.

La mostra prosegue con sale in cui viene esaminato il rapporto tra videogiochi e società, con una selezione di titoli che propongono riflessioni su argomenti quali la guerra (This War of Mine), l’ecologia (Flower) e l’immigrazione (Papers, Please), per poi avviarsi verso la conclusione con una parte più “leggera” e interattiva. Una serie di ambientazioni ricostruite che propongono un percorso cronologico che, per i visitatori più stagionati, rappresenterà una vera e propria camminata nella propria esistenza.

PAROLA ALLE ISTITUZIONI

“La Venaria Reale festeggia quest’anno i suoi primi 15 anni di apertura al pubblico: in concomitanza con questa importante ricorrenza, abbiamo voluto dedicare l’intero palinsesto annuale di mostre ed attività al tema del gioco, in quanto la Reggia stessa è luogo storicamente deputato al loisir ed al divertimento, con uno sguardo anche al presente e al desiderio di tutti di dedicarsi a momenti di spensieratezza. La Reggia è in una fase di crescita e sviluppo dettata da un nuovo corso moderno e aperto: un tassello è rappresentato proprio dalla mostra inedita e coraggiosa Play – Videogame Arte e Oltre, culmine di questa programmazione che punta a coinvolgere nuovi pubblici con l’utilizzo di linguaggi e strumenti di espressione attuali. Sono convinto che sia questo il tipo di percorso da intraprendere per la nostra realtà che non deve smettere di guardare verso nuove prospettive ed obiettivi”. Con queste parole Michele Briamonte, Presidente del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, ha introdotto la mostra nel corso della conferenza stampa di presentazione, mostrando in maniera chiara la volontà di proporre un viaggio che esamina il concetto di videogioco nelle sue molteplici sfaccettature.

Concetti questi confermati anche da Guido Curto, Direttore Generale del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, nonché co-curatore della mostra: “Play – Videogame Arte e Oltre intende indagare i videogiochi come decima forma d’arte praticata da 3 miliardi di persone nel mondo, riconoscendone non solo il valore artistico ma anche i profondi impatti nella società contemporanea: si tratta di un vero e proprio comparto creativo che ormai non può più essere inteso solo come un mondo di evasione ludica, ma come un vero e proprio avamposto dove nascono idee e visioni, e convivono le forme d’arte più tradizionali con diversi approcci e molteplici significati”. Ultimo, ma non per questo meno importante, ha preso la parola Fabio Viola, curatore della mostra nonché game designer, docente, saggista e fondatore del collettivo artistico internazionale TuoMuseo. Prima di farci da Cicerone e guidarci nel percorso espositivo per illustrarci come è stata ideata e costruita la mostra, Fabio Viola ha sottolineato come uno degli obiettivi con cui è nata Play – Videogame Arte e Oltre è quello, più che fornire risposte, di porre domande al visitatore. Di spingere chi si avventura tra le sale a interrogarsi sulla natura del videogioco, sul suo significo e sulla sua funzione, senza preconcetti e senza pregiudizi.

DA LUGLIO A GENNAIO

Play – Videogame Arte e Oltre è aperta al pubblico da qualche giorno, dal 22 luglio 2022, e chiuderà i battenti il 15 gennaio 2023. C’è quindi tutto il tempo per recarsi alla Reggia di Veneria e visitare una mostra che, è bene sottolinearlo, non è consigliata esclusivamente agli appassionati di videogiochi. Certo, chi ha dimestichezza con l’argomento si muoverà con maggiore naturalezza tra le sale, ma una visita potrebbe aiutare anche a scardinare alcuni pregiudizi nelle menti di chi, vedendo un computer e uno schermo, pensa “vabbé, sono solo giochini”. Perché no, non sono solo giochini…

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