Blaze Entertainment ha presentato Evercade EXP, la sua nuova “retroconsole” portatile, e finalmente risolve il suo problema maggiore: l’appeal dei giochi a disposizione.
Pensiamoci: siamo nei primi anni Novanta e ancora ci piace andare in sala giochi. Ormai conosciamo i classici degli arcade a memoria, perché ci abbiamo inserito tonnellate di monetine, ma gli astri del momento sono Street Fighter II, Ghouls ‘n Ghost, Strider, Final Fight, R-Type: non sarebbe fantastico poterli giocare come si vuole, quando si vuole, dove si vuole?
siamo nei primi anni Novanta e ancora ci piace andare in sala giochi
Ma se volessimo invece poter giocare legalmente, magari dopo aver estratto dalla sua scatola una comoda cartuccia e averla inserita in una console come il Lynx o il Game Boy, dopo aver annusato il profumo del manuale? Ecco, queste sono emozioni che non hanno un prezzo, o forse sì che ne hanno uno: i 149 euro necessari all’acquisto di una Evercade EXP.
L’EVOLUZIONE “INCLUSIVA”
Blaze Entertainment ha fatto del retrogaming legale una missione. Le sue fortune cominciarono alcuni anni fa con l’introduzione del primo handheld Evercade, un sistema a cartucce che permetteva di giocare a diversi titoli del passato contenuti su apposite cartucce, ma raccolti in modo che su ciascuna scheda ci fossero più giochi tra cui scegliere. Non mancò lo scetticismo; per quanto la console non fosse affatto malvagia (anzi), si scontrava con due grossi ostacoli: la pirateria dilagante e la quantità di giochi effettivamente a disposizione, una goccia nell’oceano del retro-ludo, con pochi titoli effettivamente di grido.
Evercade si scontrava con due grossi ostacoli, la pirateria dilagante e la quantità di giochi effettivamente a disposizione
Si arriva così alla grande novità di oggi, una nuova versione dell’handheld che già contiene, preinstallati nel firmware, ben 18 classici della sala giochi e non sono titoli qualunque, sono grandissimi classici della Capcom: 1942, 1943, 1944 The Loop Master, Bionic Commando, Captain Commando, Commando, Final Fight, Forgotten Worlds, Ghouls ‘n Ghosts, Legendary Wings, MERCS, Street Fighter II Hyper Fighting, Strider, Vulgus e versioni a 8 e 16 bit di Mega Man (8-bit), Mega Man 2 (8-bit), Mega Man X (16-bit) e Breath of Fire (16-bit).
la nuova versione dell’handheld contiene ben 18 classici Capcom della sala giochi
Qualcuno storcerà il naso notando che il proprio gioco preferito ancora non c’è o rammentando che, difficilmente, vedremo mai girare roba di SEGA o Nintendo sul “concorrente” Evercade, ma nell’elenco qui sopra c’è un importante spaccato dell’epoca degli arcade e possiamo mettercelo in tasca, spazio permettendo.
NOVITÀ HARDWARE
L’Evercade EXP ha un look molto più moderno della precedente. Se col primo modello Blaze intendeva fare il verso alle usanze degli anni Ottanta, con righe rosse e bottoni che ricordavano piuttosto smaccatamente gli schiacciapensieri e i giochi elettronici di quarant’anni prima, l’EXP si presenta più “sleek”, totalmente bianca e con dimensioni leggermente inferiori al passato, pochi millimetri ma sempre apprezzabili.
L’Evercade EXP ha un look molto più moderno della precedente
L’aumento della risoluzione e del parco giochi emulato è ben supportato dal nuovo processore centrale da 1,5 GHz, presumibilmente un parente stretto (se non lo stesso) della console fissa Evercade VS, di cui abbiamo parlato esattamente un anno fa, anch’esso un passo avanti rispetto al modello da 1,2 GHz impiegato in passato.
L’aumento della risoluzione e del parco giochi emulato è ben supportato dal nuovo processore centrale
La ricarica della batteria da 3000 mA avviene per mezzo di una porta USB di tipo C e l’autonomia dalla rete elettrica è di 4-5 ore.
IMPRESSIONI D’USO
Non c’è dubbio che l’inclusione dei classici di Capcom costituisca un notevole balzo in avanti per l’appetibilità dell’Evercade EXP, più che della line-up in generale, visto che è possibile giocarli soltanto su questo modello.
Da ragazzino ho amato molti dei giochi inclusi e l’unico neo della collezione è – almeno dal mio punto di vista – l’assenza di Ghosts ‘n Goblins, benché il suo seguito sia stato giustamente inserito.
Non è certo la prima volta che potremmo giocare a 1942 o a Street Fighter II su una console portatile, ma farlo con la consapevolezza che sì, quello è proprio l’originale e non stiamo facendo nulla di illegale ha tutto un altro sapore.
Da ragazzino ho amato molti dei giochi inclusi e l’unico neo della collezione è – almeno dal mio punto di vista – l’assenza di Ghosts ‘n Goblins