Dopo l’estate, le fiere, i giochi e le fate, torniamo a solcare il mare degli store online alla ricerca di giochi con cui sollazzarsi nei ritagli di tempo, in viaggio, sul trono o dove volete voi, perché non sottraiate tempo alla lettura della vostra rivista preferita, si intende.
Motorsport Manager Mobile 2
Ve l’avevo già detto nella precedente edizione della Mobile Machine ed è stato così, il nuovo titolo di Playsport Games ha monopolizzato in maniera salda e convincente il mio smartphone, inserendosi a pieno titolo tra i titoli migliori a cui abbia mai giocato. D’altronde il primo Motorsport Manager aveva cominciato il suo percorso proprio su mobile prima di approdare trionfalmente su PC (conquistando un gustosissimo 86 sul numero 340 di The Games Machine) e il suo ritorno su smartphone e tablet era abbastanza scontato. Playsport ha ben pensato di lavorare sulla base della versione PC, operando una riduzione di contenuti in maniera elegante e neanche troppo vistosa. Cambia il presupposto della carriera, che non ci vede impegnati come direttore sportivo alla mercé di scuderie più o meno famose, ma l’unica progressione possibile è quella di partire da zero con il nostro team (cosa che può comunque succedere nella versione che trovate su Steam) dal piccolo campionato europeo per poi conquistare quello asiatico e finire in quello mondiale. Ovviamente, si tratta di una scalata al successo che può portare via ben più di tre stagioni e passa per investimenti, sviluppo dell’auto e momenti di tensione al muretto. L’approccio olistico alla gestione del team è lo stesso della versione PC, e dunque c’è da occuparsi di un po’ ogni aspetto dirigenziale e sportivo, ma quello che cambia è piuttosto la minore varietà di situazioni, con regolamenti bloccati, nessuna riunione federale e imprevisti che si limitano a questioni binarie che impongono una risposta immediata. Insomma, la versione mobile si adatta all’utilizzo sbocconcellato, focalizzandosi sulla macro gestione, rendendo più veloce lo sviluppo dell’auto e semplificando il rapporto con ingegneri e piloti. In pista, però, siamo davanti più o meno allo stesso gioco (privo delle aggiunte che i recenti aggiornamenti hanno portato alla versione PC), con una ricerca dell’assetto sulla base di alcuni valori di massima e una gestione dal muretto che deve bilanciare l’aggressività dei piloti con la salvaguardia di macchina e pneumatici. Le gare sono belle tirate e ci si diverte tantissimo, sopratutto in condizioni metereologiche estremamente variabili, e probabilmente sono soltanto due le pecche di questa conversione di ritorno: le qualifiche troppo superficiali e su cui si ha davvero poco controllo (non c’è il minigioco di riscaldamento pneumatici) e la strategia aggressiva dell’under cut (ovvero pit-stop anticipati) è fin troppo redditizia, cosa che peraltro succedeva inizialmente anche nella versione desktop. Al netto di ciò, la gestione dei giovani piloti e gli investimenti sul progetto dell’auto delle stagioni future sono meccaniche sviluppate ad hoc per questa riduzione mobile e che si sposano benissimo con la natura sicuramente più immediata della produzione, che garantisce tantissime ore di divertimento, conquistando il trono di miglior manageriale sportivo (insieme a Football Manager) per dispositivi mobili. Pregio da non sottovalutare, è totalmente giocabile anche su smartphone con schermi non troppo grandi e consuma pochissima batteria.
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Miracle Merchant
La produzione di giochi di carte di Arnold Rauers e il suo studio TiNYTOUCHTALES è impressionante, soprattutto se pensiamo alla qualità media dei titoli che la software house riesce a tirare fuori. A pochi mesi dall’ottimo Card Thief, Miracle Merchant ci rimette la scimmia bruttissima addosso, grazie a un gameplay che dà assuefazione con il suo essere semplice, ma mai banale. Realizzato con la solita cura estetica maniacale, Miracle Merchant ci mette nei panni di un alchimista che nella sua bottega deve servire una quantità smodata di clienti di vario genere, ognuno con le proprie esigenze e ingredienti preferiti. Siccome si dice che han sempre ragione, scopo del gioco è non deludere nessuno, per cui il nostro compito è mescere pozioni sulla base di richieste specifiche e amministrando al meglio i quattro mazzi che idealmente rappresentano gli ingredienti. Ci sono quattro colori per altrettante categorie di elementi da mettere insieme, ognuno dei quali reagisce in modo particolare con carte di diverso tipo, in un solitario che fa del posizionamento delle carte il suo principale punto di forza. A rendere più complesso il nostro lavoro ci sono ovviamente componenti di natura negativa, che abbassano il valore della pozione, la cui somma dev’essere sempre positiva. L’elemento random rende le partite sempre abbastanza varie, cosa che non fa risentire del fatto che ci siano solo due modalità, una legata al raggiungimento di achievement incrementali e dedita alla scoperta di ricette più che danno bonus più o meno alti (e che passano generalmente dall’uso di coppie di elementi dello stesso colore), mentre l’altra rappresenta la classica sfida quotidiana presente in tutti i titoli di TiNYTOUCHTALES. Meno cervellotico di Card Thief e sicuramente più immediato e adatto a tutti, Miracle Merchant è un solitario che fa il suo dovere e lo fa molto bene, risultando sempre e comunque appassionante, anche quando la fortuna non gira dalla nostra parte.
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Top Drives
Per il ciclo carte e motori, gioie e dolori, Hutch Games porta alla ribalta l’equivalente digitale di un vecchio gioco di carte della serie Top Trumps, ovvero delle robe americane abbastanza scandalose di fine anni ’60 e inizio ’70 che da noi arrivarono ovviamente molto tempo dopo e che, tutto sommato, sono sopravvissute fino a giorni nostri senza un vero perché. Si tratta fondamentalmente di set di carte collezionabili a cui sono associati dei valori che possono essere utilizzati per sfidarsi con gli avversari. Di solito si pesca una mano di carte pari al numero di variabili e si creano delle coppie, decidendo ogni round sulla base di un valore. La bravura sta, insomma, nel gestire la propria mano nel migliore dei modi, sacrificando alcuni aspetti in favore di punti di forza che possono garantire la vittoria. Top Drives è l’equivalente del set di Top Gear di Top Trumps, e nella sua versione digitale assume un certo fascino. Intanto, perché collezionare card di automobili sportive è sempre una cosa buona e giusta, e un po’ perché la struttura della campagna e delle sfide non è poi così banale e tiene conto di qualche elemento in più rispetto al confronto bieco dei numeretti sulle carte virtuali e considera più valori contemporaneamente, dal fondo stradale e alla tipologia di auto e circuito. Il presupposto è abbastanza opinabile e ci trasporta in un mondo fatto di riccone e donne ammiccanti che passano il tempo viaggiando da una venue esclusiva all’altra, per mettere in mostra la propria tracotanza attraverso gare tra vetture prese dal garage di famiglia. Ogni location offre una serie di sfide da completare: l’idea è proprio quella di amministrare al meglio la propria collezione per schierare le vetture più giuste in ogni competizione. Una volta fatti gli accoppiamenti, il gioco propone una rappresentazione 3D delle gare molto essenziale: vincendo si ha diritto a pescare carte bonus e ad avere un po’ di crediti da spendere in bustine supplementari. Ovviamente, lo spettro degli acquisti in-app è sempre dietro l’angolo, però è il solito male congenito di titoli del genere e si può serenamente resistere, sapendo di mettere in conto qualche momento di frustrazione. Al netto di ciò, un parco macchine di oltre 700 modelli garantisce un bel senso di progresso, e Top Drive si fa giocare volentieri, soprattutto se si è appassionati di motori.
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Zlatan Legends
Mi rendo conto che è una mossa di marketing di quelle becere ed è il primo caso di un delirio egocentrico in formato app, ma il gioco di Zlatan Ibrahimovic è qualcosa di ontologicamente obbligatorio da tenere installato su smartphone. D’altronde, solo lui poteva comprare una software house per commissionarle di sviluppare un gioco dedicato alla sua celebrazione personale, e Isbit Games ha svolto tutto sommato dignitosamente il compito. Mettiamo subito in chiaro che si tratta di una roba equivalente a tanti altri titoli freemium che infestano gli app store, che prova in tutti i modi a spillare soldi all’utente per acquistare gettoni, token, vanity item, enciclopedie, batterie di pentole e cose varie. D’altronde, Ibra non è sicuramente uno che nella vita ha mai nascosto di essere interessato al suo rendiconto, ma tutto sommato l’idea alla base del gioco è talmente pregna della sua filosofia egocentrica da fare il giro e diventare quasi brillante. Il buon Zlatan è infatti protagonista di un torneo intergalattico di uno sport futuristico ed è chiaramente stato scelto come rappresentante di Terra e Via Lattea. Il plot twist arriva durante la cerimonia d’apertura, dove il nostro eroe arriva in ritardo e scopre che tutti i pianeti hanno presentato un clone di Ibra in quanto miglior atleta di ogni galassia conosciuta. La guerra di Zlatan contro Zlatan è un pretesto per un gioco a struttura ibrida single e multiplayer, il cui scopo è completare alcuni percorsi prendendo a calci una palla ed evitando i bordi del tracciato. In sostanza siamo davanti a un incrocio di un endless runner con elementi di flipper e Puzzle Bubble, laddove ogni arena mette a confronto diversi giocatori (e bot, quando necessario) che interpretano il proprio clone del calciatore svedese. A corredo c’è un marasma di roba per personalizzare il proprio personaggio in stile Iron Man per ottenere bonus al calcio ed essere sempre più veloce. Va da sé che il gioco non è particolarmente profondo, ma ammetto di essermi divertito soprattutto per via del confronto diretto con gli altri utenti. Come ogni freemium di bassa lega ha il solito problema dei ticket quotidiani e dei token, ma per qualche partita in rapidità, ignorando qualsivoglia forma di acquisto in-app, è pur sempre un’opzione più che sufficiente, anche perché volete davvero perdervi la prova a doppiaggio del sommo Zlatan che dispensa pillole di umiltà di tanto in tanto?
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SEGA FOREVER – Update
DI SEGA Forever ne abbiamo parlato già due edizioni fa della Mobile Machine, ma è bene tornarci per due motivi. Il primo è che il parco titoli è cresciuto a dismisura, con l’arrivo di Ristar, Golden Axe, Phantasy Star II e Space Harrier II, sempre nel classico formato free-to-play con l’inserimento di spot pubblicitari, supporto al gamepad e classifiche online. Il secondo motivo, ben più gustoso, riguarda l’aggiornamento del framework di emulazione scelto per quei titoli che lo richiedevano, che adesso girano in maniera decisamente migliore, rendendo il feeling finalmente più autentico, ed è inutile sottolineare quanto Golden Axe sia un titolo da tenere obbligatoriamente installato sul proprio smartphone a prescindere da tutto e tutti. A beneficiare degli aggiornamenti, purtroppo, non è l’intero parco titoli, con Virtua Tennis e Crazy Taxi Classic che, essendo sviluppati specificamente per mobile, continuano ad avere qualche leggero problemino di frame rate. L’elenco completo dei giochi lo trovate sul sito ufficiale, ma io continuo a chiedermi quando potrà arrivare il momento di Super Hang-On.