DOOM e gli FPS, in generale, sono il mio pane quotidiano. Sono spazi felici, dei luoghi in cui mi capita di finire per spezzare l’ordinario e non concentrarmi su quel loop infinito che la vita di tutti i giorni, in modo brutale, finisce per gettarti in faccia, spesso pure deridendoti. Talvolta è soprattutto il brutto a farti sentire inadeguato, che è un po’ come finire in un livello di SIGIL II senza prima esserti lavato i denti o aver preso in considerazione di pensare accuratamente come approcciarti all’ultimo boss, una concreta e insana pasticca vomitosa di paura, panico e morte, in cui le abilità migliori sono quelle stabilite dalla dura vita di strada.
Ora, non sono uno di quei tipi che è stato gettato in mezzo ai lupi e n’è uscito capobranco, ma di certo sono uno dei pochi che sa quando è bene staccare la spina. E staccare la spina, se sei stanco, arrabbiato e stressato, è ciò che ancora oggi mi permette di godermi questa passione in modo diverso. Ho sempre amato questo genere sin da bambino, da quando, incuriosito e un pochino sorpreso, vedevo mio padre giocare a Quake mentre mi spiegava che non dovevo guardare lo sparachiodi in garage con gli occhi incantati di chi avrebbe ben volentieri sparato a uno scarafaggio.Ammetto di aver mimato il gesto, però, e di aver sentito alle spalle Luca Franchini dire, anche in modo frenetico e allegro, che non dovevo provarci a casa, come un qualunque spot della WWE, speranzoso di non vedere MAI QUALCUNO copiare le mosse degli atleti dell’azienda d’intrattenimento americana. Peccato che questo, anche grazie a un rapporto un po’ strano con i miei fratelli, sia accaduto: me le sono prese di santa ragione, ma le ho date a mia volta. Chi non ha mai fatto una chokeslam sul letto a un cuginetto? Lo stesso vale, insomma, quando si affronta un’orda di demoni provenienti dall’Inferno che hanno preso residenza su Marte prima che un Elon Musk sognante promettesse mari e monti. Quindi, Elon: calma; ci ha già bellamente pensato id Software, non stai inventando nulla, non portare gli umani su Marte ché se ne sta bello tranquillo là nel Cosmo.
La calma prima della tempesta passa un grilletto e da una motosega
DOOM THEARAPY E PAMPERO
Ora, non sono tendenzialmente uno che parla tanto degli affari suoi: è un periodo bello tosto, ma tanto tosto; cerco di tenere i cocci mentre lascio che l’ansia faccia il suo corso. Io sono ansioso, sono uno che si preoccupa sempre, sempre, che pensa di fare qualcosa anche se non ha fatto niente. In passato era ancora peggio, ma in quel periodo provavo a non farmi davvero troppo coinvolgere da certe cose: ora diventa difficile. Prima sarei partito per la tangente, mi sarei arrabbiato e mi distaccato.
Godersi il momento, la calma e perdersi nei particellari non ha prezzo
Scaricare rabbia, frustrazione e anche tanta ansia su DOOM è possibile
IL PACIFICO E I NARCOS SPAZIALI
Quando ero molto piccolo, a causa di una madre innamorata Ben Affleck, sono stato costretto a guardare Pearl Harbor. Ora, non voglio eccedere in asserzioni nei confronti di quel film, perché poi finisce che si perde il senso del messaggio: ma, grazie alla pellicola, mi appassionai a un videogioco. Era Medal Of Honor: Pacific Assault. A quel tempo, sia chiaro, adoravo qualsiasi cosa venisse pubblicato sul periodo più buia della storia dell’uomo, scegliendo accuratamente i momenti brutali più interessanti anche grazie a Salvate il Soldato Ryan, quando al tempo m’innamorai perdutamente di Frontline e, in seguito, giocai a Brothers in Arms.Medal Of Honor: Pacific Assault, però, fu lo sparatutto in prima persona più coinvolgente dedicato a un periodo storico, il più diretto e brutale. Ancora ricordo mentre fuggivo tra le rovine di Pearl Harbor durante l’attacco giapponese, ma ancora oggi rammento l’attacco alle isole Midway, a Guadalcanal (la parte migliore della produzione, a mio parere) e tutto ciò che ne conseguiva. Tom Conlin mi è rimasto nel cuore esattamente come il Doomguy, coniugando la mia passione per il genere a qualcosa di ancora più concreto e sostanziale. Il susseguirsi di altre opere come Call of Duty: World At War e via discorrendo non mi colpirono come le precedenti, ma riuscirono comunque a darmi tanto, specie nei momenti più difficili.
Quante cose belle accadute negli anni grazie a film veramente di m**********
CARA ID SOFTWARE, TI SCRIVO…
Il DOOM che vorrei non so come potrebbe essere. Sono quattro anni che fantastico sul prossimo capitolo e spero, infatti, che lo studio statunitense sia al lavoro su un prosieguo che elevi ed evolva quanto è stato fatto con quel sacramento di DOOM Eternal ormai quattro anni fa
.Sì, ma vedi di non farmi aspettare troppo, e che diamine